News
Rapture: 8 ore di Hip Hop firmate Netflix

“La cosa più dura per ogni Mc è trovare la propria voce, il proprio stile”

Queste parole calzano alla perfezione per descrivere l’essenza di Rapture, documentario Netflix di 8 puntate in cui si racconta il mondo dell’hip-hop, attraverso le voci di chi lo vive, di artisti affermati o emergenti e di chi sta dietro le quinte di un genere musicale che sta probabilmente viveno il suo periodo d’oro, almeno a livello di consenso di pubblico. Come spesso è accaduto, ad esempio anche nelle serie biografiche, la produzione Netflix cerca di scavare nell’intimità dei personaggi, di raccontare la persona che vive sotto la maschera dell’artista, cercando quindi di mettere il pubblico in contatto diretto con la star, in maniera più o meno efficace. Si parte con Logic, passando poi per Nas e T.I., G. Eazy, 2 Chainz, Rapsody, Just Blaze e Da Boogie Wit Da Hoodie: ognuno con la sua storia, il suo stile, il suo modo di vivere e di rapportarsi alla musica che è filo conduttore di un documentario chiaramente rivolto agli appassionati del genere, ma anche agli amanti della musica in generale, pur essendo altalenante e non sempre efficace nella sua costruzione. Interessante notare come la musica sia effettivamente un beat di sottofondo, sul quale sono le parole e le storie di vita degli artisti ad essere i veri protagonisti, con interventi di genitori, amici d’infanzia, parenti: di chi li conosce a fondo, insomma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tuttavia, la serie vive di alti e bassi, perché l’episodio su Logic è abbastanza convenzionale, il rapper bianco tra i neri (senza scomodare Eminem) spinge anche sul classico “se non avessi fatto il rapper sarei un tossicodipendente e probabilmente in galera, perché questa è la vita che ho visto sin da bambino”. L’episodio che vede Nas protagonista funziona bene, percorrendo la carriera di uno dei rapper più importanti della storia, sin dal 1994, quando esordì con l’album Illmatic. Sono però tre gli episodi che si discostano dal classico documentario biografico raccontato, ad esmpio, anche da G. Eazy (“La musica è la mia terapia, il mio rifugio”), e sono, per ragioni diverse, quelli che riguardano T.I., Rapsody e Just Blaze. Il primo è quello che lascia più perplessi, rischiando più volte di cadere nella trappola della retorica, concentrandosi sulla questione razziale, Malcolm X, Martin Luther King, che lo hanno portato a scrivere Us or Else per dare un supporto al movimento Black Lives Matter. Rapsody è invece l’episodio migliore, in quanto la ragazza, dopo aver spiegato l’origine del suo nome – “La musica per me è poesia con emozioni. È come ti senti e usi le parole per esprimerti. La gente deve conoscermi per questo” – declina la sua esperienza artistica facendo parallelismi sulla questione femminile, sul ruolo della donna nella società, ma senza esasperarne i concetti e scadere in banalità o luoghi comuni: la ragazza, notata da Dr. Dre e Jay-Z, è una delle poche artiste femminili ad aver ottenuto grande successo nel mondo del rap. Discorso diverso per quanto riguarda Just Blaze, che non è rapper ma produttore, e dunque racconta ciò che avviene dietro le quinte di un album, come si costruiscono i beats e quali siano state le sue ispirazioni, chi siano i suoi modelli e come sia arrivato a diventare uno dei maggiori produttori del panorama hip-hop. Il gran merito di Rapture risiede nell’aver raccontato l’hip-hop sotto diversi punti di vista, permettendo agli appassionati di avere uno sguardo e un approfodnimento differente sulla musica, a seconda dell’artista che (si) racconta. Tuttavia, non tutti gli episodi sono all’altezza delle aspettative e in più di un’occasione si ha la sensazione che ci si stia perdendo in luoghi comuni o in ridondanze che, sì, sono tipiche e caratteristiche del rap statunitense, ma alla lunga potrebbero rischiare di perdere in efficacia. Diverso il discorso per quanto riguarda gli appassionati, in tal caso probabilmente molti aneddoti saranno già conosciuti, ma, soprattutto quando il contenuto trascende la carriera e la biografia dell’artista, si ha un valore aggiunto che merita la visione.

Maximal Interjector
Browser non supportato.