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Milano Film Festival 2016 – Al MIC è la sera di Film/NotFilm

Da sempre il Milano Film Festival è riuscito a contraddistinguersi per la sua voglia di ringiovanirsi e reinventarsi anno dopo anno. Un 2016 in continua evoluzione, grazie a nuovi e promettenti autori, non solo del mondo del cinema ma in tutti gli ambiti culturali. Tuttavia una rispolverata alle vecchie pellicole del passato non fa mai male: noi di Long Take abbiamo deciso di consigliarvi una chicca che senza dubbio vi piacerà.

Domani sera al MIC (Museo Interattivo del Cinema) avrete l’opportunità di gustarvi sul grande schermo (in copia restaurata) il capolavoro diretto da Alan Schneider, Film. Dopo aver compiuto quest’anno la bellezza di 51 anni (il film uscì nel 1965), Film è considerato uno dei migliori cortometraggi della storia del cinema. In soli 20 minuti, ci sarà la possibilità di godere di quello che fu il risultato del lavoro congiunto tra vere e proprie leggende: il premio Nobel Samuel Beckett (autore di Aspettando Godot), all’apice della sua carriera, scrisse un solo cortometraggio (Film, appunto); Alan Schneider, regista teatrale, decise di farne una trasposizione cinematografica, scegliendo come attore principale Buster Keaton, ritenuto ancora oggi uno degli attori più famosi del cinema muto. Ricordato anche per essere una delle ultime apparizioni di Keaton sul grande schermo, Film riuscì a dare all’attore il meritato posto fisso tra le stelle indimenticabili della serttima arte.

Un uomo, che vediamo solo di spalle, sembra fuggire da un invisibile “occhio” che lo segue ossessivamente. Due passanti e un’anziana signora rimangono inorriditi di fronte a quello stesso occhio. Anche nel suo appartamento, l’uomo non può sfuggire alla presenza che lo perseguita.

Ancora oggi, a distanza di mezzo secolo, l’opera rimane oggetto di studio e dibattito. Componendosi di poche scene senza colonna sonora né dialoghi (l’unico suono è l’assordante “sssst!” di una donna), la pellicola costruisce la trama sull’inseguimento quasi maniacale del protagonista. Nel racconto vengono trapiantati il teatro dell’assurdo e il principio filosofico dell’esse est percipi (“essere è essere percepiti”) di George Berkeley, in un’oscuro e ostico apologo di impressionante modernità. Purtroppo questa fu l’unica incursione di Beckett nel mezzo-cinema: non ci resta che coglierne tutte le potenzialità e ricordare il suo prezioso contributo.

Credete sia finita qui? Ovviamente no. Subito dopo la proiezione del corto, il MFF ha deciso di approfondire l’argomento proiettando il documentario NotFilm diretto da Ross Lipman. La pellicola vuole essere un omaggio e un’analisi di studio e divulgazione nei confronti di due icone del ‘900: presentando materiale inedito, Lipman va alla ricerca più minuziosa di tutto quello che ci fu dietro a Film. Sicuramente un documentario toccante, capace di mostrarci la lavorazione di Film e dell’idea che ne diede vita. Un semplice, strano ma alquanto geniale pensiero, punto di partenza per un’opera da applausi.

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