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Due anni senza Bernardo Bertolucci: i suoi film in streaming

Il 26 novembre di due anni fa ci lasciava Bernardo Bertolucci, uno dei registi più noti della storia del cinema italiano e internazionale. La sua cinepresa, sonda esplorativa dell’inconscio umano, ha saputo creare uno straordinario immaginario antropocentrico abitato da eroi solitari il cui desiderio di cambiare il mondo, destinato a naufragare di fronte all’incomprensione dello stesso, si esaurisce nel preludio di una rivoluzione che non è mai in grado di compiersi veramente.

Per omaggiare la sua memoria, vi proponiamo una panoramica di tutti i suoi film disponibili in streaming.

 

La commare secca (Infinity)

Partendo da un soggetto di Pier Paolo Pasolini (con cui aveva lavorato per Accattone), a soli 21 anni Bertolucci esordisce sul grande schermo con il desiderio di trovare una propria identità cinematografica e realizza La commare secca. Un’autorità invisibile che è solo voce raccoglie le testimonianze di un insieme di sospettati a seguito dell’omicidio di una prostituta: attraverso una struttura episodica che giustappone la relatività dei punti di vista che divengono flashback audiovisivi, lo sguardo registico traccia un’analisi socio-antropologica del sottoproletariato romano e il montaggio realizza un racconto corale i cui frammenti, veri e menzogneri, rispecchiano lo statuto sfuggente della realtà.

 

Prima della rivoluzione (Amazon Prime)

Con uno stile influenzato dalla Nouvelle Vague e dalla poetica pasoliniana, ma oramai già autoriale, Bertolucci disegna, in Prima della rivoluzione, la storia di una negazione: quella che impedisce a un giovane di recidere le radici alla propria appartenenza borghese. I movimenti del protagonista sono ripresi in una traiettoria sempre regressiva: l’impegno politico si riassorbe, l’interesse cinematografico si sfibra e l’edipico ritorno al passato (la relazione con la zia annoiata che lo riporta all’atemporalità mitica dell’infanzia) si profila come unica strada possibile per astrarsi dalla realtà. Nonostante volesse un mondo nuovo, Fabrizio non è in grado di (ri)scrivere la propria storia: la classe sociale lo immobilizza e la sua vita, ferma come quella di una pietra, non può cambiare.

 

Strategia del ragno (Rai Play)

Ispirato a un racconto di J. L. Borges (Tema del traditore e dell’eroe), è la storia dell’incontro-confronto-scontro di un figlio con suo padre. Ritornato a Tara, una città immaginaria dove gli ingranaggi del tempo sembrano essere sospesi alla celebrazione dell’eroica memoria paterna, Athos Magnani ripercorre i labirinti della storia per scoprire la verità sulla morte del genitore. Dentro alla cornice di un continuo rispecchiamento tra presente e passato (padre e figlio sono interpretati dallo stesso attore e condividono lo stesso nome), la rappresentazione teatrale disvela la messa in scena, ma la decostruzione dell’immagine del padre – scolpito nella memoria collettiva come quel busto in marmo che lo cristallizza nella posa dell’eroe – sembra aver catturato nei fili della ricerca lo stesso ragno.

 

L’ultimo imperatore (Amazon Prime)

Con il kolossal epico L’ultimo imperatore, che compone insieme a Il tè nel deserto e Piccolo Buddha la Trilogia dell’altrove, Bertolucci traspone sul grande schermo la biografia dell’ultimo imperatore della Cina, Pu Yi. Gettato in un’epoca storica di grandi trasformazioni politiche e sociali, il protagonista, burattino nelle mani degli altri, interpreta una somma di ruoli che lo confinano in una solitudine fisica e psicologica. La struttura temporale del film, che alterna un presente in cui l’uomo è in prigione al passato di una vita lungamente reclusa, fa del confinamento spaziale la cifra distintiva di un esistenza solo formalmente legata al potere.

 

Il tè nel deserto (Infinity)

In Il tè nel deserto, adattamento del romanzo di Paul Bowles (il titolo originale è The Sheltering Sky), il viaggio dei protagonisti verso il centro dell’Africa rappresenta una progressiva ricerca della propria interiorità. Una coppia di coniugi in crisi e un amico, denudati di ogni stratificazione abituale e sociale, si cercano e si smarriscono in coordinate spazio temporali impalpabili. L’immensità dello spazio desertico, che porta a una perdita di contatto con il reale, illumina la fragilità dei rapporti umani sino a quando l’evento della morte, sospendendo la percezione della vita come pozzo infinito, rivela l’intuizione del niente oltre quel cielo che sembra tutto fuorché riparatore.

 

The Dreamers – I sognatori (Infinity)

The Dreamers può essere guardato, insieme a Ultimo Tango a Parigi e Io e te, attraverso la lente della claustrofilia: nella Parigi rivoluzionaria del 1968, due gemelli francesi e un americano (il triangolo relazionale e la centralità della femme fatale richiamano Jules et Jim di Truffaut) si chiudono in un appartamento dove la cinefilia si intreccia alla scoperta del sesso. La reclusione in microcosmi sempre più piccoli li guida verso una scoperta identitaria che fa dell’esclusione-rimozione del mondo esterno la propria premessa. La vita come sogno, mimesi dell’iconografia cinematografica e artistica, termina alla fine del film, quando una pietra che frantuma la soglia tra interno e esterno impone il risveglio.

 

Io e te (Netflix)

In Io e te, ispirato all’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, il protagonista è un adolescente narcisista che, per non andare in gita scolastica, si nasconde in cantina per una settimana. Il sottosuolo come tana buia e protettiva si crepa con l’arrivo della sorellastra, che decompone l’ordine e disarticola le certezze. La cinepresa, incollata ai volti e ai corpi dei personaggi, ne esplora le prese di coscienza e le evoluzioni psicologiche nella forma del primo piano e del particolare: la chiusura si fa apertura reciproca, l’isolamento diventa condivisione e il monologo si trasforma in dialogo. Quando i due sono pronti a affacciarsi sulla scena del mondo, il film finisce.


Sara Colombini

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