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VENEZIA 76, EMA: La danza del Cile contemporaneo

Questa mattina abbiamo assistito alla conferenza stampa di Ema, ultimo, controverso film di Pablo Larraín che – siamo sicuri – saprà dividere lo stuolo di critici del Lido.

Presenti in sala il regista e i due protagonisti: l'esordiente Mariana Di Girolamo e l'attore feticcio di Larraín, Gael García Bernal.

Soffermandosi in particolare sull'importanza della restituzione della contemporaneità del Paese ritratto – il Cile e, più nello specifico, la città di Valparaíso –, regista e attori hanno ripercorso insieme al pubblico il viaggio che li ha portati alla realizzazione del film più destrutturato e sperimentale dell'intera carriera di Larraín.

IL FOCUS SULLA CONTEMPORANEITÀ

Pablo Larraín

Non potevamo realizzare un film sul Cile contemporaneo senza riservare il giusto spazio alla sua musica: facendo una ricerca abbiamo scoperto che le top 10 erano dominate da brani reggaeton, motivo per cui – per quanto il genere non mi piaccia – ho trovato inevitabile servirmene come prima colonna sonora.

Questo film è stato realizzato dalla generazione precedente a quella ritratta. Personalmente sono rimasto molto colpito dai codici espressivi – molto specifici – utilizzati dai giovani di oggi. Inoltre, trovo siano molto coscienti di quanto accade nel mondo: sono profondamente rispettosi e consapevoli di quali siano le esigenze comuni.

Gael García Bernal

Quando si realizza un film storico si compie un lavoro ontologico: cerchiamo di riprodurre il modo di pensare e vivere delle persone i una volta. Quando si fa un film contemporaneo, invece, questo ragionamento spesso non viene compiuto. Ecco perchè abbiamo voluto immergerci profondamente all'interno di una nuova generazione per comprenderne a fondo i comportamenti. È necessario dare ascolto a una nuova narrativa.

LA DANZA

Pablo Larraín

Nel caso di Ema, la danza rispecchia perfettamente il suo carattere. L'intero film si stuttura come una grande orchestra danzante di cui Ema è la direttrice.

Mariana Di Girolamo

Il raggaeton è un tipo di musica che ho sempre ballato (non sono una ballerina di professione, ma ho sempre amato danzare per divertimento). Quello di Ema e degli altri ragazzi rappresenta un moto di liberazione sia per il suo personaggio sia per la generazione cui appartiene (e cui appartengo io stessa). È allo stesso tempo anche un atto di seduzione.

IL RAPPORTO TRA EMA, GASTON E L'ARTE 

Mariana Di Girolamo

Ema ricerca di una famiglia poliamorosa molto libera dal punto di vista sessuale, quindi molto lontana dalle famiglie tradizionali. Nonostante tutte le (enormi) difficoltà credo che quello tra lei e Gaston sia vero amore. Sono due persone profondamente passionali: entrambi vogliono avere una famiglia e, a loro modo, si accompagnano e camminano fianco a fianco.

Gael García Bernal

I percorsi di Ema e Gaston partono da uno shock: la loro storia coincide con il tentativo di comprendere un trauma. Tentativo che viene concretizzato attraverso l’arte e la sua esplorazione. A differenza di Ema, Gaston ritiene che l’espressione artistica debba coincidere con qualcosa di rituale, qualcosa che può essere portato in scena soltanto in un contesto che lo qualifica come opera d’arte.

Pablo Larraín

Da qui l'importanza che abbiamo dato alla strada: essa diviene l'arena di un incontro/scontro generazionale.

LA COLLABORAZIONE TRA LARRAÍN E BERNAL 

Gael García Bernal

Io e Pablo praticamente ci conosciamo meglio sul set che fuori: è più il tempo trascorso insieme girando che quello slegato dal mondo del cinema. Tra di noi è venuta a crearsi una sorta di quotidianità: è come se riconoscessimo instintivamente i rispettivi modi di fare un film.

Pablo Larraín

È il terzo film con Gael. Ci conosciamo bene, ma ogni tanto mi piace lavorare rendendo i miei attori un po’ inconsapevoli. È interessante ma sicuramente anche problematico. D’altronde non è proprio dalle crisi che nascono le idee?

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