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Il cielo sopra la Berlinale

Giunto alla 66ª edizione, l’Internationale Filmfestspiele Berlin (11 – 21 Febbraio) rappresenta una delle kermesse più importanti dell’intera stagione cinematografica e costituisce, insieme al Festival di Cannes e alla Mostra del Cinema di Venezia, una sorta di Grande Slam delle rassegne che si distinguono per fascino e prestigio anche al di fuori dei rispettivi confini nazionali.

Storicamente poco incline a lustrini e paillettes, la Berlinale si conferma ancora una volta una manifestazione caratterizzata da una concretezza e da un rigore tipicamente teutonici, conservando la capacità di proiettarsi verso il futuro senza dimenticare la tradizione (europea e non solo) del grande cinema del passato.

In attesa della conferenza stampa di presentazione del festival, in programma il 2 febbraio, è stata resa nota la Selezione ufficiale dei film. Tra le 18 pellicole che concorrono alla vittoria dell’ambitissimo Orso d’oro, assegnato quest’anno da Meryl Streep, Presidente di Giuria, sono da segnalare A Lullaby to the Sorrowful Mystery, affascinate opera-fiume della durata di 8 ore firmata dal grande cineasta filippino Lav Diaz (Pardo d’oro al Festival di Locarno 2015 per From what is before), The Commune di Thomas Vinterberg, dramma ambientato nella Danimarca degli anni ’70, e Things to Come di Mia Hansen-Løve (moglie del regista francese Olivier Assayas), in cui Isabelle Huppert interpreta una insegnante di filosofia parigina costretta a reinventare la propria vita quando il marito decide di lasciarla per un’altra donna.

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The Commune di Thomas Vinterberg

Sempre all’interno del cinema europeo, spiccano Death in Sarajevo di Danis Tanović, Being 17 del raffinato autore transalpino André Téchiné, anche co-sceneggiatore insieme a Céline Sciamma (regista di Tomboy e Diamante nero) e, soprattutto, Fuocoammare di Gianfranco Rosi (inaspettato vincitore del Leone d’oro a Venezia nel 2013 per Sacro GRA), documentario d’impegno civile ambientato sull’isola di Lampedusa, approdo disperato che è diventato un luogo simbolo della condizione disumana dei migranti.

Decisamente interessante anche Midnight Special, opera sci-fi incentrata su un padre (Michael Shannon) in fuga con il figlio di otto anni dotato di poteri soprannaturali. Il regista Jeff Nichols ha dichiarato di essersi ispirato a Starman di John Carpenter e alla magia del cinema di Steven Spielberg. Nel cast anche Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver e Sam Shepard. Di grande richiamo anche Zero Days di Alex Gibney, attualissimo documentario sulla vulnerabilità dei sistemi informatici e i pericoli causati dagli attacchi degli hacker all’integrità dei siti internet.

Tra i titoli del Concorso, meritano infine particolare attenzione anche Boris without Béatrice di Denis Côté, Alone in Berlin, dramma ambientato nella Germania nazista del 1940 con Brendan Gleeson, Emma Thompson e Daniel Brühl, e Genius, biopic  sull’editore Max Perkins (1884-1947) diretto dal britannico Michael Grandage, prestigioso direttore e produttore teatrale alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa: scritto da John Logan (Skyfall, Spectre), il film vanta un cast di primissimo piano, con Jude Law (Thomas Wolfe), Guy Pearce (F. Scott Fitzgerald), Nicole Kidman (Aline Bernstein), Dominic West (Ernest Hemingway), Vanessa Kirby (Zelda Fitzgerald) e Laura Linney (Louise Saunders) ad accompagnare il protagonista Colin Firth.

Ma a suscitare grande interesse sono anche alcune opere presentate Fuori concorso o nelle sezioni collaterali. A rubare la scena sarà sicuramente Ave, Cesare! dei fratelli Coen, attesissima dramedy musicale ambientata nella Hollywood degli anni ’50 che rispecchia alla perfezione lo stile grottesco e tagliente dei propri autori. Scelta come film d’apertura della manifestazione, la pellicola potrà vantare il red carpet più glamour dell’intero festival, grazie a una schiera di interpreti da urlo: George Clooney, Josh Brolin, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton, Channing Tatum e le due icone anni ’80 Christopher Lambert e Dolph Lundgren. Tra gli altri titoli di richiamo impossibile non citare Chi-Raq di Spike Lee, The Patriarch di Lee Tamahori, Where To Invade Next di Michael Moore, A Quiet Passion di Terence Davies, Creepy di Kiyoshi Kurosawa, A Serious Game di Pernilla August, Miles Ahead di Don Cheadle e While the Women Are Sleeping di Wayne Wang.

La Retrospective del festival sarà dedicata all’anno 1966, un turning point estremamente significativo all’interno del cinema tedesco: tra lungometraggi di finzione, opere per la TV, documentari e cortometraggi verranno passate in rassegna alcune tappe significative della produzione cinematografica della Germania Est e della Germania Ovest di quel periodo. L’Orso d’oro alla carriera verrà assegnato al direttore della fotografia Michael Ballhaus (collaboratore di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Fassbinder, per citare alcuni nomi), a cui sarà dedicata una bellissima retrospettiva composta da dieci titoli particolarmente significativi per capire (e apprezzare) le sue straordinarie doti di cinematographer.

Qui di seguito tutti i film in Concorso:

  • Boris sans Béatrice (Boris without Béatrice) di Denis Côté, Canada 
  • Genius di Michael Grandage, Usa/Gran Bretagna
  • Jeder stirbt für sich allein (Alone in Berlin) di Vincent Perez, Germania/Francia/Gran Bretagna
  • Midnight Special di Jeff Nichols, Usa
  • Zero Days di Alex Gibney, documentario, Usa
  • Cartas da guerra (Letters from War) di Ivo M. Ferreira, Portogallo
  • Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!) di Mani Haghighi, Iran
  • Fuocoammare (Fire at Sea) di Gianfranco Rosi, documentario, Italia/Francia
  • Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery) di Lav Diaz, Filippine/Singapore
  • Kollektivet (The Commune) di Thomas Vinterberg, Danimarca/Svezia/Olanda
  • L’avenir (Things to Come) di Mia Hansen-Løve, Francia/Germania
  • Quand on a 17 ans (Being 17) di André Téchiné, Francia
  • Smrt u Sarajevu / Mort à Sarajevo (Death in Sarajevo) di Danis Tanović, Francia/Bosnia ed Erzegovina
  • Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love) di Tomasz Wasilewski, Polonia/Svezia
  • 24 Wochen (24 Weeks) di Anne Zohra Berrached, Germania
  • Chang Jiang Tu (Crosscurrent) di  Yang Chao, Cina
  • Inhebbek Hedi (Hedi) di Mohamed Ben Attia, Tunisia/Belgio/Francia
  • Soy Nero di Rafi Pitts, Germania/Francia/Messico

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