William S. Burroughs parla di William S. Burroughs, e d’altronde chi meglio di lui può raccontarci questo “drogato, omosessuale, pecora nera di buona famiglia”? Dal Midwest americano al Nord Africa, tra l’epoca d’oro della Beat Generation e gli abissi delle tragedie personali, ripercorriamo in presa diretta l’esperienza letteraria e umana di uno degli artisti che hanno dato la loro impronta al ventesimo secolo.
Un documentario quello di Brookner che attraverso volti noti della cultura e della musica come Patti Smith, Allen Ginsberg e Francis Bacon indaga con particolare intimità una storia nota e controversa, focalizzandosi in particolare su due eventi cardini della vita dell’autore: l’omicidio della moglie, da lui trafitta con una freccia in una poco sobria interpretazione di Guglielmo Tell e la morte del figlio dovuta ad un’insufficienza epatica, conseguenza di una profonda dipendenza dall’alcool.
Il film è il risultato del lavoro di cinque anni, che inizia come progetto di laurea del regista e si sviluppa con l’aiuto di Jim Jarmusch e Tom DiCillo, entrambi grandi amici di Brookner. Durante l’esperienza, la confidenza fra lo scrittore e il regista cresce, instaurando un legame personale oltre che uno scambio artistico, al punto che Burroughs negli anni seguenti comparirà in un cameo in Bloodhounds of Broadway, film di Brookner del 1989.