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I vincitori del Sundance Film Festival 2016

Con la cerimonia di premiazione al Basin Recreation Fieldhouse di Park City (Utah), sono stati svelati i trionfatori del Sundance Film Festival. Anche in questa edizione, la manifestazione si è dimostrata un riferimento all’interno del panorama del cinema indie contemporaneo, proponendo una selezione di 123 lungometraggi e 72 corti provenienti dai Paesi più disparati. Appuntamento lontano sia dal glamour patinato, sia dall’integralismo autoriale tanto caro ad alcuni festival europei, il Sundance è da sempre sinonimo di un pragmatismo ben esemplificato, ad esempio, dalla buona qualità delle opere premiate negli ultimi anni (Man on WireRe della terra selvaggiaSugar ManProssima fermata Fruitvale StationThe SquareWhiplashQuel fantastico peggior anno della mia vita).

Protagonista assoluto del palmarès di quest’anno è The Birth of a Nation, vincitore del Gran premio della giuria e del Premio del pubblico nella categoria U.S. Dramatic. Il film, scritto, diretto, interpretato e co-prodotto da Nate Parker (classe 1979) ha messo tutti d’accordo riscuotendo un successo clamoroso. Una pellicola che, senza restituire una versione anestetizzata della Storia, guarda negli occhi il dramma della schiavitù negli Stati Uniti, attraverso le reali vicende dell’afroamericano Nat Turner, il quale cappeggiò una rivolta nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Un’opera non accomodante e profondamente sentita, che ha attraversato non pochi ostacoli durante la sua lunga e travagliata gestazione ed è venuta alla luce anche grazie all’impegno di George Lucas.

Tra i titoli che hanno ottenuto maggiore successo, vanno citati Wiener-Dog di Todd Solondz, al ritorno dietro la macchina da presa per un lungometraggio a cinque anni di distanza da Dark Horse, Certain Women di Kelly Reichardt e Captain Fantastic di Matt Ross, con un memorabile Viggo Mortensen nei panni di un padre confinato nelle selvagge foreste del Northwest che è costretto ad abbandonare la propria condizione di isolamento per reintegrarsi nella società.

Se Werner Herzog non ha deluso con il documentario Lo and Behold, Reveries of the Connected World, è da segnalare l’accoglienza freddina portata a casa da Rob Zombie, il cui 31 si è dimostrato una parziale delusione.

Qui di seguito, i premi principali del festival:

  • The U.S. Grand Jury Prize: Dramatic – The Birth of a Nation di Nate Parker (Usa)
  • The U.S. Grand Jury Prize: Documentary – Weiner di Josh Kriegman e Elyse Steinberg (Usa)
  • The World Cinema Grand Jury Prize: Dramatic – Sand Storm di  di Elite Zexer (Israele)
  • The World Cinema Grand Jury Prize: Documentary – Sonita  di Rokhsareh Ghaem Maghami (Germania, Iran, Svizzera)
  • The Audience Award: U.S. Dramatic – The Birth of a Nation di Nate Parker (Usa)
  • The Audience Award: U.S. Documentary –  Jim: The James Foley Story di Brian Oakes (Usa)
  • The Audience Award: World Cinema Dramatic – Between Sea and Land di Carlos del Castillo (Colombia)
  • The Audience Award: World Cinema Documentary – Sonita  di Rokhsareh Ghaem Maghami (Germania, Iran, Svizzera)
  • The Audience Award: NEXT – First Girl I Loved di Kerem Sanga (Usa)

 

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