Nella Thailandia del 2016, il primo ministro (Pornwut Sarasin) minaccia la costruzione di una centrale nucleare che danneggerà l’ambiente ed esproprierà le terre, ma un misterioso vigilante mascherato di nome Red Eagle (Ananda Everingham), in realtà ex agente segreto, interviene per far pulizia dei corrotti. Dovrà vedersela con lo spietato killer Black Devil (Ron Smoorenburg). L’eclettico regista Wisit Sasanatieng resuscita la celebre figura di Red Eagle, protagonista di una serie di romanzi di Sake Dusit degli anni Cinquanta e Sessanta. Ne esce un'operazione sgangherata e spesso ridicola, dal messaggio fieramente anticapitalista, ecologista e antimilitarista, con scontatissime suggestioni da James Bond e Mission: Impossibile, ampie dosi di violenza e un supereroe – immancabilmente solitario e pure tossico – che iconograficamente sembra un Green Hornet in salsa orientale (la pellicola di Michel Gondry dedicata al personaggio di George W. Trendle e Fran Striker è uscita guarda caso nel 2011 e ha più di qualcosa in comune con questo film). Finale in sospeso (ma il sequel non è stato girato) con omaggio a Mitr Chaibancha, leggenda del cinema thai che interpretò Red Eagle nel film del 1970 Golden Eagle: morì cadendo da un elicottero nelle riprese della scena finale, in un’epoca in cui non esistevano le controfigure.