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Diario dal Tribeca Film Festival 2017 (giorno 7)

Cinque i film recensiti direttamente da New York in questa nuova puntata del viaggio di LongTake all’interno del Tribeca Film Festival 2017.

Mercoledì 26 aprile 2017


Take Me (2017)

Diretto da Pat Healy; nel cast: Pat Healy, Taylor Schilling. Sezione: Spotlight Narrative.

Take Me

Ray ha una società specializzata in sequestri di persona simulati: rapisce solo quelli che lo contattano e che vogliono provare sulla propria pelle l’eccitazione di un gioco di ruolo portato all’estremo. Gli affari non vanno però benissimo, per cui quando viene assoldato da una donna d’affari per l’intero weekend ad una cifra per lui ragguardevole non si tira indietro.
Black comedy a tratti divertente e grottesca, che mostra talvolta i propri limiti di budget e di una sceneggiatura che non sa decidere se vuole svilupparsi in un thriller intriso di suspence oppure mantenere il suo lato farsesco da episodio di situation comedy.

Flower (2017)

Diretto da Max Winkler; nel cast: Zoey Deutsch. Sezione: Concorso US Narrative.

Flower

Erica è una diciassettenne ribelle che, con le sue due amiche del cuore, seduce uomini adulti per poi ricattarli e farsi consegnare un po’ di soldi. La sua vita subisce una busca accelerata quando la madre decide di convivere con il fidanzato e le presenta suo figlio, un ragazzone corpulento da poco uscito da un istituto di riabilitazione.
Dramma di formazione, intreccio di motivazioni tra la protagonista, che arriverebbe a tutto pur di far uscire il padre di prigione, con il fratello acquisito, personaggio disturbato con un segreto che sarà la causa scatenante della reazione di eventi che mette in movimento la trama. Pur rimanendo sempre al confine tra il serio e il divertente e divertito, il regista osa in un territorio dove pochi si sarebbero spinti, con sviluppi sorprendenti rispetto alla norma dei film di genere.

Blame (2017)

Prodotto, scritto e diretto da Quinn Shephard; nel cast: Chris Messina, Quinn Shephard, Nadia Alexander. Sezione: Concorso US Narrative.

Blame

Abigail è da poco tornata a scuola dopo un esaurimento nervono, quando viene scelta dall’insegnante di teatro per il ruolo centrale della recita scolastica. Questo attira le gelosie di alcune compagne e l’attenzione dei ragazzi, anche se l’unico che sembra interessarle è proprio il giovane professore che le farà anche da partner nel corso dello spettacolo.
La ventiduenne Quinn Shephard è la magnetica e a tratti inquietante protagonista, sceneggiatrice e regista di questo interessante dramma ad ambientazione scolastica, che unisce molti temi purtroppo consueti, quali il bullismo, il disagio familiare e il rapporto di attrazione tra insegnante e allieva, in una storia sorprendente per intensità e maestria narrativa.

The Exception (2016)

Diretto da David Leveaux; nel cast: Christopher Plummer, Jai Courtney, Lili James. Sezione: Special Screenings.

The Exception

Un giovane ufficiale tedesco è assegnato alla scorta dell’Imperatore Guglielmo II in esilio in Olanda, col compito di tenerlo sotto controllo per il governo nazista. Quello però che non si aspetta è di provare stima e simpatia per il Kaiser, né di innamorarsi di una bella domestica di corte.
Rappresentazione storica con ampi elementi di fantasia, film a metà tra il thriller, il genere spionistico e la storia d’amore, risulta davvero divertente e viene impreziosito dall’interpretazione di Plummer, vero mattatore e linfa vitale di una pellicola che altrimenti avrebbe potuto facilmente sbiadire nella schiera del già visto e del banale.

Pilgrimage (2017)

Diretto da Brendan Muldowney; nel cast: Tom Holland, Richard Armitage, Jon Bernthal. Sezione: Viewpoints.

Pilgrimage

Un piccolo manipolo di agguerriti monaci protegge una antica reliquia cristiana in un remoto tratto della costa irlandese. Ma quando un messo papale li raggiunge e comunica loro che il prezioso tesoro è richiesto a Roma, non possono far altro che organizzare il viaggio per farlo arrivare intatto a Sua Santità.
Rievocazione storica che ha molti punti di contatto con ‘Silence’ di Scorsese, più in negativo che in positivo, non essendone paragonabile la fotografia (principale punto di forza di quest’ultimo). Storia di convinzioni religiose e fede cieca e a volte malriposta, cerca forse di sopperire con un po’ di violenza, mostrata senza filtri, alle mancanze di sceneggiatura e a certi cali di ritmo.

Maximal Interjector
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