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I colori del cinema iraniano al MIC

Dal 31 maggio al 30 giugno 2016 presso il MIC – Museo Interattivo del Cinema, Fondazione Cineteca Italiana presenta I COLORI DELL’IRAN CONTEMPORANEO, una rassegna che comprende oltre trenta titoli di cinema iraniano fra classici, inediti e cortometraggi che spaziano dalla Nouvelle Vague al cinema di animazione, con tre eventi speciali per inaugurare la TERRAZZA MIC, un nuovo spazio all’aperto proprio sopra la sala cinematografica, che potrà essere utilizzata dal pubblico come momento di svago e pausa caffè tra un film e l’altro, oltre a essere il luogo ideale per proiezioni estive, concerti, aperitivi.

La terrazza MIC inaugurerà durante la rassegna dedicata all’Iran contemporaneo con i seguenti eventi:
mercoledì 15 giugno h 18.30 presentazione del libro Iran 1970 di Gabriele Basilico
domenica 19 giugno h 21 concerto di musiche iraniane a cura di Amir Nazari e Vahid Haji Hossein, a cui seguirà un aperitivo con cucina iraniana.
domenica 26 giugno h 20.30 proiezione all’aperto dei cortometraggi di Abbas Kiarostami (Il coro + La ricreazione + Il pane e il vicolo + Due soluzioni per un problema).

Di Abbas Kiarostami, regista, sceneggiatore, montatore, poeta, fotografo, pittore e scultore iraniano, in programma anche alcuni dei più significativi lungometraggi, come Sotto gli ulivi, ambientato su un set di un film dove si intrecciano vicende vere e di finzione, Il sapore della ciliegia, uno dei suoi film più essenziali, asciutti e rigorosi, Il vento ci porterà via dove la storia di un ingegnere che deve girare un documentario sui riti funebri che si tengono in un villaggio del Kurdistan iraniano diventa l’occasione per approfondire segni antropologici e psicologici e altri due titoli, Dieci e Qualcuno da amare.

Mercoledì 15 giugno alle ore 18.30 la rassegna prevede anche la presentazione del libro Iran 1970 di Gabriele Basilico (ed. Humboldt, 2015), che contiene gli scatti fotografici del viaggio in Iran effettuato nell’estate del 1970 dal celebre fotografo. Presenta il libro Giovanna Calvenzi.

Grande protagonista della rassegna è Jafar Panahi, uno dei registi simbolo della Nouvelle Vague iraniana, coraggioso ambasciatore della libertà d’espressione e esempio vivente della forza sociale della Settima Arte. In programma alcuni dei suoi film più significativi, primo fra tutti Il palloncino bianco (1995), film con cui Panahi esordisce alla regia e ottiene la Camera d’or al Festival di Cannes per la migliore opera prima. Sin dal primo film il regista dimostra di essere capace di raccontare storie di gente semplice come quella di Teheran, giocando pirandellianamente sul labile confine tra realtà e finzione. Esempio di questa tendenza sono film come Lo specchio (1997), in cui la piccola protagonista del film a un certo punto si stanca delle riprese e comincia a vagare per la città, e Oro rosso (2003) dove la parte principale, quella di un uomo disperato che ricorre alla violenza nel tentativo di migliorare la propria condizione, è interpretata da uno schizofrenico. Panahi ottiene visibilità internazionale nel 2000, quando con Il cerchio conquista il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Estremamente critico nei confronti del regime teocratico del proprio Paese, ne ridicolizza spesso i paradossi e gli assurdi divieti, come nel kafkiano Offside (2006), storia di un gruppo di giovani donne confinate in una sezione dello stadio perché in Iran è vietato alle donne di assistere a partite di calcio. La parabola artistica di Panahi sembra giungere ad una brusca frenata nel 2010, quando il regista è arrestato con l’accusa di voler girare un film denigratorio nei confronti dell’appena rieletto presidente Mahmoud Ahmadinejad. Uscito dal carcere in seguito ad una sollevazione popolare da parte dei maggiori esponenti del mondo del cinema, viene messo ai domiciliari e gli è comunque interdetta la realizzazione di film per vent’anni, pena la reclusione. Ma la sete di cinema di Panahi lo porta ad eludere tali divieti, e a realizzare film in piena clandestinità. È in programma anche il suo ultimo film, Taxi Teheran, dove Panahi, che qui veste anche i panni del protagonista, sfida per l’ennesima volta il divieto impostogli dalla “giustizia” iraniana di girare film e realizza un piccolo capolavoro che mostra la quotidianità del vivere in un Paese in cui le contraddizioni si fanno sempre più stridenti. Con leggerezza il regista fa una lettura profonda della società raccontandoci la realtà che lo circonda facendo uso della finzione, raramente così “vera”.

In programma, poi, alcuni titoli di Mohsen Makhmalbaf: il film che lo rese conosciuto a livello mondiale, Viaggio a Kandahar (2001), odissea documentata nell’Afghanistan terribilmente devastato dalla guerra americana e martoriato dai talebani; lo psicologico Pane e fiore (1996), una attenta riflessione sul cinema e sicuramente da non perdere La mela, diretto dalla figlia di Mohsen, Samira, e presentato al Festival di Cannes nel 1998.

Non mancano titoli della cinematografia più recente, fra tutti da segnalare quelli di Asghar Farhadi: Fireworks Wednesday, vincitore del Festival Internazionale di Locarno; l’intenso About Elly, Orso D’Argento a Berlino per la miglior regia; il drammatico Una separazione, ennesima prova di grande spessore narrativo e ideologico e il suo primo film francese, Il passato, presentato al Festival di Cannes, dove la protagonista Berenice Bejo si aggiudica il premio come migliore attrice.

Presenti nella retrospettiva anche due esempi di cinema d’animazione: The Boy, the Musical Instrument and the Bird di Farshid Mesghali, che racconta la storia di un bambino che incontra un uccello fantastico che gli fa scoprire il mondo della musica e Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, capolavoro autobiografico del 2007 in cui la vita dell’autrice si incrocia con le sorti dell’Iran e l’instaurazione della Repubblica Islamica. Della coppia Paronnaud – Satrapi in rassegna anche il bellissimo Pollo alle prugne (2011), graphic novel in live action e animazione fiabesca, che il 24 giugno alle ore 19 sarà introdotto dall’esperto e critico cinematografico Fulvio Capezzuoli.

Per il calendario delle proiezioni, cliccate qui.

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