Chen Zen (Feng Shaofeng), brillante studente di Pechino, viene inviato in Mongolia per insegnare a una tribù nomade di pastori. Si accorgerà presto, però, che quello che deve imparare qualcosa è proprio lui: affascinato dal legame tra i pastori e i lupi, Chen trova un cucciolo e decide di addomesticarlo.

Jean-Jacques Annaud ha spesso diretto pellicole incentrare sul rapporto tra gli esseri umani e gli animali, si pensi a L'orso (1988) e a Due fratelli (2004). Ne L'ultimo lupo, film dalla struttura decisamente classica, procede col pilota automatico, sapendo già su cosa puntare per accaparrarsi più pubblico possibile: avventura, messaggio ambientalista, impegno sociale, sequenze commoventi. Gli ingredienti ci sono tutti ma faticano ad amalgamarsi nel modo giusto e il risultato è un film perennemente indeciso su quale sia la miglior strada da prendere: Annaud gioca un po' col bastone e la carota, tenta di accontentare tutti e ha puntato con grande furbizia al mercato cinese, che prontamente ha risposto. Le prese di posizione “politica” (l'ecologismo) sono facilone, l'azione soporifera e gli scenari naturali di certo non bastano per dare valore a una pellicola dagli interessi soltanto commerciali. Scolastico anche nella morale che propone, è l'ennesimo fallimento (almeno dal punto di vista qualitativo) di un regista in perenne declino artistico. Ispirato al best-seller cinese Il totem del lupo di Jiang Rong.