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Non solo Piton: da Hans Gruber al Brucaliffo, i tanti volti di Alan Rickman sullo schermo

Non avevamo finito di asciugarci le lacrime per la scomparsa di David Bowie quando un altro gravissimo lutto ha colpito questo 2016, iniziato senza dubbio nel peggiore dei modi. A lasciarci, in circostanze tristemente simili a quelle della popstar, è un suo concittadino, fiore all’occhiello dei palcoscenici britannici: l’attore Alan Rickman, spentosi all’età di 69 anni.

Conosciuto dal grande pubblico specialmente per il ruolo di Severus Piton nella saga di Harry Potter, Rickman fu uno straordinario interprete, prima teatrale e poi cinematografico, di cui vengono immeritatamente ricordate solo poche incarnazioni generalmente legate al ruolo del villain, ma che nasconde nella sua filmografia piccole perle e sorprese inaspettate.

Anche se il debutto sul grande schermo avviene alla non più verde età di 42 anni, il talento di Alan, fino ad allora attore teatrale apprezzato in patria ma sconosciuto altrove, emerge con il ruolo iconico di Hans Gruber, il terrorista gigione che dà del filo da torcere a Bruce Willis nel cult d’azione Trappola di cristallo (1988) e che oscura, con il suo ambiguo carisma, il ben più noto collega americano. Stessa storia con il curioso western australiano Carabina Quigley in cui l’attore britannico, nei panni di un crudele proprietario terriero australiano, ruba letteralmente la scena a Tom Selleck chiamato a interpretare l’eroe positivo.

Alan Rickman in Trappola di cristallo

Alan Rickman in Trappola di cristallo

Per Anthony Minghella è Il fantasma innamorato (1990) che non si rassegna alla dipartita, una sorta di Ghost – Fantasma (1990) in salsa britannica, ma è con Robin Hood – Principe dei ladri (1991) che Rickman dà vita a uno dei cattivi più celebri della sua nutrita galleria: il sardonico sceriffo di Nottingham, che fa subito dimenticare uno sciatto e inespressivo Kevin Costner. Impossibile non tifare per l’antagonista di nero vestito, dal fascino perverso e dalla battuta pronta: un trionfo, specie a cospetto del collega premiato con il Razzie per la peggior interpretazione.

Robin Hood – Principe dei ladri

Robin Hood – Principe dei ladri

Nei panni di un attore fascinoso e pieno di sé in Un’avventura terribilmente complicata (1995) di Mike Newell, che tornerà a dirigerlo nel quarto episodio della saga potteriana, fa invece ombra su un giovane e irritante Hugh Grant, costretto a cedere il passo al collega, tormentato e destinato a una tragica fine. I due si incontrano nuovamente nello stesso anno, diretti da Ang Lee nell’elegante trasposizione filmica di Ragione e sentimento e ancora una volta Rickman, un romanticissimo colonnello Brandon innamorato della giovane e bizzosa Kate Winslet, ruba, seppure con la classe e la discrezione che l’hanno sempre contraddistinto, la scena ai colleghi meno maturi, duettando gustosamente con l’amica Emma Thompson.

Un'avventura terribilmente complicata

Un’avventura terribilmente complicata

Proprio lei è chiamata a vestire i panni della protagonista nel primo film che Alan gira da regista: L’ospite d’inverno (1997), tratto da una commedia teatrale e ambientato in un gelido villaggio scozzese: una pellicola che assomiglia al suo autore, apparentemente gelida ma in realtà piena di sentimento, elegante, pulita, di grande raffinatezza formale.

Un altro iconico ruolo di Rickman è l’angelo Metatron, voce di Dio (Alanis Morrisette) nel delirante Dogma (1999), grottesca commedia di Kevin Smith assurta al ruolo di piccolo cult, un po’ come il coevo  fanta-parodistico Galaxy Quest, che prende in giro i fans di Star Trek e l’universo nerd del fandom.

Dogma

Dogma

Ma è nel 2001, a cinquantacinque anni, che Rickman conosce la notorietà mondiale grazie alla nera cappa di Severus Piton, arcigno professore di Pozioni alla scuola di magia di Hogwarts, teatro delle mille avventure di Harry Potter e la pietra filosofale. Perfetto nei panni dell’austero insegnante, Rickman interpreta, insieme a un nutrito cast di attori britannici fra cui l’amica Emma Thompson, tutti e otto i capitoli della saga, in cui il suo personaggio cresce di importanza e di ambiguità, fino agli episodi intensissimi di Harry Potter e il Principe Mezzosangue (2009) e Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 (2011).

Rickman alias Severus Piton

Rickman alias Severus Piton

Durante la lunghissima gestazione degli episodi potteriani, però, Alan non si ferma, recitando nella gradevole commedia a episodi Love Actually (2003), nuovamente con la Thompson, in una delicata riflessione sulla malattia mentale accanto a Sigourney Weaver in Snow Cake (2006) e, nello stesso anno, nella trasposizione di Profumo – Storia di un assassino tratta dal romanzo di Patrick Süskind.

Nel 2007 Rickman aggiunge un altro memorabile villain alla sua importante collezione: si tratta del viscido giudice Turpin nel bellissimo melodramma horror Sweeney Todd di Tim Burton. In una delle sequenze più riuscite del film Rickman e il protagonista Johnny Depp si cimentano in un indimenticabile duetto canoro…sul filo del rasoio, con l’attore inglese che dà prova di essere anche un valido cantante, al pari del collega americano. Con Burton Rickman collabora nuovamente in Alice in Wonderland (2010), dove dà la voce e il volto (grazie alla motion capture) all’enigmatico Brucaliffo.

Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street

Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street

Tra gli ultimi ruoli che ci ha regalato Alan ricordiamo lo scombinato Hilly Kristal, fondatore del mitico club underground CBGB che diede i natali a tante band, tra cui i Ramones nell’omonimo film del 2013, e come elegante e frustrato marito tradito in Una promessa di Patrice Leconte (2013). Prima di lasciarci, Rickman ha

anche il tempo di firmare un’altra regia, Le regole del caos (2014), in cui veste i panni di Luigi XIV, ancora con Kate Winslet.

Non solo Piton, dunque, nella nutrita filmografia di un grande interprete che lascerà un vuoto incolmabile sul grande schermo. Ma noi che lo abbiamo tanto amato ricorderemo il suo talento a lungo e quando qualcuno ci chiederà come mai, dopo tutto questo tempo, sapremo rispondere: “Sempre”.

Grazie, Alan.

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