Krzysztof

Kieślowski

27 giugno 1941, Varsavia (Polonia) — 13 marzo 1996, Varsavia (Polonia)
Premi Principali
Orso d’argento per la miglior regia al Festival di Berlino 1994
Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia 1993
Tra i più grandi autori di sempre, stimatissimo da Stanley Kubrick, si distingue per un cinema intellettuale di notevole complessità tematica, capace di farsi portatore di sentimenti inesprimibili. Inizia a lavorare negli anni Sessanta come documentarista, sia per la TV che per il grande schermo, non senza problemi con le autorità polacche. Nel 1976 esce il suo primo lungometraggio di finzione, La cicatrice (Blizna), ma è dagli anni Ottanta che realizza i suoi capolavori. Il dramma onirico e pessimista Senza fine (Bez konca, 1985) segna l'inizio del suo importantissimo sodalizio con Krzysztof Piesiewicz (sceneggiatore) e Zbigniew Preisner (compositore). Di importanza capitale il suo Decalogo, serie di dieci film ispirati ai Dieci Comandamenti pensata per la televisione polacca, che mette in scena dieci casi giudiziari, dove lo spettatore finisce per essere il giudice unico di una contesa spirituale sempre in bilico. Dopo il bellissimo La doppia vita di Veronica (Le double vie de Véronique, 1991), realizza la splendida trilogia dedicata ai tre colori della bandiera francese e ai rispettivi motti rivoluzionari (Liberté, Égualité, Fraternité): Tre colori – Film blu (Trois coleurs: Bleu, 1993), Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia, Tre colori – Film bianco (Trois coleurs: Blanc, 1994), Orso d'argento per la miglior regia a Berlino, e Tre colori – Film rosso (Trois coleurs: Rouge, 1994), nominato a tre premi Oscar (miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior fotografia).
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