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Per il bene superiore: Chi è Gellert Grindelwald?

“Istruito a Durmstrang, scuola già da tempo celebre per la sua inopportuna tolleranza delle Arti Oscure, Grindelwald rivelò un talento precoce quanto quello di Silente. Invece di rivolgere le proprie capacità alla conquista di premi e riconoscimenti, tuttavia, si dedicò ad altre imprese. Quando ebbe sedici anni, perfino a Durmstrang si resero conto di non poter continuare a chiudere un occhio sui suoi perversi esperimenti e lo esplusero.” (Harry Potter e i Doni della Morte)

Ne parla così la poco affidabile giornalista Rita Skeeter in “Vita e Menzogne di Albus Silente”, una lettura che lascia sconvolti Harry ed Hermione, alla ricerca degli Horcrux e della verità sul defunto preside. Gellert Grindelwald, dunque, come Mago Oscuro predecessore di Lord Voldemort, ma in maniera differente, più subdola e infima, meno teatrale e dirompente nel suo desiderio di dominio assoluto. Silente e Grindelwald si sarebbero conosciuti a Godric’s Hollow, dove Albus viveva con la famiglia e dove Grindelwald è stato accolto dalla bisnonna Bathilda Bath dopo l’espulsione dalla scuola. Stando alle pagine della biografia della Skeeter, sarebbe stato proprio Albus Silente a suggerire al suo amico di adolescenza quel motto che sarebbe diventato un marchio, una scusa per coprire ogni atto atroce: “Per il bene superiore”, una frase incisa anche all’ingresso delle pareti di Nurmengard, la prigione che Grindelwad ha costruito per rinchiudere gli oppositori.

“Grindelwald. Finalmente mio fratello aveva trovato un suo pari con cui parlare, un ragazzo intelligente e dotato quanto lui”. (Harry Potter e i Doni della Morte)

Tocca ad Aberforth, il fratello di Albus, spiegare come fosse stato costretto ad occuparsi della famiglia, della madre Kendra e della sorella Ariana, dopo che suo padre fu rinchiuso ad Azkaban. Pieno di rabbia, racconta di come Silente e Grindelwald passassero il tempo a progettare “un nuovo ordine magico” o alla ricerca dei Doni, concludendo con l’amarezza di un fratello abbandonato e trascurato: “Progetti grandiosi per il bene di tutta la stirpe magica, e se una ragazzina veniva trascurata, che importanza aveva, visto che Albus lavorava per il bene superiore”. Da una discussione, racconta, ne nacque una lotta e quando Grindelwald lanciò la Maledizione Cruciatus su Aberforth, Silente si mise in mezzo per proteggere suo fratello. Ed è in quell’occasione che Ariana, sorella di Albus e Aberforth, morì.

“Sapevo, nel profondo del cuore, chi era Gellert Grindelwald? Credo di si, ma chiusi gli occhi” (Harry Potter e i Doni della Morte)

Il momento della verità è un dialogo tra Harry Potter e Albus Silente, in cui il defunto preside di Hogwarts fa una vera e propria confessione davanti al suo allievo. Silente racconta di come i Doni della Morte fossero la vera ossessione di Grindelwald, come del resto la sua, all’epoca, ed è per questo che Grindelwald si è trasferito a Godric’s Hollow: per la tomba di Ignotus Peverell. Carico di rimorso e pentimento, Silente spiega a Harry di come le idee di Grindelwald lo infiammarono: “Babbani costretti all’obbedienza. Noi maghi trionfatori. Io e Grindelwald, i gloriosi giovani capi della rivoluzione”. Prosegue: “E al centro dei nostri progetti c’erano i Doni della Morte! Quanto lo affascinavano, quanto ci affascinavano! La Bacchetta invincibile, l’arma che ci avrebbe condotti al potere! La Pietra della Resurrezione… per lui, anche se fingevo di non saperlo, voleva dire un esercito di Inferi! Per me, lo confesso, significava il ritorno dei miei genitori, la fine di ogni responsabilità. […] Il Mantello ci interessava soprattutto perché completava la triade, perché la leggenda dice che l’uomo che unisce i tre oggetti sarà il vero padrone della Morte, che per noi era sinonimo di invincibile”. Racconta della morte di Ariana, di come Grindelwald mostrò la sua vera natura e di come immediatamente fuggì. E non si videro più, fino allo scontro decisivo.

Ma la storia di Grindelwald non è solo una trama di crudeltà, di terribili malefatte e di tirannia impunita. È anche una storia di redenzione e pentimento, che culminano con la bugia a Lord Voldemort.

“Dicono che nei suoi ultimi anni sia stato preso dal rimorso, nella sua cella a Nurmengard. Spero che sia vero. Mi piacerebbe pensare che abbia compreso l’orrore e l’indegnità di ciò che ha fatto. Forese quella bugia della a Voldemort è stata il suo tentativo di fare ammenda… di evitare che Voldemort si impossessasse del Dono…” “… o forse che violasse la sua tomba?” suggerì Harry, e Silente si asciugò gli occhi.

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