Lampi sul Messico
Thunder over Mexico
1933
Paesi
Messico, Usa, Urss
Generi
Documentario, Drammatico
Durata
72 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Sergej Michajlovič Ejzenstejn
Messico, inizi del Novecento. Il padrone di una fattoria usa metodi dittatoriali con i suoi sottoposti senza disdegnare anche la brutalità fisica. Quando il padrone violenterà la sua fidanzata e promessa sposa, un giovane peone decide finalmente di ribellarsi, scappa dalla fattoria e tenta di salvare la donna che ama. Ma il sogno di libertà del giovane finirà tragicamente. Uno dei quattro film ricavati dal materiale girato da Ėjzenštejn per l'incompiuto Que viva Mexico! (gli altri sono Ėjzenštejn in Mexico, Death Day e Time in the Sun) e unico titolo ascrivibile in toto al regista sovietico. Riprendendo alcune sequenze tolte all'episodio Maguey, al prologo e all'epilogo del film messicano mai portato a termine, Lampi sul Messico venne montato da Sol Lesser, che aveva lavorato in precedenza nella serie cinematografica dedicata a Tarzan, cercando di dare una forma narrativa canonica alla pellicola. Nonostante sia lontanissimo dal progetto originale di Ėjzenštejn (una ideale sintesi della storia del Messico e del suo popolo dall'età pre-colombiana alla rivoluzione che pose fine alla dittatura di Porfirio Diaz), il film denota la genialità e la vitale fantasia estetica del regista che nemmeno un ridimensionamento produttivo e notevoli mutilazioni sono riusciti a scalfire. L'elemento più interessante è l'uso creativo della profondità di campo con cui il cineasta sovietico si diverte a sperimentare costruendo immagini di struggente bellezza e potenza espressiva, coadiuvato dalla sontuosa fotografia di Eduard Tissè. L'intervento della produzione americana e in particolare dello scrittore Upton Sinclair (principale finanziatore di Que viva Mexico! ma insoddisfatto del lavoro portato a termine da Ėjzenštejn) punta a valorizzare la narrazione tradizionale rispetto all'affresco e a un racconto fatto di suggestioni ed ellissi, ma nonostante questo Lampi sul Messico rimane un prodotto affascinante, capace di parlare al cuore e alla testa dello spettatore attraverso il suo immaginario incantevole e inconsueto, al netto di manomissioni e interventi apocrifi. La sola versione di Que viva Mexico! visibile ai giorni nostri e filologicamente corretta rispetto ai dettami di Ėjzenštejn è quella confezionata nel 1979 dallo sceneggiatore Grigorij Vasil'evič Aleksandrov partendo dal materiale girato nel 1931 e dagli appunti del regista.
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