Cronache entomologiche del Giappone
Nippon konchūki
1963
Paese
Giappone
Genere
Drammatico
Durata
123 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Shōhei Imamura
Attori
Emiko Aizawa
Emiko Azuma
Masumi Harukawa
Sachiko Hidari
Daizaburō Hirata
Nata nel 1918 in un villaggio rurale, la giovane Tome (Sachiko Hidari) viene sfruttata e sottomessa fin da piccola. Negli anni del dopoguerra, trasferitasi in città e sopravvissuta a ogni tipo di esperienza, si metterà a capo di una casa di prostituzione. La sua fortuna non durerà molto. Presentato in concorso al 14° Festival di Berlino, dove Sachiko Hidari si è aggiudicata l'Orso d'argento per la migliore attrice, è il film con cui Imamura dà vita al primo dei grandi ritratti femminili del suo cinema (ma vi è chi riconosce già nella Haruko del precedente Porci, geishe e marinai, 1961, un importante prototipo, seppur non ancora pienamente compiuto), delineando lungo un arco temporale di oltre quarant'anni una figura di donna forte e determinata, passionale e lussuriosa, istintiva e opportunista. È evidente la netta presa di distanza dalle eroine femminili della tradizione precedente che va da Yasujirō Ozu a Kenji Mizoguchi passando per Mikio Naruse: la donna di Imamura non contempla spirito di obbedienza e sacrificio ma possiede una vitalità ancestrale e una resistenza inossidabile che la rendono disposta a tutto pur di ottenere i propri scopi. È la donna insetto del titolo internazionale, in grado di affrontare con costante pervicacia qualsiasi ostacolo le si pari davanti, senza mai fermarsi e pronta a ripartire ogni volta da capo. Con il distacco scientifico proprio dell'entomologo, Imamura osserva i numerosi personaggi che si avvicendano nel corso della pellicola, senza mai giudicare o ricorrere a espedienti melodrammatici: al contrario è frequente il ricorso all'umorismo e al grottesco per evitare il sentimentalismo e stemperare l'immedesimazione dello spettatore nella vicenda. Ricco di invenzioni visive e impreziosito da un bianco e nero contrastato, ma anche troppo frammentato e caotico nella narrazione per ammissione dello stesso Imamura, il film è stato girato interamente in location reali con grandi difficoltà logistiche.
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