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Star Wars – Quarant'anni stellari

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

Il tempo è il 1944, la “galassia lontana lontana” è Modesto, California. In quella cittadina come tante, a 500 km da Hollywood (ma la Fabbrica dei Sogni è in realtà distante anni luce), nasce George Walton Lucas Jr., figlio del proprietario di un emporio e apparentemente destinato all’anonimato di una vita qualunque. Una storia non troppo diversa da quella di Luke Skywalker, il giovane contadino del desolato pianeta Tatooine che diventa un eroico cavaliere Jedi. Proprio come il suo personaggio più famoso, anche il futuro di Lucas avrà in serbo molte sorprese.

Alec Guinness e George Lucas

Alec Guinness e George Lucas

 

Fuggito dalla sua sonnolenta cittadina e laureatosi in cinema a Los Angeles, a fine anni Sessanta si lega a un certo Francis Ford Coppola, alla ricerca di una libertà creativa che segna il fermento irripetibile della New Hollywood. Il primo vero successo di Lucas è proprio il film in cui si riconcilia con gli orizzonti limitati della sua Modesto, il manifesto generazionale a ritmo di rock American Graffiti (1973). Un paio d’anni prima, però, ha girato un piccolo film sperimentale, un flop tuttora amato solo dai cinefili più incalliti: L’uomo che fuggì dal futuro lascia già intendere come la sua dimensione ideale sia la fantascienza, anche se il mondo distopico di questa pellicola sembra lontanissimo dalla gigantesca epopea galattica che prenderà forma di lì a poco.

American Graffiti (1973)

American Graffiti (1973)

 

Alle origini di Star Wars c’è l’idea di adattare il fumetto Flash Gordon di Alex Raymond. I costi dei diritti e la scarsa libertà di manovra lo spingono però a optare per un soggetto originale e, subito dopo American Graffiti, Lucas redige le diverse stesure di quello che diventerà lo script di Guerre stellari, caleidoscopica space opera che frulla dozzine di suggestioni multimediali. Da una parte, il Mito e il romanzo cavalleresco incontrano la narrativa popolare, dal già citato Flash Gordon a John Carter di Edgar Rice Burroughs, da Buck Rogers di Philip Francis Nowlan al monumentale Dune di Frank Herbert. Dall’altra, Lucas omaggia la storia della settima arte in modo quasi ossessivo: La fortezza nascosta e altri film di Akira Kurosawa si mescolano al western e, in particolare, a Sentieri selvaggi di John Ford (un riferimento che tornerà più avanti nella saga, in Episodio II – L’attacco dei cloni). In un immaginario tecnologicamente avanzato, con spade laser e viaggi spaziali, si muovono così principesse guerriere e cavalieri erranti (gli Jedi) ma la base sta in un concetto spirituale, la Forza, che diventerà un vero e proprio tormentone della cultura pop (dando pure vita a una religione, il jedismo, ma questa è un’altra storia). A reggere le fila di questo epos è la fervida immaginazione di Lucas, eterno Peter Pan che si fa demiurgo di un nuovo universo allegorico, popolato da centinaia di pianeti e razze aliene.

Rifiutato da United Artists e Universal, il film è distribuito da 20th Century Fox, che pure crede poco al progetto: non immaginano che, benché accettato in pochissime sale e praticamente privo di grandi star, Guerre stellari incasserà la cifra stratosferica di 460 milioni di dollari negli Usa e 775 worldwide. Il 1977 si delinea così come una data spartiacque nella storia del cinema: nascono il modello blockbuster e una nuova visione nell’utilizzo degli effetti speciali, mentre l’industria cinematografica americana conosce una svolta che porterà alla riaffermazione dei grandi studios. La favola futuristica esce dai confini dello schermo grazie all’enorme fortuna del merchandising, di cui Lucas, con grande lungimiranza, si assicura interamente gli introiti. Il successo, naturalmente, consente al regista di dare vita ad altri due capitoli di una trilogia, alla luce dei quali il capostipite sarà poi reintitolato Episodio IV – Una nuova speranza.

 

La sceneggiatura de L’impero colpisce ancora (1980), a partire dal trattamento di Lucas, viene commissionata alla veterana Leigh Brackett (Il grande sonno), ma poi interamente riscritta da Lawrence Kasdan, mentre la regia è affidata a Irvin Kershner. L’impianto epico-fiabesco si tinge di sfumature dark, dirigendosi verso uno scavo psicologico nei personaggi. Il racconto di formazione di Luke mostra la maturazione dell’eroe, così come acquistano complessità i co-protagonisti Han Solo e Leia, ormai lontanissima dai cliché della Damsel in Distress. Mentre fa il suo ingresso in soundtrack l’inquietante Marcia imperiale (sull’importanza della straordinaria colonna sonora sinfonica di John Williams si potrebbero scrivere libri interi), il vero momento cult è l’agnizione finale tra Luke e Darth Vader, quell’“I am your father” che resta una delle battute più citate nella storia del cinema.

L'Impero colpisce ancora (1980)

L’Impero colpisce ancora (1980)

 

Anno 1983: il cerchio si chiude (per ora) con Il ritorno dello Jedi, scritto da Lucas e Kasdan e diretto da Richard Marquand. Da poco papà della figlia adottiva Amanda, Lucas indirizza la saga verso lo spettacolo per famiglie, con personaggi di contorno a misura di bimbi (i teneri ma poco amati Ewoks) e una struttura più giocosa, in formato parco di divertimenti. Il commiato della trilogia originale avviene però nel segno di un finale indimenticabile, con il confronto edipico Luke/Darth Vader. Per la cronaca, il titolo del film doveva essere La vendetta dello Jedi, ma venne modificato da Lucas a poche settimane dall’uscita. Il motivo? Semplice: uno Jedi non si vendica mai.

 

Dopo Il ritorno dello Jedi, la trasformazione di Lucas è completata: l’autore sperimentale e indipendente si è trasformato nel più ricco tycoon del mondo dell’entertainment. Accantonata la regia, sembra preferire la produzione (creatore di un’altra fortunata saga, quella di Indiana Jones, lascia che a dirigere sia Steven Spielberg) e la ricerca tecnologica, con la sua azienda di effetti speciali Industrial Light & Magic. Nonostante alcuni spin off televisivi, l’idea di proseguire Star Wars, che nel progetto iniziale si dipanava lungo nove episodi, pare definitivamente accantonata. Fino a quando, negli anni Novanta, il grande successo di romanzi e fumetti ambientati nel cosiddetto Universo Espanso di Star Wars convince Lucas a rimettere mano alla sua creatura. Dopo aver pubblicato in home video versioni rimasterizzate dei film (per certi versi discutibili), decide di raccontare in una nuova trilogia “prequel” gli eventi che hanno preceduto Una nuova speranza, ovvero la genesi dell’Impero Galattico e la trasformazione di Anakin Skywalker nel malvagio Darth Vader.

Grazie alle nuove tecnologie, la fantasia di Lucas (che torna dietro la macchina da presa dopo 22 anni) può sbizzarrirsi nella creazione di nuovi mondi, popoli alieni e interi eserciti creati digitalmente. Uno sfarzo visivo che nell’attesissimo Episodio I – La minaccia fantasma (1999) non corrisponde purtroppo ad altrettanta qualità dal punto di vista narrativo e di scrittura. Nonostante i legami con la trilogia originale e gli elementi cult (la corsa degli sgusci ispirata a Ben-Hur, il triello tra Obi-wan Kenobi, Qui-gon Jin e l’iconico Darth Maul), una trama farraginosa e una certa prolissità rendono il film una grande delusione per i fan. Qualcosa si rompe nel rapporto tra Lucas e il suo pubblico, che convoglia il rammarico nell’odio feroce per il “capro espiatorio” Jar Jar Binks, certamente il personaggio più detestato della saga. In questo malriuscito capitolo c’è spazio per un po’ di orgoglio italiano, dal momento che il palazzo reale di Naboo è ricreato nella splendida reggia di Caserta.

Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999)

Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999)

 

L’Italia (in particolare il lago di Como) figura anche tra le location di Episodio II – L’attacco dei cloni (2002), certamente un passo in avanti rispetto al predecessore (seppure anch’esso poco amato dal fandom più irriducibile). A differenza degli altri film, il nucleo centrale della vicenda è una love story, quella tra Anakin e Padme; un elemento che, al di là dei dialoghi in stile soap opera, Lucas ritiene fondamentale per lo sviluppo della saga. L’amore, in fin dei conti, è il motore che muove le fila dell’intera vicenda, in quanto causa del futuro passaggio al Lato Oscuro di Skywalker come pure della sua redenzione: Darth Vader è un Faust che vende l’anima al Male non per avidità di potere, ma perché spinto dalle ragioni del cuore, in una parabola intimista che si lega a filo doppio alla tematica politica che pervade l’intera epopea.

Star Wars: Episodio II – L'attacco dei cloni (2002)

Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni (2002)

 

Proprio quest’ultima si afferma definitivamente in Episodio III – La vendetta dei Sith (2005), come i precedenti scritto e diretto da Lucas. È la cronaca di come una democrazia si trasforma in dittatura con il consenso del popolo, un’allegoria della Storia umana ben riassunta in una delle più lucide battute della saga («È così che muore la libertà. Sotto scroscianti applausi», dice Padme) e che mostra finalmente la raggiunta maturità della trilogia prequel, in un terzo episodio assai superiore ai precedenti. Notevole sia nei dialoghi che nell’impianto visivo, girato in digitale con fondali interamente ricostruiti in CGI, avanza inesorabile verso un’ultima parte di grande potenza che si chiude (cosa insolita per un fantasy) con un finale tragico e pessimista. Al tramonto dei due soli di Tatooine si torna là dove tutto era iniziato nel 1977 e si celebra probabilmente il canto del cigno del Lucas-pensiero. Per Star Wars, però, non è un addio, ma solo un arrivederci.

 

Nel 2012 avviene la rivoluzione, corrispondente a una delle più importanti fusioni aziendali nella storia del cinema: Disney Pictures acquista LucasFilm e annuncia il prosieguo della saga. Inizialmente indicato come “consulente creativo”, Lucas viene in realtà praticamente messo da parte (nessuna delle sue idee viene presa in considerazione) e la casa di Topolino ridà vita a un nuovo percorso che nasce ufficialmente nel dicembre 2015, con l’uscita di Episodio VII: Il Risveglio della Forza, un primo sequel che riporta sullo schermo anche gli eroi della trilogia originale.

George Lucas e J. J. Abrams

George Lucas e J. J. Abrams

 

Sono già in cantiere altri due episodi, in sala nel 2017 e 2019, oltre a opere “collaterali” (annunciati Rogue One, un film sulla giovinezza di Han Solo e un terzo probabilmente incentrato su Boba Fett) che andranno a formare una nuova epopea destinata a popolare gli schermi per i prossimi anni. La recente affermazione di Kathleen Kennedy, presidente di LucasFilm, fa venire l’acquolina in bocca e risuona al contempo come un monito implacabile: «Se siete abbastanza vecchi – come me – da aver visto il primo Star Wars in sala all’epoca, probabilmente non sarete in vita quando uscirà l’ultimo. È il franchise infinito». I veri sogni, si sa, non tramontano mai.

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