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Festa del Cinema di Roma, Pete Docter racconta Soul: "La speranza è che, un giorno, si possa vedere al cinema"
Peter Docter, il regista di punta della Pixar due volte premio Oscar (è lui, ormai da tempo, l'erede designato di John Lasseter e ricopre oggi la carica di Chief Creative Officer di Pixar Animation Studios), ha tenuto un Incontro Ravvicinato col pubblico alla Festa del Cinema di Roma, preceduto anche dalla conferenza stampa in cui ha parlato del suo nuovo film, Soul (qui la nostra recensione), insieme al co-regista Kemp Powers e alla produttrice Dana Murray. Ecco i punti salienti della conversazione svoltasi in due blocchi distinti, durante la quale Docter, in collegamento dall’America (dalla sua casa da cui ha esibito il premio alla carriera, ricevuto dalla quindicesima edizione della Festa), ha mostrato più volte dei sinceri e teneri occhi lucidi nel rivedere le clip dei film che ha diretto per lo Studio di Emeryville, da Monsters & Co. a Inside Out passando per Up.

Di cosa parla Soul?

Dopo Inside Out mi sono detto: ho veramente raggiunto il massimo che potevo dare, il risultato che mi rende più soddisfatto in assoluto? Soul ci porta a chiederci fino a che punto la nostra vita sia più complessa delle nostre passioni. "Perché vivere?" è una domanda dalla quale partire che può sembrare assurda e sproporzionata, specie per un film per bambini, ma alla Pixar abbiamo questo grande privilegio di parlare di cose serie in maniera anche divertente per il pubblico. Non mi piacciono i film che fanno la predica, perché l’attenzione del pubblico inevitabilmente cala, e infatti in Soul affrontiamo questioni filosofiche e morali senza fare la morale. Noi vogliamo sempre intrattenere il pubblico anche se, come in Soul, abbiamo a che fare con personaggi che sono un pianista jazz fortemente legato all’esperienza sensoriale sulla Terra e un'anima mai nata, 22, che invece conosce le cose della vita ma non ha mai davvero vissuto, non è mai passata attraverso l’esperienza sensoriale della vita vera. In quanto tale, non poteva che essere un po' una nichilista, dal punto di vista filosofico.

(Non solo) film per bambini

I nostri non sono solo film per bambini, ma è sempre un comunicare che si esercita attraverso il cinema, le immagini, il suono. Quest’aspetto consente di affrontare degli argomenti profondi con un aspetto zuccheroso e divertente, ma sotto sotto si parla di temi molto complessi. Come dicevo è una grande opportunità che noi della Pixar prendiamo davvero sul serio. Io dopotutto, da piccolo, ero davvero convinto di avere dei mostri dell’armadio, come in Monsters & Co.

Ispirazioni e modelli rivolti a un pubblico globale

Se proponi qualcosa di rosso su sfondo blu salta agli occhi, è inevitabile. Disegnare un mondo etereo e ultraterreno in Soul è stato difficilissimo, ma ci ha molto aiutato avere a che fare, per contrasto, con la genesi e lo sviluppo del mondo reale, che è ostile e tecnologico. Come modelli di riferimento direi che siamo partiti dalla Grecia classica, ma i nostri film devono andare bene anche per un pubblico cinese per esempio, possono avere dei riferimenti ma devono essere fruibili per il pubblico di tutto il mondo. Siamo anche stati in dei musei in cui le costruzioni si spostano da sole, si entra dentro gli spazi e ci si muove liberamente al loro interno come fanno le anime del film. 

La New York di Soul

In generale si parte dal personaggio e non dalla città in cui si muove, ma non c’è una regola precisa, non l'abbiamo. Quando lavori con un computer non si tratta solo di prendere una cinepresa e girare a San Francisco per esempio, ma tutto deve essere disegnato, colorato, progettato, illuminato, ogni cosa che si vede sullo schermo deve subire questo trattamento. Nel caso di Soul la scelta era per forza di cose da far ricadere su due città del jazz come con New Orleans e New York, ma siccome c’era già un film Disney ambientato a New Orleans abbiamo dirottato la nostra attenzione New York, scegliendo ambienti della città funzionali alla nostra storia, come il quartiere del Queens ad esempio.

Pete e la musica

Sono l'unico della mia famiglia a non occuparsi di musica, a non aver scelto quella strada nella vita. Anche mia sorella è una musicista. Io sono la pecora nera! 



L’ammirazione per Miyazaki

Di Miyazaki continuo ad ammirare la capacità di osservare i comportamenti dei bambini e delle creature in generale. Vedendo i suoi film pensi sempre: ma io lo conosco un bambino che mangia in quel modo, quell'altro bambino che non riesce a stare fermo mentre aspetta il bus alla fermata mi suona molto familiare. Magari lui ti fa l'inquadratura dell'acqua sulla foglia dedicandole molta attenzione: lavora su dettagli che non necessariamente sono funzionali all'evolversi della narrazione per portarti dentro quel mondo dove vuole condurti. 

I film preferiti

È vero, Paper Moon di Peter Bogdanovich è un film che mi piace molto. La sua semplicità nei rapporti tra i personaggi mi ha influenzato molto. Io insegno anche alla New York University e quando iniziamo una discussione su un film iniziamo sempre chiedendo, semplicemente: di che parla quest'opera? Tra i film italiani il mio preferito è ovviamente La dolce vita, ma sono decisamente più ferrato sul cinema d'animazione!  

Pete Docter ha mai pensato, un giorno, di dirigere un film in live action?

Ho un paio d’idee in testa che si presterebbero più a film live action che a un film d'animazione, eppure la magia dei film d'animazione è che puoi far ridere e piangere mostrando qualcosa che non è reale ma cui il pubblico crede come se fossero persone in carne e ossa. Quest'aspetto per me coincide con la "magia" con la m maiuscola e quindi sì, credo che continuerò a fare cinema d'animazione tutta la vita! 

Vedremo mai Soul in sala?

Dipende tutto dalla pandemia. Vogliamo che la gente stia al sicuro e si senta al sicuro andando a vedere il film al cinema. Per adesso siamo entusiasti che il film esca su Disney+ dove molte persone lo potranno vedere e pensiamo che in seguito ci possa essere una distribuzione nelle sale cinematografiche. Di certo l’abbiamo fatto e pensato per il cinema, ogni scena è curata per il grande schermo. Speriamo che la gente, un giorno, possa vederlo sul grande schermo.

Kemp Powers ha detto nel corso della conversazione: "Io sono un neo-arrivato, ma ho sempre considerato la Pixar un luogo dove raccontare storie, più che uno spazio dove scrivere le sceneggiature. Sappiamo quanto siano sofisticati i bambini, anche se non pensiamo a loro quando facciamo questi film ma a noi stessi, a cosa ci ha ispirato durante la nostra infanzia. Nel film c’è una scena molto bella riguardante la pizza perché a Brooklyn è il cibo che unisce tutte le etnie, io il mio primo pezzo di pizza a Brooklyn, a due anni, me lo ricordo benissimo, fu una delle prime esperienze di cui ho memoria".

Queste invece le parole di Dana Murray: "Esplorare delle sonorità diverse come quelle di Trent Reznor e Atticus Ross, che firmano la colonna sonora del film, ci è sembrata la cosa ideale, anche se loro hanno un mondo espressivo e sonoro decisamente più cupo e oscuro del nostro. In questo caso Pete voleva esplorare qualcosa di differente, e aveva ragione. Trent e Atticus realizzavano dei campioni musicali che condividevano con noi, c’è stato uno scambio tra le parti alla base dell’improvvisazione, come nella migliore tradizione jazz. La musica dal vivo, che è una novità per un film Pixar, l’abbiamo registrata in studio e poi passata agli animatori, e così facendo la musica ha preso vita sullo schermo. Le idee di Pete diventano sempre più ambiziose, già Inside Out lo era ma Soul lo è ancora di più!". 

"E aspetta di vedere cos'ho in serbo per il prossimo film!"
, le ha fatto eco Docter ridendo.

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