Death in Sarajevo
Mort à Sarajevo
2016
Paesi
Francia, Bosnia ed Erzegovina
Genere
Drammatico
Durata
85 min.
Formato
Colore
Regista
Danis Tanović
Attori
Jacques Weber
Snežana Vidović
Izudin Bajrović
Vedrana Seksan
Muhamed Hadžović
Sarajevo, 28 giugno 2014. Nel giorno del centenario dell'attentato che scatenò la Prima guerra mondiale, il lussuoso Hotel Europa deve ospitare una delegazione di diplomatici e politici in città per commemorare lo storico evento. Oltre alle tensioni che deve sopportare il direttore dell'albergo Omer (Izudin Bajrović) per organizzare tutto al meglio, si intrecciano le storie di una responsabile della reception e di sua madre, di una giornalista televisiva, di un ospite francese, di un addetto alla sorveglianza e di un fanatico politico. Folgorante lungometraggio di Danis Tanović che, sovrapponendo teatro e cinema, mette in scena una satirica e spietata (ri)lettura della Storia capace di scuotere la coscienza collettiva di un Paese e, per estensione, di un intero continente. Basato sulla pièce Hotel Europa del filosofo francese Bernard-Henri Lévy, il film gioca sulla sua rappresentazione cinematografica costruendo un perfetto congegno di scrittura che scava nel profondo delle contraddizioni di una terra, quella dell'ex Jugoslavia, profondamente divisa e costretta a fare i conti con la propria natura scissa. Straordinaria l'idea di ambientare l'intera vicenda, girata quasi in tempo reale, all'interno degli spazi chiusi di un grande albergo, non-luogo che isola i personaggi dal mondo esterno (reale), accentuandone le tensioni nei rapporti interpersonali: un metaforico palcoscenico in cui passano in rassegna violenza verbale e fisica, disillusione e rassegnazione. Nella notevole galleria di personaggi, spicca il maestro di cerimonia Omer, il cui progressivo sprofondamento nell'abisso ha uno spiccato valore simbolico. Il quadro di una sconfitta, dal gesto dell'attentatore serbo-bosniaco Gavrilo Princip contro l'arciduca Francesco Ferdinando del 1914 fino agli anni della crisi economica, della paura e delle paranoie contemporanee. Tanović ribalta specularmente la Storia in un gioco al massacro che sancisce la “morte dell'Europa”, costruendo un apologo modernissimo in cui il ricordo del passato e il presente sono spesso filtrati dagli schermi digitali. Un esempio di cinema politico in cui i virtuosismi della regia sono sempre funzionali al racconto. Vincitore del Gran Premio della Giuria e del Premio FIPRESCI al 66° Festival di Berlino.
Maximal Interjector
Browser non supportato.