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Christoph Waltz a Roma: "I cattivi sono i personaggi più divertenti e interessanti"

Christoph Waltz è passato dalla Festa del cinema di Roma per raccontarsi al pubblico romano nel corso del primo degli Incontri Ravvicinati condotti dal direttore artistico Antonio Monda. Ecco i punti salienti toccati dall’attore.

Il rapporto con Tarantino e Polanski

Con Tarantino tutto è nella sceneggiatura, lui crea il mondo, il personaggio e poi lo lascia libero di agire, anche se ha già chiaro tutto nella sua mente. Non c’è bisogno di aggiungere nulla quando Tarantino mette mano a qualcosa, ma in generale non sono un fan dell’improvvisazione, trovo che sia davvero sopravvalutata. Io non improvviso mai. Quentin è classico e Roman è barocco.

I ruoli da cattivo

Ho lavorato in Austria prima di arrivare a Hollywood e non so dire quanti film ho fatto, né quanti programmi televisivi. Non ho fatto solo film da cattivo, e in totale penso di aver interpretato tra i 100 e i 150 film! Fare il cattivo però è di gran lunga più divertente, perché è il personaggio più interessante.

I critici e la commedia

I critici proprio non ci arrivano, sulla commedia! Aristotele ha scritto sulla commedia e sulla tragedia, la parte della commedia è andata perduta mentre quella della tragedia la conosciamo. Potremmo dire che i critici sono tutti aristotelici!

Il mito Marlon Brando

Quando ero ragazzo e pieno di me pensavo che Brando fosse il più grande genio esistente, oggi però non riesco più a vedere un suo film e trovo che ne abbia anche fatti di brutti. I punti di riferimento cambiano mentre ci evolviamo e quell’attore scelto come punto di riferimento non è che fa sempre un lavoro eccezionale. Quindi l’ammirazione non dovrebbe mai diventare un’ideologia, per me, è una cosa di cui sono profondamente convinto.

L’incontro con Fellini

Una volta l’ho incontrato, lavoravo in un teatro a Zurigo ed ero amico dell’editore che pubblica le opere di Fellini in tedesco. Utilizzava il suo ufficio come ufficio per il casting di Una nave va. Sono stato seduto lì con lui, ho imparato tanto. Avevo 24 anni, un sacco di ambizioni, ero un vero ribelle. In una delle fotografie che avevo con me ce n’era una di me con un sorriso smagliante e lui ha detto alla sua assistente di portagli un paio di forbici e l’ha ritagliata. Gli è rimasto solo il mio sorriso e se l’è portato con sé!

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