Diamantino — Il calciatore più forte del mondo
Diamantino
2018
Paesi
Portogallo, Francia, Brasile
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
92 min.
Formato
Colore
Registi
Gabriel Abrantes
Daniel Schmidt
Attori
Carloto Cotta
Cleo Tavares
Anabela Moreira
Margarida Moreira
Carla Maciel

Diamantino (Carloto Cotta) è un prodigio del pallone. Toccato dalla grazia in campo, fuori campo l'attaccante portoghese è un idiota sublime che non comprende nulla delle forze politiche che agitano il suo Paese. A un passo dalla Coppa del Mondo, perde la sua magia e sbaglia il rigore decisivo. Abbandonato dai tifosi e dal padre, che muore di infarto, Diamantino cade nella rete delle sorelle, gemelle sadiche, e di un complotto dell'estrema destra, che progetta di clonarlo per formare una super nazionale.

Folle apologo surrealista firmato da Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, Diamantino – Il calciatore più forte del mondo è l’ennesima prova della vitalità provocatoria e scombinata di tanto cinema portoghese contemporaneo. Inseguendo la vena lunare di Miguel Gomes e combinandola con la solare sfacciataggine di una puntata d’autore di Black MirrorDiamantino fonde clonazioni, manipolazioni genetiche e tematiche di stringente attualità (rifugiati e nazionalismi, destre al potere e flussi economici selvaggi e impalpabili, idiozia generalizzata e uscita dall’Europa) per un azzardato ibrido che si fa specchio delle idiosincrasie del Portogallo di oggi e ironizza sul calcio come unica, possibile, residuale fede di massa. Incentrato su un sosia di Cristiano Ronaldo, stella del calcio lusitano, a metà tra l’imbalsamato, il rimbambito e il gender fluidDiamantino è un divertissement affilato e pirotecnico ma indigesto: generosissimo nelle trovate, ma malamente sovraccarico nel mescolare ingredienti eterogenei di critica sociale e politica, schiacciati su un fondale rutilante ma congestionato, nel quale non c’è limite alle cornici possibili, dalla crisi economica del 2008 a Donald Trump, passando per la Troika. La sensazione è che al loro interno ci si possa concedere davvero tutto e il contrario di tutto, senza badare all’economia dei passaggi (narrativi), alle trame di gioco e agli schemi, ma col serio rischio di ritrovarsi spesso in fuorigioco. Grand Prix Nespresso alla Semaine de la critique di Cannes 2018.  

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