News
The Punisher: missione compiuta!

Che potessero esserci dubbi sulla qualità di Punisher, ultima collaborazione tra Marvel e Netflix,  è lecito pensarlo, visto che Luke Cage e Iron Fist non erano state entusiasmanti e che anche Defenders ha solo parzialmente convinto. Punisher, tuttavia, conferma quanto di buono mostrato nell’episodio pilota e riesce a smarcarsi dall’ingombrante ombra di Daredevil, di cui è spin-off, e a regalare agli spettatori una serie tv sui supereroi di discreta fattura, unica nel suo genere e per questo meritevole di attenzione per gli appassionati, e forse non solo. Come accaduto per le precedenti, il lavoro atto a contestualizzare gli eventi e caratterizzarli in base al personaggio è notevole: Frank Castle è un ex marine, per cui vi sono moltissime sequenze a tema militare, alcune tecnicamente notevoli che richiamano i videogiochi in soggettiva. Punisher fa giustizia dei pessimi The Punisher e Punisher – Zona di Guerra, con Thomas Jane e Ray Stevenson nei panni del Punitore, qui invece interpretato da un eccellente Jon Bernthal, capace di infondere al personaggio il cinismo, la rabbia, l’assenza di compassione e allo stesso tempo la malinconia e il desiderio di giustizia che lo contraddistinguono. Il tutto capace di dare lezioni ai colleghi Marvel sul grande schermo, grazie ad una sceneggiatura solida e ad un regia in grado di dosare i flashback, riportando alla mente l’ossessione di Castle per la sua famiglia mancata, affiancandogli un personaggio come Micro (Ebon Moss-Bachrach): anche lui ha perso la sua famiglia, in quanto si finge morto, altrimenti metterebbe a rischio la vita dei suoi cari. Trama principale e sottotrame si rincorrono,  ben amalgamate e senza momenti di dispersione, in cui trovano posto accenni sulla contemporaneità, come il terrorismo, il dibattito sul possesso delle armi e le diverse situazioni di disturbo post traumatico da stress, che in questo caso colpisce soldati tornati dalla guerra in Afghanistan. Tuttavia, il ritmo narrativo a tratti cala, ma sono pause utili ad arrivare ad un finale coinvolgente in cui finalmente Punisher può liberare tutta la sua violenza e il suo desiderio di vendetta, dopo che i 13 episodi erano serviti per indagare al meglio la personalità complessa di Castle, oltre che per sviluppare trame e sottotrame che hanno portato ad un epilogo che lascia uno spiraglio aperto per una seconda stagione, rivelandone anche un villain che gli appassionati avranno già riconosciuto e del quale viene comunque narrata l’origine.

Maximal Interjector
Browser non supportato.