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Il cinema Disney live action in 10 film

Nel filone revival che sembra diventato il principale trend nella Hollywood contemporanea, Disney Pictures ha pensato di rimestare ancora una volta nel prezioso calderone della sua lunga storia cinematografica, proponendo il rifacimento di Dumbouscito la scorsa settimana nelle nostre sale. E’ soltanto l’ultimo esempio di un classico d’animazione Disney rifatto in live action e ne arriveranno presto altri: da Aladdin Il re Leone. Con questa lista andiamo un po’ più indietro, vedendo 10 film in live action della Disney precedenti a questa moda degli ultimi tempi…

1) Mary Poppins di Robert Stevenson (1964)

“Vento dall’est | la nebbia è là | qualcosa di strano fra poco accadrà | Troppo difficil capire cos’è | ma penso che un ospite arrivi per me”. Impossibile non partire dal cult per eccellenza nella tradizione live action della casa di Topolino, classico senza tempo dove una meravigliosa Julie Andrews (premiata con uno dei cinque Oscar vinti dal film) incarna la bambinaia che tutti vorremmo avere avuto da piccoli. Walt Disney impiegò oltre vent’anni a ottenere i diritti del romanzo di Pamela L. Travers (la storia è raccontata in Saving Mr. Banks con Tom Hanks e Emma Thompson), ma è un’attesa per cui è valsa la pena: Mary Poppins è sì cinema per bambini e quintessenza del Disney touch, ma anche capolavoro dagli infiniti substrati, inno alla purezza infantile, alla fantasia, alla libertà e al potere catartico di una risata. Sulla ricchezza visiva e sui numeri musicali dei fratelli Sherman, da Cam Caminì a Un poco di zucchero, che dire? Solo una parola: Supercalifragilistichespiralidoso.

Mary Poppins (1964)

Mary Poppins (1964)

 

2) Quattro bassotti per un danese di Norman Tokar (1966)

Cosa succede nel tranquillo ménage familiare di una giovane coppia borghese americana (Dean Jones e Suzanne Pleshette, entrambi semplicemente deliziosi) se si trovano a dividere lo stesso tetto con una bella cucciolata di bassotti e un adorabile ma gigantesco alano di nome Brutus? Ovviamente, ne deriva una catena infinita di catastrofi e distruzioni. Un classico senza età da rigustare a ogni passaggio televisivo, che ride con eleganza delle dinamiche matrimoniali e del rapporto talora bizzarro tra umani e amici a quattro zampe.

Quattro bassotti per un danese (1966)

Quattro bassotti per un danese (1966)

 

3) Un maggiolino tutto matto di Robert Stevenson (1968)

Alzi la mano chi non ha mai sognato di possedere un’auto con un’anima. Manca solo la parola a questa irresistibile quattroruote che riporta in auge un pilota in declino, corre come una Ferrari ed è più tenera e sensibile di tanti esseri umani. Torna Dean Jones affiancato dal corpo comico di Buddy Hackett, ma la vera protagonista è l’iconica Volkswagen Typ 1 con l’inconfondibile numero 53 sulla carrozzeria. Con tre sequel (Herbie il Maggiolino sempre più matto, Herbie al rally di Montecarlo – in cui Herbie si “innamora” di una Lancia! – e Herbie sbarca in Messico), una miniserie Tv (Herbie il Matchmaker), un tv movie (Il ritorno del maggiolino tutto matto) e un disastroso omaggio-remake con Lindsay Lohan, Herbie, il supermaggiolino. Esiste persino una sorta di saga-rifacimento prodotta in Germania ovest con protagonista il maggiolino Dudù.

Un maggiolino tutto matto (1968)

Un maggiolino tutto matto (1968)

 

4) Pomi d’ottone e manici di scopa di Robert Stevenson (1971)

Molti anni prima di diventare la perspicace – e menagramo – Jessica Fletcher in La Signora in giallo, l’immensa Angela Lansbury è l’apprendista strega pasticciona Eglantine Price, impegnata a soccorrere tre bambini sfollati da una Londra sotto le bombe della Seconda guerra mondiale e a trasportarli in un mondo meraviglioso. Tratto dai romanzi di Mary Norton, è una sorta di variazione sul tema di Mary Poppins, di cui conserva gli ingredienti (oltre al regista e all’attore David Tomlinson): la commistione di azione vivente e animazione con effetti visivi premiati con l’Oscar, i segmenti musicali, la rassicurante eroina materna, il racconto di formazione trasformato in favola fantasy. Certamente inferiore al film precedente, resta un classico per bambini di tutte le età.

Pomi d'ottone e manici di scopa (1971)

Pomi d’ottone e manici di scopa (1971)

 

5) Elliott, il drago invisibile di Don Chaffey (1977)

Tra i vari draghi che hanno popolato l’universo Disney (dal pacifico lucertolone del corto Il drago riluttante ai mostri presenti in La bella addormentata nel bosco e La spada nella roccia), Elliott è decisamente il più tenero e pasticcione, ma perché non leggere la storia dell’amicizia con il piccolo orfano Pete (Sean Marshall) come una parabola sull’accettazione del diverso? Più che per la riuscita narrativa, però, il film conta perché è tra i miglior esempi di tecnica mista tra animazione e live action, nonché primo film Disney registrato in Dolby Stereo. Peraltro con un cast non da poco, da Mickey Rooney a Shelley Winters e Red Buttons.

Elliott, il drago invisibile (1977)

Elliott, il drago invisibile (1977)

 

6) Tron di Steven Lisberger (1982)

Quando il cinema ha trasposto su celluloide gli albori della civiltà digitale, influenzando gran parte del genere fantascientifico a venire sia dal punto di vista contenutistico che tecnico. Tron è il primo film incentrato sul tema della realtà virtuale, nonché pionieristico esempio nell’uso di computer graphics. L’avventura del genio dei videogiochi Kevin Flynn (Jeff Bridges), dei compagni Alan (Bruce Boxleitner) e Lora (Cindy Morgan) e dei loro alter-ego artificiali è uno straordinario esperimento visivo (all’animazione contribuirono Moebius e un giovane Tim Burton). Se oggi gli effetti speciali possono apparire tecnologicamente datati, non è così per il suo avveniristico impianto iconografico: la pellicola non ha mai perso la sua aura di culto, tanto da meritarsi un sequel aggiornato all’era 2.0, Tron: Legacy di Joseph Kosinski (2010).

Tron (1982)

Tron (1982)

 

7) Navigator di Randal Kleiser (1986)

Quattro anni dopo lo sbarco al cinema del piccolo grande alieno protagonista di E.T., la fantascienza per famiglie domina Hollywood, come dimostrano casi quali Explorers o D.A.R.Y.L. Disney risponde con la storia straordinaria del piccolo David (Joey Cramer, enfant prodige la cui stella è presto tramontata), rapito da un’astronave aliena e trascinato in un continuum spazio-temporale. Un racconto di formazione che ha molti debiti con il capolavoro di Steven Spielberg, vedi l’amicizia tra il giovane protagonista e l’entità aliena (in questo caso, una nave spaziale “umanizzata”) e l’ode all’innocenza dell’infanzia contro l’ottusità del mondo adulto. Bella colonna sonora di Alan Silvestri, in un film che resta un cult per chi è stato bambino negli anni Ottanta.

Navigator (1986)

Navigator (1986)

 

8) Chi ha incastrato Roger Rabbit di Robert Zemeckis (1988)

Prendete tutti i classici della storia dell’animazione americana (Disney, ma anche Warner Bros, MGM, Paramount e altri) e frullateli in una parodia hard boiled metacinematografica, dove accade che un detective (Bob Hoskins) indaghi su un omicidio a Cartoonia incontrando Dumbo e Titti, un coniglio sia sposato con una bomba sexy che sta tra Rita Hayworth e Veronica Lake e un cattivo di inaudita perfidia si diverta a sciogliere teneri disegni animati in salamoia. Il tutto in mano a uno dei registi più innovativi dell’epoca – il Robert Zemeckis di Ritorno al futuro – che gira un capolavoro assoluto, tanto fantasioso e divertente da far trasecolare i bambini, così irriverente e audace da appassionare gli adulti. Nel quale Jessica Rabbit diventa il sogno proibito di ogni maschio a dispetto delle sue fattezze bidimensionali e ogni frame è un prodigio, tra gli occhioni di Betty Boop, le chiappe in fiamme di Yosemite Sam e le birbonate di Baby Herman. Producono la Touchstone Pictures – divisione autonoma della Disney – e la Amblin di Steven Spielberg, nel miglior esempio di tecnica mista possibile all’epoca (Oscar a effetti speciali, montaggio, montaggio sonoro, più un premio speciale per l’animazione). Piccolo particolare: il film non è invecchiato di un solo giorno.

Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988)

Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988)

 

9) Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi di Joe Johnston (1989)

Un fantasioso inventore (Rick Moranis, adorabile maschera comica che ha avuto la triste idea di ritirarsi dal cinema) crea un prodigioso raggio miniaturizzatore che rimpicciolisce per errore i suoi figli e quelli dei vicini. Ancora una volta, Disney ci porta a vivere un viaggio nel meraviglioso, supportato da effetti visivi che rendono una storia avventurosa, ma a tratti leziosa, puro e semplice spettacolo per gli occhi. Esordio alla regia di Joe Johnston, che non a caso sarà il regista di Jumanji (ma anche di Captain America: Il primo vendicatore); è stato seguito da Tesoro, mi si è allargato il ragazzino (1992) e Tesoro, ci siamo ristretti anche noi (1997) e ha inoltre originato un’omonima serie tv.

Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (1989)

Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (1989)

 

10) La maledizione della prima luna di Gore Verbinski (2003)

La saga Disney più fortunata degli anni 2000 non attinge a romanzi o a film precedenti, bensì addirittura a una celebre attrazione dei parchi di divertimenti Disney, Pirates of the Caribbean. Gore Verbinski lascia le atmosfere horror di The Ring per catapultare lo spettatore in una girandola che rinverdisce il genere piratesco mixandolo con elementi fantasy. Un profluvio di divertimento per famiglie da cui è nata l’icona del filibustiere Jack Sparrow, maschera parodistica e clownesca incarnata da un Johnny Depp costantemente sopra le righe (ispiratosi nel look addirittura a Keith Richards). Scatenato, seppur troppo lungo e non sempre riuscito, è stato fortunatissimo al botteghino, tanto da generare una lunga serie di sequel: Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (2006), Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (2007), Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (2011), Pirati dei Caraibi – I morti non parlano (2017). L’accoppiata Disney-Verbinski ha provato a ripetere i fasti con The Lone Ranger (sempre con Depp), che si è però rivelato un insuccesso al box office.

La maledizione della prima luna (2003)

La maledizione della prima luna (2003)

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