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Aspettando gli Oscar: le previsioni sulla notte più attesa dell’anno

A poco più di un mese dalla 88° edizione degli Academy Awards, che si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il prossimo 28 febbraio, i vari nominati affilano le armi in vista della volata finale. È infatti già entrata pienamente nel vivo la cosiddetta Awards Season, la stagione dei premi precedenti agli Oscar che inevitabilmente ne indirizzano e influenzano le sorti, prefigurando e delineando gli scenari della notte delle stelle. Numerosi premi delle guilds americane sono ancora da assegnare e di sicuro rappresenteranno come di consueto un ago della bilancia decisivo nelle settimane a venire, ma intanto è già possibile fare il punto sui favoriti, sui titoli e i nomi che a oggi sembrano avere più possibilità di portarsi a casa l’ambita statuetta. 

Miglior film

• La grande scommessa (The Big Short), regia di Adam McKay
• Il ponte delle spie (Bridge of Spies), regia di Steven Spielberg
• Brooklyn, regia di John Crowley
• Mad Max: Fury Road, regia di George Miller
• Sopravvissuto – The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott
Revenant – Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu
• Room, regia di Lenny Abrahamson
• Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy

Dopo la vittoria ai Golden Globe il lanciatissimo The Revenant pareva essersi già imposto come la squadra da battere, forte anche delle sue ben 12 nomination all’Oscar e di un notevole successo al box-office, un parametro da non sottovalutare nella corsa alla statuetta dorata. Quest’anno però, in scia con gli scenari delle ultime edizioni, non pare esserci un dominatore assoluto nella categoria principale, e i concorrenti del film di Iñárritu hanno già fatto sentire la loro voce accaparrandosi dei riconoscimenti importanti, anche più dei Golden Globe, votati dalla stampa estera di Hollywood e non dall’Academy: Spotlight ha infatti conquistato il Critics Choice Award e il premio come miglior cast ai SAG e La grande scommessa addirittura un inaspettato PGA (Producers Guild Award), un premio di categoria particolarmente importante e influente che ha fatto salire vertiginosamente le sue quotazioni come miglior film. In assenza di un frontrunner univoco, legittimo aspettarsi delle sorprese anche clamorose, anche se alla fine dovrebbe spuntarla proprio The Revenant. Difficile invece un’affermazione per Mad Max: Fury Road, nonostante le ben dieci nomination di partenza e i molti fan. 

 Miglior regista

• Lenny Abrahamson – Room
Alejandro González Iñárritu – Revenant – Redivivo (The Revenant)
• Tom McCarthy – Il caso Spotlight (Spotlight)
• Adam McKay – La grande scommessa (The Big Short)
• George Miller – Mad Max: Fury Road

Nella categoria di miglior regista l’unico che poteva insidiare la vittoria di Alejandro González Iñárritu, già premiato con il Golden Globe, era la vecchia gloria George Miller, vincitore del Critics Choice Award. Ma dopo la vittoria del Directors Guild Award da parte del cineasta messicano non sembrano esserci più dubbi e Iñárritu pare prepotentemente avviato verso una clamorosa doppietta come miglior regista dopo la vittoria nel 2015 per Birdman. Un record clamoroso riuscito solo ad altri due registi nella storia dell’Academy: John Ford, premiato nel ’41 e nel ’42 per Furore e Com’era verde la mia valle, e Joseph L. Mankiewicz, che vinse nel ’50 e nel ’51 rispettivamente per Lettera a tre mogli ed Eva contro Eva

Miglior attore protagonista

• Bryan Cranston – L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
• Matt Damon – Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Leonardo DiCaprio – Revenant – Redivivo (The Revenant)
• Michael Fassbender – Steve Jobs
• Eddie Redmayne – The Danish Girl

Leonardo DiCaprio si avvia a vincere uno degli Oscar più annunciati e prevedibili degli ultimi anni: il tanto agognato e ormai scontato premio per l’interpretazione del divo in The Revenant azzera di fatto le chance per tutti gli altri nominati, chiamati a una semplice passerella. E l’assegnazione del SAG a Di Caprio non lascia spazio a dubbi di nessun tipo.

 Miglior attrice protagonista

• Cate Blanchett – Carol
Brie Larson – Room
• Jennifer Lawrence – Joy
• Charlotte Rampling – 45 anni (45 Years)
• Saoirse Ronan – Brooklyn

Piuttosto telefonato anche l’Oscar alla miglior protagonista, in linea con le ben poche sorprese che da molto tempo a questa parte caratterizzano le scelte dell’Academy in fatto di attori (quest’anno fa eccezione, come vedremo, solo la categoria delle attrici non protagoniste). Con ogni probabilità sarà infatti la Brie Larson di Room, già vincitrice anche del SAG, a portarsi a casa la statuetta e nessun’altra delle candidate dà l’idea di poter insidiare il suo status di vincitrice annunciata.

Miglior attore non protagonista

• Christian Bale – La grande scommessa (The Big Short)
• Tom Hardy – Revenant – Redivivo (The Revenant)
• Mark Ruffalo – Il caso Spotlight (Spotlight)
• Mark Rylance – Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Sylvester Stallone – Creed – Nato per combattere (Creed)

Il Mark Rylance de Il ponte delle spie ha già conquistato premi su premi, ma l’Oscar al best supporter sembra aver preso nettamente la via di Sylvester Stallone, che torna nei panni struggenti di un Rocky Balboa provato dal tempo, dalla vita e anche dalla malattia. Ingredienti perfettamente in linea con i parametri consueti dei ruoli da Oscar e con i desiderata dell’Academy, e Sly dal canto suo ha già vinto Golden Globe e Critics Choice Award.

Miglior attrice non protagonista

• Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
• Rooney Mara – Carol
• Rachel McAdams – Il caso Spotlight (Spotlight)
Alicia Vikander – The Danish Girl
• Kate Winslet – Steve Jobs

Categoria stranamente agguerrita come non accadeva da anni, che vede anche i bookmakers dividere piuttosto equamente i loro favori della vigilia tra Alicia Vikander, Rooney Mara e Kate Winslet. Quest’ultima, già vincitrice del Golden Globe, potrebbe spuntarla ai punti, ma le quotazioni hollywoodiane sempre più in rialzo dell’attrice svedese lasciano spazio a più di un dubbio (e il SAG vinto di sicuro ne aumenta la chance di vittoria finale).

Miglior film d’animazione

• Anomalisa, regia di Charlie Kaufman e Duke Johnson
• Il bambino che scoprì il mondo (O Menino e o Mundo), regia di Alê Abreu
• Inside Out, regia di Pete Docter e Ronnie del Carmen
• Shaun, vita da pecora – Il film (Shaun the Sheep Movie), regia di Mark Burton e Richard Starzak
• Quando c’era Marnie (思い出のマーニー Omoide no Mānī?), regia di Hiromasa Yonebayashi

Un Oscar praticamente già assegnato: il meraviglioso ed epocale Inside Out di Pete Docter (uno dei **** di LongTake) naviga a vele spiegate verso un’altra statuetta dorata per la Pixar. Il film è nominato anche come miglior sceneggiatura originale e, ci permettiamo di aggiungere, sarebbe stata a dir poco sacrosanta anche una nomination come miglior film.

Miglior film straniero

• El abrazo de la serpiente, regia di Ciro Guerra (Colombia)
• Mustang, regia di Deniz Gamze Ergüven (Francia)
• Il figlio di Saul (Saul fia), regia di László Nemes (Ungheria)
• Theeb, regia di Naji Abu Nowar (Giordania)
• A War (Krigen), regia di Tobias Lindholm (Danimarca)

La stupefacente e raggelante opera prima di László Nemes Il figlio di Saul è il frontrunner assoluto per la miglior pellicola in lingua straniera, complice un tema fortissimo, maneggiato con incredibile rigore formale, e una trafila verso gli Oscar a dir poco impeccabile. Già vincitore del Grand Prix a Cannes e del Golden Globe, un film pluripremiato che non si farà mancare l’ultima e più prestigiosa tappa della stagione dei premi.

Nelle altre categorie, legittimo puntare sulla vittoria di Spotlight nella categoria miglior sceneggiatura originale e de La grande scommessa come miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio (due premi molto importanti, che ben si accordano a un’ipotetica come miglior film), anche se in quest’ultima categoria forte è il pressing di Mad Max: Fury Road. Piuttosto scontato anche il terzo Oscar di fila (un record assoluto) al direttore della fotografia messicano Emmanuel “Chivo” Lubezki per The Revenant e il primo di una lunga carriera per Ennio Morricone, escluso l’Oscar alla carriera del 2007, per la colonna sonora di The Hateful Eight di Tarantino. Non resta che aspettare la notte del 28 febbraio e la cerimonia condotta da Chris Rock per scoprire tutti i vincitori. 

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