Sole cuore amore
2016
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Daniele Vicari
Attori
Isabella Ragonese
Eva Grieco
Francesco Montanari
Francesco Acquaroli
Giulia Anchisi
Paola Tiziana Cruciani

Eli (Isabella Ragonese) e Vale (Eva Grieco) sono due donne molto diverse. La prima è una trentenne con marito (Francesco Montanari) e quattro figli a carico, che lavora come barista a Roma ma è costretta a un viaggio lunghissimo ogni giorno per raggiungere la Tuscolana da casa sua; la seconda (Eva Grieco) fa la danzatrice. Le loro vite si sfiorano e s’incontrano, unite dallo scenario di una crisi economica sorda e stritolante. 

A quattro anni di distanza da Diaz – Don’t Clean Up This Blood (2012) e dal documentario La nave dolce (2012), Daniele Vicari vira su un film incentrato sul grigiore anonimo della quotidianità, ricercando una semplicità e una pulizia di sguardo che si facciano carico di un’equidistanza morale attraverso la quale raccontare i propri personaggi; senza per questo rinnegare la vicinanza ai loro destini, la comprensione umana delle loro sorti, la partecipazione e l’immedesimazione. Non un film sulla minorità né tantomeno sulla minoranza silenziosa che ogni giorno lotta per far fronte alle difficoltà, nelle parole del regista, ma un’opera che si ponga l’obiettivo di dar voce a una maggioranza lontana dai salotti buoni e dalle ipocrisie dettate dall’arroganza dell’affermazione e della prevaricazione sociale. Un intento nobile ma a dir poco didascalico, che fa il paio con gli esiti tutt’altro che convincenti di un lavoro elementare e bozzettistico, incapace di dar peso al controproducente e inerme doppio canale narrativo, quello di Eli e quello di Vale, e schiavo di una narrazione malferma, ripetitiva, circostanziale. La lente di Vicari è senz’altro sincera, ma la scrittura del film è al grado zero sia per originalità che per spessore psicologico, con tanto di personaggi di contorno tagliati con l’accetta e sbavature di montaggio, attribuibili a ripetizioni davvero eccessive e al desiderio di calcare la mano più del dovuto sul già visto e sul già detto. L’intensa interpretazione di Isabella Ragonese riscatta in parte alcuni momenti del film, insieme alla mano tenue di Vicari in rapporto a determinate soluzioni di regia. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016.

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