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Il cinema di Ridley Scott: la nostra top 5!

Regista metamorfico e perfezionista, Ridley Scott, dopo il folgorante esordio de I duellanti, ha segnato tutti i decenni di cinema a seguire, dapprima con due immortali capolavori di fantascienza come Alien e Blade Runner e, in seguito, con film di svariato genere, capaci di spaziare dalla revisione storica in chiave action de Il gladiatore Le crociate ai più recenti The Counselor – Il procuratore Sopravvissuto – The Martian, passando per il thriller Nessuna verità, la commedia Il genio della truffa, il film di mafia American Gangster e il road movie Thelma & Louise, destinato a segnare un’epoca e che gli valse anche la nomination all’Oscar come miglior regista.

Nel corso della sua lunga carriera Ridley Scott ha esplorato tutti i territori possibili del blockbuster, spesso spiazzando con le sue scelte e risultando puntualmente un regista sorprendente e imprendibile, tanto nei pieni come nei vuoti: fattosi le ossa nel mondo delle pubblicità, dai suoi esordi fino alle ultime parentesi delle sua filmografia Scott è riuscito a ritagliarsi un’autonomia artistica e creativa (spesso anche produttiva) che lo rendono un vero alieno a Hollywood, nonché uno dei più eclettici e turbinosi cineasti ancora oggi in circolazione.

Un filmmaker che non è mai dove ti aspetteresti che fosse, dal percorso accidentato e singolare. In occasione dell’uscita del suo ultimo film, Tutti i soldi del mondo, LongTake dedica a Ridley Scott il suo consueto appuntamento con la classifica della settimana, scegliendo i cinque film dell’autore britannico più meritevoli, secondo il giudizio della nostra redazione.

Ecco a voi, dunque, la top 5 dedicata al cinema di Ridley Scott.

5) Chi protegge il testimone

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Scott riesce a compensare la convenzionalità dell’intreccio creando con maestria atmosfere inquietanti e al contempo seducenti, oltre a prestare il fianco a riflessioni non banali sul tema dell’“apparenza”. La relazione tra Mike e Claire è, infatti, tutta giocata sui contrasti esteriori, ambientali e culturali: due mondi tendenzialmente incompatibili che si incontrano e si attraggono con spontaneità. Il film è quindi, anche, un riuscito mélo, sorretto da una pervasiva e ficcante tensione, da una regia ispirata e sempre funzionale e da un terzetto di protagonisti decisamente azzeccato.

Leggi qui la recensione completa del film.

4) I duellanti

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I duellanti, tratto da un racconto di Joseph Conrad, teorizza la poetica dell’autore britannico basata su un’idea di messa in scena fortemente espressiva in cui la forma si fa narrazione. Il duello reiterato all’infinito tra D’Hubert e Feraud perde progressivamente qualsiasi barlume di raziocinio, evidenziando sia la folle ossessione che attanaglia entrambi i protagonisti sia la ferocia di un odio tanto profondo quanto insensato che finisce per disumanizzarli: i corpi dei due protagonisti si trasformano, infatti, di duello in duello in fasci di luce impazziti, due figure indeterminate (riprese rigorosamente in controluce) che si scontrano violentemente in una danza macabra e irrazionale da cui nessuno può uscire vincitore.

Leggi qui la recensione completa del film.

 3) Thelma & Louise

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Road-movie che fotografa la chiusura di un’epoca, la fine dell’edonismo e del superomismo anni Ottanta con un significativo ribaltamento di prospettiva: due donne, infatti, sono protagoniste di quello che fino ad allora era stato uno dei generi cinematografici maschili per antonomasia. Scott mostra le enormi distese paesaggistiche che fanno da sfondo a miti e promesse di libertà per lo più disattese, emblemi di una società gretta e maschilista, in cui la violenza pare l’unico mezzo efficace per rivendicare la propria indipendenza e la propria dignità. La furiosa fuga delle due donne in cerca di libertà e destinate al fallimento, scontrandosi con ingiustizie e meschinità di varia natura, presta il fianco al latente pessimismo del regista: un pessimismo che raggiunge l’apice spettacolare nella celeberrima scena finale, entrata di diritto nell’immaginario collettivo.

Leggi qui la recensione completa del film.

2) Blade Runner 

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Libero adattamento del romanzo Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick, Blade Runner è una delle vette del cinema anni Ottanta, nonché precursore di quel post-moderno che ha nella contaminazione la sua principale peculiarità: dall’ibridazione tra generi (con una messa in scena che combina stilemi narrativi ed estetici della fantascienza e del noir) all’architettura barocca e al contempo futuristica che domina la città; dal crogiolo etnico e culturale della metropoli all’indistinguibilità tra esseri umani e replicanti. La Los Angeles tratteggiata da Scott è una città cupa, bagnata da una pioggia interminabile, caotica e spaventosa, artificiosa e angosciante. La visione pessimistica sul futuro di una società sempre più inumana, violenta e spietata è espressa attraverso le scelte estetiche e scenografiche che danno vita a un immaginario tanto inquietante quanto fascinoso e memorabile.

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1) Alien

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Capolavoro che travalica i generi: l’atmosfera fantascientifica vira lentamente ma inesorabilmente verso l’horror, sempre cadenzata da una tensione ansiogena da thriller claustrofobico. Uno spostamento che trova la sua incarnazione nella progressiva importanza che il personaggio di Ripley va ad acquisire con l’evolversi della narrazione, secondo violino che diventa protagonista ed emblema di un nuovo modello di eroina, destinato a far scuola. Ma la forza del film (opera seminale a tutti gli effetti) sta soprattutto nella sapiente scelta di non mostrare mai in primo piano l’alieno, una creatura misteriosa, multiforme e spaventosa, perfetta materializzazione fisica dell’anomalia e dell’ignoto. Capace di scavare all’interno dell’inconscio spettatoriale, alimentando in ognuno i propri fantasmi personali, Alien è anche un film ricco di potenti metafore: il design della creatura è carico di rimandi organici, mentre l’astronave Nostromo (il cui computer di bordo, non a caso, è chiamato “Madre”) funge da grembo materno in cui i personaggi trascorrono una travagliata gestazione, minata da un virus che vuole distruggerli prima che possano (ri)nascere.

Leggi qui la recensione completa del film.

QUI TROVATE L’INTERA FILMOGRAFIA DI RIDLEY SCOTT

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