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Cinema e teatri chiusi: le parole di Conte e Franceschini

Chiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. Definire, come ho ascoltato da alcuni rappresentanti del governo, come «superflua» l’attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, incultura e mancanza di sensibilità.

Queste le parole del direttore d'Orchestra Riccardo Muti, che in una lettera aperta ha rivolto un accorato appello a Giuseppe Conte. La risposta del Presidente del Consiglio non ha tardato ad arrivare:

È una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero perché siamo consapevoli che tutti i protagonisti del mondo dello spettacolo — artisti, musicisti, autori, imprenditori, tecnici, lavoratori — stanno soffrendo enormi difficoltà ormai da molti mesi. I medesimi protocolli di sicurezza, se da un lato offrono maggiori garanzie di prevenire il contagio, dall’altro lato limitano fortemente la presenza del pubblico, contribuendo al generale depauperamento di questo come di altri settori di attività.

Il criterio che ci ha guidato non è stato quello di colpire indiscriminatamente un settore ritenuto “superfluo” rispetto ad altri. Siamo invece intervenuti su tutti quei settori di attività — ristorazione serale e attività collegate, fitness, spettacolo — che offrono occasioni di socialità, elevate o meno che siano. Settori di attività che contribuiscono — direttamente e indirettamente — a generare assembramenti e aggregazioni di persone, e che generano, soprattutto nelle ore serali, afflussi sui mezzi pubblici e moltiplicano le occasioni di contagio.

Qui il testo completo della lettera


Il Presidente Conta ha inoltre annunciato che oggi il Consiglio dei Ministri approverà un decreto-legge che "consentirà di erogare, agli operatori economici e ai lavoratori colpiti dalle nuove norme, ristori immediati e misure di sostegno".

Queste invece la parole di Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo:

Ho l’impressione che non si sia percepita la gravità della crisi, che non si sia percepito quale sia il rischio dei contagi in questo momento. Verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi i cinema e i teatri in marzo non c’è stata questa ondata di proteste. Forse non si è capito a che punto siamo.

Ho scritto una lettera alle televisioni chiedendo loro, soprattutto quella pubblica, che ha il dovere di farlo essendo un servizio pubblico, ma anche alle altre, di dare più spazio alla cultura, di comprare spettacoli, trasmetterli, pagare i diritti, per aiutare la cultura non in modo simbolico ma in modo materiale.

Il video completo del suo intervento:



Approfittiamo per ricordare che la scorsa domenica Arno Kompatscher, Presidente della provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, ha firmato un’ordinanza che riadatta alcune delle nuove restrizioni previste dal DPCM: bar e ristoranti dovranno chiudere, rispettivamente, alle 20:00 e alle 22:00, mentre cinema e teatri potranno proseguire la propria attività, assicurando una una capienza massima di 200 persone.


Fonte: governo.it

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