Comico cresciuto sui canali televisivi americani, Bill Maher, noto per la sua vena satirica che ha risparmiato pochissimi bersagli, ci accompagna insieme al regista Larry Charles in un viaggio attorno al mondo per vedere da vicino, e con occhi scettici, le principali religioni nel ventesimo secolo. Dopo il mockumentary (il falso documentario) politicamente scorretto Borat: Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (2006), Larry Charles si cimenta con un documentario a tutti gli effetti, seguendo come un'ombra Bill Maher mentre, in giro tra America, Europa e Medio Oriente, cerca di demolire con piglio satirico e sarcastico le invalicabili mura delle principali fedi religiose. Scopo del documentario, infatti, come si evince bene soprattutto dal titolo originale (una fusione tra i termini religion e ridiculous), è soprattutto quello di mettere alla berlina le fondamenta stesse della religione, sia essa cristiana (e sue derivazioni), musulmana o ebraica. Nessuno si salva dalla taglienti domande di Maher, ma il gioco al massacro funziona fino a un certo punto, e cioè fino a quando non viene a mancare la funzione stessa di documentario: le osservazioni di Maher sono condivisibili, ma non c'è un contraddittorio, non c'è una visione d'insieme, non c'è un punto di vista che si confronti con quello dello showman americano, che, in soldoni, sfrutta il mezzo per un personalissimo proclamo delle sue convinzioni.