Quattro passi fra le nuvole
1942
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
94 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Alessandro Blasetti
Attori
Gino Cervi
Adriana Benetti
Giuditta Rissone
Carlo Romano
Guido Celano
Margherita Seglin
Paolo (Gino Cervi) è un rappresentate di commercio che durante un viaggio di lavoro incontra casualmente una ragazza incinta (Adriana Benetti), timorosa di tornare a casa per via della mentalità all'antica dei suoi genitori. La fanciulla, infatti, è stata abbandonata dal suo uomo e chiede a Paolo di fingersi suo marito per qualche giorno: l'idillio campestre dei due è però, per forza di cose, a tempo determinato. Considerato, insieme a Ossessione (1943) di Luchino Visconti e a I bambini ci guardano (1944) di Vittorio De Sica, come uno dei titoli precursori del neorealismo, Quattro passi fra le nuvole è un film generalmente sottovalutato e in parte poco ricordato, ma dalla valenza storica non indifferente. Blasetti lo diresse con intelligenza e pertinenza, dimostrandosi un prezioso osservatore del suo tempo e dosando con buon equilibrio il realismo, che era una delle principali tensioni estetiche dell'epoca, e degli eccessi potenzialmente più melodrammatici e sfasati. Ne viene fuori una narrazione in qualche modo appassionante, nella quale le vicende dei protagonisti coinvolgono lo spettatore oscillando tra tenerezza e utopia, tra volontà di fuga da una routine familiare sempre più grigia e avvilente e desiderio di condividere una complicità che sia anche affermazione di sé, libertà, riscatto sociale. Blasetti non calca mai la mano, tratteggia il suo film con delicatezza e in punta di piedi, gestisce tempi e toni del racconto con acutezza e spessore, restituendoci un documento antropologico tutt'altro che irrilevante sull'Italia del tempo ma anche un film di importanza cinematografica non secondaria. Molti studiosi l'hanno non a caso rivalutato, tributandogli il posto che merita nelle storie del cinema e lodandone tanto la schiettezza, assolutamente quotidiana e prosaica, quanto una certa, elegante precisione stilistica, che non disdegna la crudezza ma al contempo favorisce l'immedesimazione di chi guarda con le vicende dei personaggi. Si sente molto il contributo di Cesare Zavattini alla stesura del soggetto. Avrà due remake: Era di Venerdì 17 (1956) e Il profumo del mosto selvatico (1995).
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