Caterina va in città
2003
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
107 min.
Formato
Colore
Regista
Paolo Virzì
Attori
Alice Teghil
Sergio Castellitto
Margherita Buy
Claudio Amendola
Federica Sbrenna
Flavio Bucci
Caterina Iacovoni (Alice Teghil) viene da un paesino del Tirreno, dove vive coi genitori, la madre casalinga (Margherita Buy) e il padre professore (Sergio Castellitto). È lui a decidere di trasferirsi a Roma per insegnare: costretta ad ambientarsi nel nuovo liceo, la ragazza viene travolta dal caos della metropoli capitolina fra opposizioni di classe, primi amori e nuove amicizie.

Come nel precedente My Name is Tanino (2002), Paolo Virzì racconta i giovani alle prese con le grandi realtà, lasciando però intravedere la volontà di inquadrare un romanzo di formazione urbano all'alba degli anni Duemila. Il regista continua a giocare con le opposizioni politiche come nel precedente Ferie d'Agosto (1995), anche se il meccanismo è un po' troppo forzato e sa di già visto. Ma onestamente, sempre facendo la sponda tra commedia e ritratto sociale, Virzì racconta con originalità e buona scrittura (aiutato dal solito Francesco Bruni) come e quanto può essere difficile crescere in un ambiente estraneo e ostile, in perenne competizione (le "divette" della scuola) o emulazione (Caterina cerca un punto di riferimento impossibile perché inesistente) e con il costante timore di essere emarginati. Con un Sergio Castellitto in grande spolvero e una Margherita Buy dimessa e silenziosa (vincitrice del David di Donatello), Caterina va in città riesce a essere un simpatico e moderatamente caustico scorcio dell'Italia di quegli anni, osservata da una medio borghesia che, come spesso accade nei film di Virzì, s'interroga su se stessa.
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