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Un ricordo di Bill Paxton: le cinque migliori interpretazioni dell'attore

Sono passate più di due settimane dalla Notte degli Oscar e da quel clamoroso miserunderstanding in diretta mondiale che ha caratterizzato l’ultima edizione degli Academy Awards, oltre al ribaltamento di pronostico che ha visto trionfare Moonlight di Barry Jenkins come miglior film a discapito del favoritissimo La La Land di Damien Chazelle.
Nel bel mezzo di preparativi, red carpet e premiazioni al Dolby Theatre di Los Angeles, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della prematura scomparsa di Bill Paxton, uno dei volti più celebri del cinema hollywoodiano tra gli anni ’80 e gli anni ’90, co-protagonista e caratterista incisivo in molte pellicole che hanno segnato quei decenni. A qualche giorno di distanza dalla sua morte, ripercorriamo cinque fra le sue più celebri e significative interpretazioni.

 

Il debutto al cinema per Bill Paxton arriva nei primi anni ’80 e l’incontro con James Cameron, uno dei registi che gli segnerà la carriera, risale al 1984, con una breve apparizione in Terminator. Il vero sodalizio con il cineasta canadese inizia però due anni più tardi, quando Paxton entra nel cast di Aliens – Scontro finale, splendido sequel del capolavoro di Ridley Scott del 1979, Alien, uno dei seguiti più riusciti dell’intera storia del cinema, notoriamente  poco affine ai secondi capitoli di pellicole assurte a pietre miliari della Settima Arte. Paxton dimostra già da questo ruolo una buona dose di carisma, capace di non farlo sfigurare in un cast molto ricco e all’interno di uno dei film imprescindibili degli anni ’80.

 

Nonostante James Cameron è considerato il regista che più di ogni altro gli ha influenzato la carriera, è Kathryn Bigelow, all’epoca solamente futura moglie del cineasta di Avatar e Titanic, a regalare il ruolo più iconico e interessante a Bill Paxton, che nel 1987 è uno dei protagonisti di Il buio si avvicina, thriller con venature horror della regista statunitense, nel quale il giovane Caleb viene adescato da una misteriosa vampira, Mae, e coinvolto nelle folli avventure di un gruppo di non-morti. Bill Paxton è uno di loro, il  perverso e crudele Severen, in un film eccessivo e affascinante. Seppur coinvolto in un progetto che non gli apre uno scenario da protagonista assoluto, l’attore è una delle sorprese più interessanti del film, insieme ai suoi colleghi Lance Henriksen e soprattutto il giovane Joshua John Miller.

 

Se negli anni ’80 Bill Paxton è un giovane attore di belle speranze in grado di farsi strada in alcuni film cult del decennio, è negli anni ’90 che raggiunge una completa maturazione che lo porta a recitare in pellicole dal forte richiamo globale. Se nel ruolo da co-protagonista, insieme a Helen Hunt, nel catastrofico Twister del 1997 conferma la sua potenziale bravura anche in personaggi più centrali nella trama, è nel 1995 che Bill Paxton ottiene, forse per la prima volta, un ruolo capace di coniugare l’appeal del pubblico, la grandiosità del progetto e lo spazio necessario per poter sfoggiare con più visibilità il proprio talento, anche se affiancato da interpreti all’apice della carriera come Tom Hanks. In Apollo 13, film di Ron Howard che prende spunto dalla reale e fallimentare spedizione della NASA sulla Luna, Paxton è Fred Haise, uno dei tre astronauti incaricati della missione, insieme a Jim Lovell (Tom Hanks) e Jack Swigert (Kevin Bacon).

 

Conosciuto principalmente per il film horror La casa e i successivi sequel, oltre che per la regia della prima trilogia di Spider-Man, Sam Raimi a fine anni ’90 realizza un interessante thriller che prende spunto dal romanzo Un piano semplice di Scott B. Smith. Tre uomini, i fratelli Hank e Jacob (Billy Bob Thornton e Bill Paxton) e l’amico Lou Briscoe trovano una sacca con cinque milioni di dollari all’interno di un aereo precipitato nei boschi e si cacciano in un grosso guaio. Confezione accurata, musiche incisive di Danny Elfman e finale di grande impatto, Soldi sporchi è uno dei lavori più suggestivi della filmografia di Raimi e Bill Paxton dimostra di saper reggere un ruolo complesso, mantenendo la scena egregiamente e non sfigurando accanto al bravissimo Billy Bob Thornton.

 

L’amico James Cameron non ha mai regalato a Bill Paxton un ruolo da protagonista ma ha sempre considerato importante il suo apporto e difficilmente ha rinunciato all’ecletticità dell’attore texano. Nel kolossal dei record, Titanic, apparentemente il ruolo di Bill Paxton è marginale. In realtà il cacciatore di tesori Brock Lovett, seppur presente in poche scene, fa da simbolico apripista al racconto dell’anziana Rose (Gloria Stuart), che ripercorre intensamente la storia d’amore con Jack Dawson (Leonardo DiCaprio) vissuta durante il tragico viaggio della nave nelle acque dell’Atlantico. Lovett, alla disperata ricerca del rinomato diamante, il Cuore dell’Oceano, trova all’interno del relitto il ritratto di una giovane donna che lo indossa, dando il via alla testimonianza di uno degli amori più celebri della storia del cinema, capace di conquistare undici premi Oscar.

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