Lo Spietato
2019
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Renato De Maria
Attori
Riccardo Scamarcio
Sara Serraiocco
Alessio Praticò
Marie-Ange Casta
Alessandro Tedeschi
Nella Milano del boom economico il calabrese Santo Russo (Riccardo Scamarcio), dopo i primi furti in periferia e il carcere minorile, decide di intraprendere definitivamente la vita del criminale. Nella corsa sfrenata verso la ricchezza, la vita di Santo è segnata da scelte dolorose e cammini divergenti: l’amore passionale o la famiglia, il sogno borghese o una vita da Spietato.

Liberamente ispirato al romanzo Manager Calibro 9 di Pietro Colapico e Luca Fazzo, il cui titolo strizza l’occhio a Milano Calibro 9 (1972) di Fernando Di Leo, film-emblema del “poliziottesco” all’italiana, Lo Spietato segna il ritorno di Renato De Maria al racconto di vicende criminali, con le quali si era già cimentato ne La prima linea (2009), anch’esso interpretato da Riccardo Scamarcio, e in Italian Gangsters (2015), ricognizione sui malavitosi di casa nostra che si avvaleva di materiali eterogenei. Ed è proprio preparando quest’ultimo lavoro che De Maria si è imbattuto nel libro da cui ha tratto Lo Spietato, che narra le gesta di un efferato assassino emigrato dalla Calabria a Milano e divenuto in pochi anni un nome di punta dello yuppismo più turpe della Milano da bere, tra azioni sanguinarie e soldi facili. Se da un lato pare efficace il tentativo di intavolare un gangster movie ritmato e ad alto tasso di ironia e agili soluzioni formali, che ovviamente in più di un’occasione scimmiottano lo stile di Martin Scorsese, meno pimpante è invece l’uso della voce narrante del protagonista: una soluzione piuttosto abusata che, insieme a molte macchiette regionali e di contorno e alla consueta pupa del gangster interpretata da Mari-Ange Casta, toglie originalità e mordente all’operazione. Convincono, invece, l’ambientazione meneghina d’epoca, accarezzata attraverso tre decenni (dagli anni ’80 ai primi duemila). Apprezzabile anche la prova di un Riccardo Scamarcio famelico e spiritato, a suo agio nel lavorare sopra le righe e notevole anche l’interpretazione di Sara Serraiocco nei panni della consorte calabrese del protagonista, un personaggio femminile fragile e sfaccettato, struggente e approfondito come di rado accade alle donne in film così maschili. Musiche di Riccardo Sinigallia, ex membro dei Tiromancino, che strizza l’occhio alle atmosfere del poliziesco all’italiana anni ’70 e si cimenta con una notevole cover di Malamore, splendido brano del 1977 cantato da Enzo Carella e scritto da Pasquale Panella. Prodotto da Netflix.
Maximal Interjector
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