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Addio a Ettore Scola, grande Maestro della commedia all'italiana

Si è spento a Roma, all’età di 84 anni, Ettore Scola, l’ultimo grande Maestro della commedia all’italiana.

Rispetto ad altri autori come Monicelli, Risi o Comencini, il regista nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931 ha sempre cercato di dare alla propria produzione un’impronta più esplicitamente politica, rileggendo la storia d’Italia in maniera analitica, lucida e amaramente disincantata attraverso gli stilemi della commedia, come dimostrano i suoi due capolavori di maggior successo, C’eravamo tanto amati (1974) e Una giornata particolare (1977).

Formatosi come vignettista presso le riviste umoristiche Marc’Aurelio e Il travaso delle idee, Ettore Scola fa il suo esordio al cinema in qualità di sceneggiatore nel 1952 con Canzoni di mezzo secolo (1952). Tra le sceneggiature più celebri firmate da Scola ricordiamo quelle di Un americano a Roma (1954) di Steno, Fantasmi a Roma (1961) e Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, Il mattatore (1960), Il sorpasso (1962) e I mostri (1963) di Dino Risi.

La prima regia cinematografica è del 1964, Se permettete parliamo di donne, ma il primo grande successo di Ettore Scola arriverà quattro anni dopo, dirigendo Alberto Sordi, Nino Manfredi (due dei suoi attori feticcio) e Bernard Blier in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968).

Un altro degli attori preferiti dal cineasta campano fu senza dubbio Marcello Mastroianni, diretto per la prima volta nello splendido Dramma della gelosia, tutti i particolari in cronaca (1970), film emblematico della filmografia di Scola in quanto apre il decennio dei grandi capolavori del regista e illustra uno dei tratti distintivi del suo cinema, ovvero l’uso della deformazione grottesca per raccontare la società italiana attraverso la contaminazione del gergo popolare e di un’ironia sagace e caustica.

Nel 1974 Scola dirige il suo film più celebre e, probabilmente, il più compiuto,  quel C’eravamo tanto amati che ripercorre un trentennio di storia italiana attraverso le vicende di tre amici: l’avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e l’intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores), tutti e tre innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Opera esemplare in cui l’impegno e la riflessione politica si uniscono a un umorismo commosso e amaro (scevro da qualsiasi compiaciuto cinismo) e a un gusto per il racconto decisamente sorprendente, come mostra l’uso di una struttura narrativa decisamente anticonvenzionale che unisce presente e passato alternandoli costantemente (e differenziandoli attraverso l’uso del colore e del bianco e nero).

Seguono poi due altri grandi successi come Brutti, sporchi e cattivi (1976), spaccato di vita di un gruppo di immigrati meridionali in una borgata romana interpretato da Nino Manfredi, e Una giornata particolare (1977) con Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Ed è proprio con questo titolo (storia dell’amicizia e del fugace amore tra una casalinga e un omosessuale antifascista ambientata a Roma nel giorno della visita di Adolf Hitler) che Ettore Scola conquista la fama internazionale, tanto da ottenere una nomination all’Oscar per il miglior film straniero (e una seconda candidatura per il miglior attore andata a Mastroianni), e scrive il proprio nome nell’alveo dei Maestri (definizione che lo stesso regista detestava) del cinema italiano.

Dopo aver firmato alcuni episodi del film corale I nuovi mostri (1977), co-diretto con altri due giganti della commedia all’italiana come Mario Monicelli e Dino Risi, Ettore Scola inizia a lavorare in Francia e firma all’inizio degli anni Ottanta uno dei suoi film più belli e aspri, La terrazza (1980), ritratto collettivo di una generazione di intellettuali in crisi sperduti nell’universo cinico e funereo della Roma dei salotti borghesi.

Dopo una serie di titoli dalle alterne fortune (come Il mondo nuovo, 1982, in cui Marcello Mastroianni impersona Giacomo Casanova), Scola torna al successo di critica e pubblico grazie a La famiglia (1987), commedia che ripercorre ottant’anni di storia italiana (1906-1986) attraverso la saga di una famiglia: film corale interpretato da Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant.

Altri film di rilievo sono Splendor (1988) e Che ora è (1989), entrambi con Mastroianni e Massimo Troisi, premiati per quest’ultimo titolo con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile alla Mostra del cinema di Venezia.

L’ultimo film diretto da Ettore Scola è stato il semidocumentaristico Che strano chiamarsi Federico (2013), ritorno dietro alla macchina da presa per il Maestro dopo dieci anni di silenzio e omaggio a Federico Fellini (grande amico e mentore del regista) nel ventennale della scomparsa, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

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