Nel fatato paesino di Chinonsò, ogni anno gli abitanti impazziscono per il Natale. Solo il temibile e solitario Grinch (Jim Carrey) non sopporta questa festa e, dopo essere stato ripudiato dall'intera città, decide di vendicarsi rubando tutti i doni e gli addobbi.

Lasciando da parte qualsiasi pretesa autoriale, Ron Howard riesce a realizzare un film gradevole e convincente, vincendo una sfida insidiosa nell'adattare per il grande schermo uno dei romanzi per bambini (firmato dal celebre Dr. Seuss) tra i più amati e venduti in America. Jim Carrey, a stento riconoscibile sotto l'abbondante trucco, è in stato di grazia, capace con le sue smorfie e la sua fisionomia di rendere credibile un personaggio goffo e grottesco. Il regista riesce a creare un mondo magico e fatato con il minimo utilizzo di effetti visivi, potendo contare sull'ottimo lavoro del reparto scenografico e dei costumi, perfetti nel dare colore e caratterizzare i personaggi sin dal primo sguardo (qualità necessaria dato che il pubblico di riferimento è di età infantile). Il Grinch funziona anche nella critica che muove contro il mondo del consumismo e l'ipocrisia che spesso la fanno da padrone durante le feste di Natale. Anche se a tratti la pellicola sembra accusare qualche calo di ritmo, nel complesso è comunque riuscita e perfettamente adatta a una serata in famiglia. Nell'edizione originale, la voce del narratore appartiene ad Anthony Hopkins.