News
Il cacciatore e la regina di ghiaccio: la conferenza stampa di Charlize Theron

In attesa di vedere sui nostri schermi Il cacciatore e la regina di ghiaccio, secondo capitolo della saga legata alla figura di Biancaneve iniziata con Biancaneve e il cacciatore (2012), Charlize Theron è giunta nell’amata Milano per incontrare la stampa italiana. L’attrice ha avuto modo di raccontare qualche piccolo aneddoto sul suo lavoro nell’interpretare uno dei cattivi più iconici delle favole per bambini, la malvagia strega che interpella “lo specchio delle sue brame”. La diva ha inoltre approfittato dell’occasione per lasciare la sua opinione su alcune tematiche che la coinvolgono particolarmente, come i drammatici conflitti in Africa o l’uguaglianza dei sessi.


Ne Il cacciatore e la regina di ghiaccio interpreti nuovamente la malvagia strega antagonista di Biancaneve. Cosa ti affascina nel calarti nei panni di un personaggio così cattivo?


Sarò sincera: c’è molta libertà nell’interpretare gli antagonisti dei film. Molta di più di quanta se ne possa ricevere nel ruolo dell’eroe. Questo fatto mi ha talmente divertita e resa felice durante la lavorazione del primo film della saga, Biancaneve e il cacciatore, che essere stata richiamata per un secondo progetto è stato come ricevere un dono.


Quali difficoltà hai riscontrato nell’incarnare un ruolo così iconico e ampiamente consolidato quale quello di Ravenna?


Nella fase di progettazione del primo film mi è subito risultato chiaro come la sfida si sarebbe rivelata tutt’altro che semplice. Questo perché il mio personaggio è sulla bocca di tutti i bambini del mondo sin dalla loro infanzia e sarebbe stato davvero difficile cercare di scardinare l’immaginario comune che circonda una simile figura. In primo luogo, mi sono informata sul look e l’outfit di Ravenna per poi cercare di allontanarmene il più possibile. Ecco perché al posto dei capelli scuri abbiamo optato per il biondo, abbiamo evitato di marcare le sopracciglia e mantenuto il colore della mia carnagione molto chiaro. Volevo ribaltare del tutto l’iconicità del personaggio per renderlo più moderno e, in qualche misura, nuovo. In questo nuovo capitolo, oltre a consolidare quanto fatto in precedenza, ci siamo concentrati più sul rapporto tra Ravenna e sua sorella Freya [interpretata da Emily Blunt, ndr].


Il cacciatore e la regina di ghiaccio è un film di intrattenimento basato su una favola. Come tutti i racconti, però, ha dei legami con il contesto reale in cui viviamo. Concorda anche lei su questa opinione?


Assolutamente sì. Le fiabe sono eterne, alcune sono state scritte tantissimi anni fa con lo scopo di impartire una lezione morale al pubblico che le ascoltava e il fatto sorprendente è che ancora oggi sono valide per gli stessi motivi. Quando si cresce si iniziano ad apprezzare maggiormente gli insegnamenti nascosti all’interno delle fiabe. Io, ad esempio, le sto rivalutando positivamente solo ora che sono “costretta” a leggerle a mio figlio. Nel caso di questo film, credo che sia importante il parallelismo che corre tra l’infanzia dei due cacciatori [interpretati da Chris Hemsworth e Jessica Chastain, ndr] e la piaga dei bambini soldati perennemente presente in Africa: sul set ne parlavano in continuazione. La realtà è invasa da un’infinità di problemi e il cinema, così come le favole, è solo un modo per analizzarli e metterli in luce attraverso una narrazione immaginifica e divertente. Se gli insegnamenti morali trasmessi dalle favole sono validi oggi così come centinaia di anni fa (quando i racconti hanno preso vita per la prima volta), ciò significa che gli esseri umani non hanno ancora imparato nulla.


I costumi ideati da Colleen Atwood sono straordinari. Ha avuto qualche difficoltà nell’indossarli?


Colleen è un vero genio. Non c’è bisogno che lo ribadisca dato che ha una carriera straordinaria coronata da tre premi Oscar e un’infinità di altri riconoscimenti. Era la terza volta che collaboravamo insieme e mi sono trovata sempre in sintonia con lei: è molto gentile e disponibile, ma soprattutto riesce a disegnare abiti che letteralmente aiutano noi attori a entrare nei personaggi. Eppure non posso nascondere che effettivamente è stato difficile indossarli. Recitare con tutto quell’armamentario addosso è magnifico e sublime da un lato, dall’altro rischia di farti mancare il respiro dopo 8 ore di set [ride, ndr].


Le interesserebbe recitare in un film di supereroi? Se sì, sarebbe più interessata a un ruolo da antagonista o da eroina?


Quando accetto di lavorare a un film, non mi faccio influenzare dal genere ma dalla forza del personaggio. Il cinema dei supereroi è un concetto troppo generico e vasto per me. Se mai accetterò una parte all’interno di queste serie, è perché mi sarò innamorata del ruolo che dovrò interpretare. Chi è? Cosa ricerca? Quali ferite cova? Sono questi i motivi che mi spingono a optare per un personaggio invece che un altro, sia che questo sia un buono o un cattivo.


Nelle fiabe odierne o nelle rivisitazioni più recenti si nota una certa tendenza a evitare la figura del Principe azzurro. Secondo lei quali sono le ragioni di questo fenomeno?


Io sono una femminista convinta che però ama irrimediabilmente il genere maschile. Credo che per arrivare a una vera e propria uguaglianza tra i sessi si debba iniziare a educare i nostri figli sin da subito in quest’ottica. Inoltre, più che convincere le bambine a non lasciarsi spadroneggiare dagli uomini, penso che sia necessario e utile educare i maschietti all’uguaglianza. Mio figlio, ad esempio, come tutti i bambini del mondo si è innamorato del film Disney Frozen. Questa cosa mi ha reso felicissima perché quel lavoro racconta la storia di un amore diverso, insolito ma non per questo motivo meno importante. Sotto quest’ottica, quindi, credo che la “carenza” di Principi azzurri nelle favole sia genuina, anche se non posso comunque negare di essere legata alla loro figura. E, soprattutto, non vorrei assolutamente eliminare gli impavidi eroi dalle fiabe.


Categorie

Maximal Interjector
Browser non supportato.