1951. Il giovane Marcus Messner (Logan Lerman) lascia il New Jersey e la bottega da macellaio kosher del padre per iniziare il college in Ohio. L’incontro con la bella Olivia Hutton (Sarah Gadon) condizionerà in parte la sua vita. Può una fellatio innescare un dramma? È questo il punto di partenza degli eventi raccontati in Indignation, esordio dietro la macchina da presa di James Schamus (sceneggiatore fidato di Ang Lee), che scrive e dirige un adattamento per il grande schermo dell’omonimo romanzo di Philip Roth. Con lo spettro della Guerra di Corea in lontananza, le pressioni della società bigotta degli anni Cinquanta e la rigidità di una famiglia ebraica, la vita di Marcus, studente brillante, ateo e sostenitore della razionalità, è una lotta continua con se stesso e gli altri. E le cose si complicano, paradossalmente, quando al primo appuntamento con Olivia, interpretata dall’attrice canadese Sarah Gadon (già vista in Cosmopolis e Maps to the Stars di David Cronenberg), Marcus riceve una fellatio. Un evento che manda in crisi le certezze del ragazzo e il suo rapporto con l’altro sesso e l’amore, e che indirettamente complica la sua vita sociale all’interno del campus. Una sceneggiatura precisa, con dialoghi ben scritti e un velo di humor, che rende giustizia al romanzo dello scrittore statunitense, con una regia semplice e al servizio del testo scritto, senza particolari guizzi ma con un livello generale comunque soddisfacente. Purtroppo la parabola degli eventi e l’escalation delle motivazioni che porteranno Marcus ad arruolarsi nella Guerra di Corea (che rimane una cornice del film), però, si accavallano in fretta, senza il giusto approfondimento. Buona prova per i due attori protagonisti, con un bravo Logan Lerman alla ricerca di ruoli di spessore dopo la saga teen di Percy Jackson. Presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino 2016.