L'abbiamo fatta grossa
2016
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
112 min.
Formato
Colore
Regista
Carlo Verdone
Attori
Carlo Verdone
Antonio Albanese
Anna Kasyan
Francesca Fiume
Clotilde Sabatino
Federigo Ceci
Arturo Merlino (Carlo Verdone) è un investigatore privato sfaccendato, squattrinato e male in arnese, ridottosi a dover recuperare animali domestici smarriti e a vivere con l’anziana zia vedova (Virginia De Brescia), convinta che il marito Renato sia ancora vivo. Yuri Pelagatti (Antonio Albanese) è un attore di teatro che, traumatizzato dalla separazione dalla moglie Carla (Clotilde Sabatino), non ricorda più le battute in scena. Yuri assolderà Arturo per indagare sulla relazione dell’ex consorte con un altro uomo, credendolo un grande e “mitico" detective, ma i due combineranno solo guai, tra situazioni rocambolesche e il furto di una valigetta con dentro un milione di euro… La venticinquesima regia di Carlo Verdone, ancora una volta al cinema sotto l’egida produttiva della Filmauro di Aurelio & Luigi De Laurentiis, è una detection story che si propone come una specie di noir in chiave comica, tra colpi di scena in tipico stile da commedia degli equivoci e continui ribaltamenti di fronte messi in moto dalla cialtroneria e dalla piccolezza umana dei due protagonisti, uno più pasticcione e goffo dell’altro. Verdone si sposta un po’ rispetto ai suoi film degli ultimi anni e alle loro tematiche, spesso non esenti da ripiegamenti sociali e da retroterra moralisti, e firma un ingranaggio di fughe, nascondigli e avvenimenti d’ogni sorta dove però i tempi comici, per quanto rodati a livello di meccanismi e di scrittura, poggiano in maniera maldestra sul gigionismo e sull’aspetto caricaturale dei due interpreti, affiatati ma oltremodo compiaciuti, costantemente sopra le righe e schiacciati da una recitazione affettata e dai toni urlati. Se Verdone avverte ancora il bisogno dell’autocitazione e della faccetta alla Borotalco (1982) per millantare imprese mai realizzate con una donna, il resto del film non se la passa poi tanto meglio in termini di vitalità e originalità, buttandola molto spesso sul turpiloquio e sulla parolaccia a effetto collocata al posto giusto per scatenare la più facile e puntuale delle risate, per tacere delle molte (troppe) gag fastidiose o desolanti. Anche il finale, che regala una sonora pernacchia alla politica e alle sue quotidiane e retoriche falsità, sa di chiusa ammiccante e posticcia, specie se si considera l’aggiunta di una didascalia conclusiva sull’ultimo fotogramma che, con una forte dose di buonismo sociale che nulla ha a che vedere con i toni del film e la disonestà dei protagonisti, invita a considerare i fatti narrati come immaginari ma a tener presente che “autentica è la realtà che li produce”. Scritto dal regista insieme al fidato Pasquale Plastino e a Massimo Gaudioso. Scanzonato cameo del regista Giuliano Montaldo.
Maximal Interjector
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