Shazam!
Shazam!
2019
Paese
Usa
Generi
Azione, Fantasy
Durata
132 min.
Formato
Colore
Regista
David F. Sandberg
Attori
Zachary Levi
Asher Angel
Mark Strong
Jack Dylan Grazer
Grace Fulton
Ian Chen
Jovan Armand
Djimon Hounsou
Adam Brody
Billy Batson (Asher Angel), giovane di 15 anni, viene scelto come campione dal Mago Shazam. Il ragazzo scopre che, urlando la parola magica "Shazam!", è in grado di diventare un supereroe (Zachary Levi) dotato dei poteri degli dei: la saggezza di Salomone, la forza di Ercole, la resistenza di Atlante, il potere di Zeus, il coraggio di Achille e la velocità di Mercurio. Grazie all'aiuto dell'amico Freddy Freeman (Jack Dylan Grazer), Billy proverà a scoprire tutti i suoi poteri e a sconfiggere il perfido dottor Sivana (Mark Strong).

Shazam! è un deciso e duplice cambio di registro, sia da parte del regista, David F. Sandberg, che al suo terzo lungometraggio abbandona l’horror di Lights Out (2016) e Annabelle: Creation (2017) per passare alla commedia in piena regola e al comic movie, sia da parte della DC, che lascia le atmosfere oscure dei suoi eroi più noti (Batman, Wonder Woman) per tentare la via della comicità come già fatto nell’immediatamente precedente Aquaman (2018), di grande successo al botteghino. Ed è probabilmente questo tocco fresco e scacciapensieri che rende Shazam!, dedicato a un personaggio nato negli anni ’40 e non conosciutissimo, con ogni probabilità il miglior prodotto del DC Extended Universe: un’operazione in cui si bada più all’intrattenimento verbale che a quello visivo e nella quale la ricerca della battuta scanzonata o della situazione ridanciana contano più di uno scontro fisico o degli effetti speciali. Nel film di Sandberg si guarda indubbiamente ai Guardiani della Galassia di James Gunn, anche se senza replicarne lo stile e la portata, non ci si prende quasi mai sul serio e l’esito finale porta con sé l’evidente retrogusto da action movie anni ’90. Tra i difetti più evidenti si registrano un villain abbastanza piatto, con tanto di creature demoniache che alludono ai 7 peccati capitali (esteticamente non troppo apprezzabili e meritevoli di maggior impatto) e un ritmo altalenante che non sempre riesce a coinvolgere come vorrebbe. Tra le maggiori note liete c’è da segnalare invece la spalla comica e d’azione del supereroe, Freddy, interpretato da quel Jack Dylan Grazer già visto all’opera in It (2017) di Andy Muschietti. Non manca una riflessione sulla diversità, sulla solitudine e su quale sia il vero significato della famiglia, anche se con un eccesso di stucchevole e caramellato buonismo al quale la vena funambolica delle gag demenziali si lascia ampiamente preferire.
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