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Helen Mirren presenta a Roma La vedova Winchester: “La mia storia di fantasmi”

Helen Mirren ha presentato stamattina a Roma il suo nuovo film, La vedova Winchester dei fratelli Spierig: protagonista è Sarah Winchester (Helen Mirren), ereditiera della rinomata industria delle armi Winchester, convinta di essere perseguitata dalle anime uccise dai fucili dell’azienda della sua famiglia. Quando il marito e il figlio vengono a mancare, la donna si dedica allora giorno e notte, senza sosta alcuna, alla costruzione di una magione che tenga gli spiriti a bada.


Un’incursione nell’horror e nel soprannaturale, dunque, per la grande attrice britannica. Di seguito vi proponiamo il resoconto completo della conferenza stampa di stamattina, con tutti i punti toccati dalla Mirren e le relative dichiarazioni.


Horror? No, ghost story


Non penso che sia un film horror, ma una storia di fantasmi, una cosa molto diversa per me. Questo film ha una narrazione classica, a me dopotutto l’horror non piace mentre amo le ghost stories e penso siano parte integrante dell’esperienza umana.


Una storia vera


Ho accettato il ruolo perché si trattava di una storia vera, ma anche per via della presenza di due giovani cineasti, coi quali a me piace sempre lavorare. La casa del film è reale ed è rimasta in piedi nonostante il terremoto di San Francisco che l’ha distrutta, è visitabile ancora oggi. La donna che interpreto, estremamente ricca, era una sorta di eremita, che continuava a costruire questa casa giorno e notte per imprigionarvi gli spiriti delle anime uccise dai fucili Winchester, azienda della quale era erede. Questa è senz’altro la leggenda più celebre tra quelle che le sono state attribuite.


Il rapporto col soprannaturale


Non credo nei fantasmi, ci crederò nel momento in cui ne vedrò uno! Credo però nel potere dell’immaginazione umana, credo nel credere, se così si può dire, ma abbiamo ancora tanta strada da fare nel campo della spiritualità. Diciamo che mi definisco agnostica, in attesa di trovare conferme maggiori.


Casa di bambola


Ho visitato la vera casa di Sarah Winchester, è un edificio enorme e straordinario, ti ci puoi perdere dentro e dopo due minuti che sei entrato non sai più dove sei. Però Sarah Winchester era una donna minuta e in fondo sembra una casa di bambole con infinite stanze. Non si hanno molte informazioni su di lei, essendosi ritirata dalla vita come la regina Vittoria, è entrata in lutto e non ne è mai uscita. Indossava spessissimo questo velo nero che la nascondeva e la copriva, però era una donna con un’enorme energia creativa, che ha profuso nella costruzione di questa casa. Entrando nella dimora ci sono due pannelli cariche di citazioni shakespeariane da opere meno note e conosciute, Troilo e Clessida e Riccardo II, di cui cerchi di comprenderne il significato ma che ti sfugge costantemente. Dal punto di vista psicologico era un personaggio estremamente interessante da capire, da penetrare.


Il disonore delle armi


Non vedo fine alla cultura delle armi in America, le armi fanno guadagnare tanti soldi. Ma anche tanti paesi tra le nazioni sviluppate sono colpevoli: la Gran Bretagna, da cui provengo, ma pure la Cina, la Russia, l’Italia, la Francia. Vendono le armi ai signori della guerra e giorni fa ho letto che delle armi che avevano ucciso dei bambini erano state fabbricate in Italia. Direi che è facile puntare il dito solo contro gli Stati Uniti d’America, ma dobbiamo sentirci tutti responsabili. Questo però è un film di puro intrattenimento, buono per una serata per stringere il partner tra uno spavento e l’altro, non ha ambizioni più profonde se non quella di divertire e fare un po’ paura.


Ella & John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì


Abbiamo deciso di fare uscire il film a marzo, forse in un periodo non più rilevante per l’Oscar. A prescindere dall’assenza di candidature agli Oscar per il film mi è piaciuto molto lavorare con Paolo Virzì, è un film di cui vado molto orgogliosa. Dopotutto fai un film per il piacere di farlo, non certo perché speri di essere candidata…


Pazzo è bello


Mi piacciono i pazzi, sono divertenti, mi piace l’idea di uno che va in giro per strada con le calze rosse e il tutù giallo! Secondo me i veri pericolosi non sono i pazzi, ma i calcolatori, quelli che calibrano ogni cosa al millimetro con dei secondi fini. Magari però sto facendo una generalizzazione, e io odio le generalizzazioni…


#MeToo: un lento cambiamento


La domanda da porsi è perché c’è voluto così tanto. Non ho una risposta, ma un cambiamento di natura culturale richiede magari una generazione e qualcosa di estremamente lunga. Forse occorre guardare le cose da una prospettiva molto più ampia e chiedersi quale fosse la prospettiva delle donne nella Prima guerra mondiale, per esempio, e quella delle donne oggi. Si tratta, però, del ribollire di un magma sotto la crosta della cultura, le donne dopotutto duecento anni fa non potevano esprimere il loro parere, non avevano voce. Siamo però in un momento storico vulcanico, il magma è ormai fuoriuscito e suggerisco a chi pensa che questo magma possa raggiungerlo in breve tempo di scansarsi!


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