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Tribeca Film Festival 2017: le premiazioni

Il BMCC Tribeca Performing Arts Center di New York, nel cuore del quartiere di Tribeca, ha ospitato giovedì 27 aprile la Tribeca Awards Night, la serata delle premiazioni della sedicesima edizione del TFF. Presentata dall’attore newyorkese Michael Rapaport, con la sua comicità sempre al limite dell’oltraggioso (impreca molto, e questo per gli standard televisivi americani non è visto di buon occhio), la cerimonia ha visto celebrati i film che le varie giurie del Festival hanno reputato i migliori in concorso.

Rapaport ha messo subito in chiaro che nel corso della serata non sarebbero accadute sviste clamorose come quella avvenuta agli Oscar con la confusione tra La La Land e Moonlight per il premio come miglior film, suscitando le prime risate. Ha poi aggiunto che aveva accettato l’incarico solo per incontrare Robert De Niro, che però era assente giustificato (attualmente ad Atlanta sul set del suo prossimo film, The War with Grandpa), e quindi il giorno dopo sarebbe andato a restituire la costosa camicia che aveva comprato per l’evento.

Ma veniamo ai premiati di questa edizione dei TFF, molto ricca di titoli e talento sia per quanto riguarda i film americani e internazionali che per i documentari.

Narrativa Statunitense:

Il Founders Award come miglior film statunitense di narrativa (assieme a 20.000 dollari e ad un’opera d’arte) è andato a Keep the Change, scritto e diretto da Rachel Israel, toccante e commovente reinvenzione della commedia romantica ambientata proprio a New York.

Il premio come Miglior Attore è stato assegnato ad Alessandro Nivola, attore di Boston ma con chiare origini italiane (il nonno era lo scultore sardo Costantino Nivola), per One Percent More Humid, in cui interpreta un insegnante di mezza età che si innamora di una studentessa. Miglior Attrice, invece, è risultata Nadia Alexander per Blame, per la sua interpretazione coinvolgente e difficoltosa di una teeneger problematica e ribelle.

Miglior Fotografia è andata a Chris Teague per Love After Love, per aver creato uno stile visivo che è lo specchio della storia di lutto e inquietudine affettiva che permea il film, mentre Miglior Sceneggiatura ad Angus MacLachlan per Abundant Acreage Available (di cui è anche regista), storia di un podere diviso tra due famiglie di fratelli, i primi alle prese con il lutto recente della perdita del padre, i secondi con la volontà di riprendersi la casa di famiglia.

Narrativa Internazionale:

Per la categoria internazionale, Miglior Film è andato a Son of Sofia, film greco scritto e diretto da Elina Psykou, incentrato su Micha il figlio di una donna russa immigrata in Grecia che è riunito alla madre dopo 2 anni ma deve accettare la convivenza con il nuovo patrigno, un anziano ex-attore greco.

Miglior Attore è stato premiato Guillermo Pfening per Nobody’s Watching, storia di un attore argentino famoso in patria ma sconosciuto e alla ricerca di successo a New York City, mentre come Miglior Attrice è stata scelta Marie Leuenberger per The Divine Order, film svizzero sulla lotta femminile per ottenere il diritto di voto nella Confederazione Elvetica dei primi anni ’70.

Miglior Fotografia è risultata quella di Mart Taniel per November, film in bianco e nero che narra una favola nera del folklore estone dei primi del ventesimo secolo, mentre Miglior Sceneggiatura quella di Bohdan Sláma per Ice Mother, dramma romantico incentrato sulla figura di una matriarca familiare e il suo nuovo hobby di nuotare nel ghiaccio.

Documentario:

Miglior Film, Miglior Fotografia e Miglior Montaggio vanno tutti a Bobbi Jene diretto da Elvira Lind e montato da Adam Nielson. Il documentario segue da vicino la decisione della ballerina professionista americana Bobbi Jene Smith di tornare a San Francisco dopo aver passato 10 anni ad essere la star di punta di un famoso corpo di ballo isrealiano.

Poco prima di presentare l’ultimo premio, la co-fondatrice del TFF, Jane Rosenthal, ha voluto ricordare il grande regista newyorkese Jonathan Demme, premio Oscar per Il silenzio degli innocenti, morto all’età di 73 anni a Manhattan il giorno precedente.

Gli altri premi:

Nora Ephron Prize (premio alla Migliore Regista o Sceneggiatrice Donna): Petra Volpe, sceneggiatrice e regista di The Divine Order.
Miglior Nuovo Regista di Narrativa: Rachel Israel, per Keep the Change.
Miglior Nuovo Regista di Documentario: Sarita Khurana e Smriti Mundhra per A Suitable Girl.
Miglior Corto di Narrativa: Retouch (Iran), regia di Kaveh Mazaheri. Il regista ha inviato un videomessaggio di accettazione, dal momento che – grazie alle politiche restrittive di Donald Trump – non è riuscito ad ottenere il visto per partecipare al Festival.
Miglior Corto di Animazione: Odd is an Egg (Norvegia), regia di Kristin Ulseth.
Miglior Corto di Documentario: The Good Fight (U.S./UK/Brasile), regia di Ben Holman.
Student Visionary Award: Fry Day (U.S.), regia di Laura Moss.
Storyscapes Award: Treehugger: Wawona, installazione interattiva creata da Barnaby Steel, Ersin Han Ersin e Robin McNicholas di Marshmallow Laser Feast, e centrata sulla scultura di una gigantesca sequoia e un’esperienza di realtà virtuale.

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