Poveri ma ricchissimi
2017
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Fausto Brizzi
Attori
Christian De Sica
Enrico Brignano
Lucia Ocone
Bebo Storti
Lodovica Comello
Anna Mazzamauro
Dario Cassini
Massimo Ciavarro
Paolo Rossi
I romanissimi Tucci, grazie a un investimento su capitali offshore di cui erano all’oscuro, si ritrovano ancora più ricchi di prima. Come molti personaggi pieni di soldi si fanno tentare dalla politica e prendono possesso attraverso un referendum di un paesino del Lazio, Torresecca, staccandosi dall’Italia e dando vita a una vera e propria Brexit ciociara in forma di Principato indipendente. Potere e famiglia, però, sono tutt’altro che semplici da conciliare...

Sequel di Poveri ma ricchi (remake di un film francese, Les Tuches) e campione d’incassi del Natale 2016 con circa 7 milioni di euro, Poveri ma ricchissimi è una commedia che, come la pellicola precedente, prova a mescolare la tradizionale farsa del cinepanettone con il family movie in versione burina. Ma anche, a ben vedere, con uno spaccato del malcostume popolare ammantato da una veste buonista e zuccherosa, dove a farla ruffianamente da padroni, pur tra molte meschinità, sono sempre e comunque gli affetti famigliari. In questo secondo capitolo si aggiunge anche l’elemento della satira politica, che strizza continuamente l’occhio all’attualità producendo però delle gag che non graffiano praticamente mai e sono soltanto degli instant sketch sul presente, buoni per una risata rapida e occasionale ma pronti a essere dimenticati dallo spettatore un secondo dopo. Il ricorso a un’Italia distopica oltre che dispotica avrebbe potuto offrire soluzioni comiche di ben altro livello, ma il premier di Dario Cassini è una stanca macchietta e Christian De Sica, con addosso la parrucca bionda di Trump per tutto il film, si abbandona agevolmente ai consueti tic, avallato dalla complicità di Enrico Brignano e da tante (troppe) voragini di sceneggiatura. Davvero eccessivi anche i registri fusi insieme, come ben dimostra il personaggio di Lucia Ocone, divisa tra echi disneyani alla Maleficent e derive sadomaso. Lo scandalo sessuale che ha investito il regista Fausto Brizzi poco prima dell’uscita ha portato alla sua esclusione dalla campagna promozionale del film, ma il suo nome e la sua firma sono comunque presenti sui titoli di coda. Il soggetto è firmato anche da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, i registi di Mine, mentre la sceneggiatura è di Brizzi, Martani e Luca Vecchi dei The Pills, con consulenza di Christian De Sica. Paolo Rossi è il padre milanese e galeotto di Ludovica Comello. Musiche di Tommaso Paradiso.
Maximal Interjector
Browser non supportato.