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Gli sbarramenti sulla linea di Tom Hanks

"Voglio portarti via dalla morte e dal dolore": è questo che Tom Hanks dice a Johanna – Helena Zengel - in un punto nodale di Notizie dal mondo di Paul Greengrass. In quel momento, con fare da istitutore, suggerisce alla sua compagna di viaggio di non tornare indietro, perché non va bene. Le raccomanda, invece, di andare avanti; avanti per una linea ben dritta che mima con il braccio teso di fronte a sé. "Prosegui sulla tua linea e non voltarti", consiglia.



Nel film tratto dall’omonimo romanzo di Paulette Jies, la linea di cui parla Hanks – il Capitano Jefferson Kale Kidd – è forse analogia e parallelo del viaggio che sta compiendo? La linea è presumibilmente comparazione e raffronto all’esistenza, condotta inevitabilmente in questo procedimento: forzata condizione che guarda avanti, privata della fattibilità di un indietro.
Ma lungo il percorso – proprio come accade in una traccia più ampia e copiosa che è quella dell’effettiva tangibilità umana – si susseguono ripetuti sbarramenti, come fossero terribili penalità di disparata natura.
Uno di questi arriva appena dopo questa esortazione: il carro su cui viaggiano – unico mezzo di supporto – si danneggia, il freno va fuori uso, le ruote prendono una tale velocità che sono costretti a saltare giù e abbandonarlo fino a vederlo schiantato contro le rocce, demolito. Poi il nitrito disperato di un cavallo rovesciato a terra che, incurabile, cessa di soffrire per un colpo di pistola assestato con decisione dal Capitano.

Andando per ordine, però, prima di questo episodio ce ne sono altri: nel rettilineo viaggio di Hanks che ricorda vagamente The Straight Story di David Lynch, c’è un tentativo di fuga di Johanna durante la notte, mentre i lampi illuminano il passaggio di alcuni indiani Kiowa a cavallo, che avanzano come demoni cacciati da una palude, come fossero una collana di spaventosi pellegrini immersi in uno sfondo livido e bluastro. Le loro sagome sembrano delinearsi dentro uno di quei paesaggi descritti da Cormac McCarthy in Meridiano di sangue e, come questa vicenda, anche più avanti – nel cammino verso Castroville - si frammezza un altro intralcio: Almay - ex soldato Primo Fanteria del Texas, Nord Virginia - una specie di funereo e malvagio pirata delle valli rocciose che vuole comprare la ragazzina (non in vendita) per cento dollari. Mr. Almay si fa promotore di un arduo duello che getta i due interpreti dentro un percorso tra la vita e la morte.




“La strada è chiusa”: ancora un altro sbarramento nei pressi della contea di Erath. Compare un uomo con le sembianze del Mangiafuoco di Le avventure di Pinocchio (Collodi), il Sig. Farley che, interessato alle notizie di Kidd, lo lascia entrare nel suo regno a costo che il capitano diffonda la notizia fraudolenta di un mondo nuovo tra la sua gente, ma Kidd – l’uomo dei giornali - si troverà in una terra satanica e demoniaca e, come dice Hanks in una battuta condivisa con Johanna: "credo che tutti e due abbiamo dei demoni da affrontare lungo questa strada, così anche noi, come loro, viviamo un tragitto disseminato di ostacoli". Grazie a una storia che sfugge all’abbominevole destino della contea, la storia degli abitanti di Keel Run che lottano contro un destino ingiusto, il Capitano si tira fuori anche questa volta da un violento intralcio e, incrollabile, guarda dritto.

In ultimo, un uragano improvviso avvolge un paesaggio inaridito dal sole e getta una rabbiosa sabbia sulle vite dei protagonisti che sembrano perdersi per poi ritrovarsi più risoluti di prima. Fra queste irreversibili calamità che costituiscono un viaggio tormentato c’è, in fine, un momento in cui il Capitano Kidd tradisce il suo pensiero: non voltarsi, non tornare indietro, quando ciò che suggerisce crolla di fronte all’affezione e il sentimento per la piccola orfana Johanna. Così, nella coerenza di un percorso lineare, dove la tenacia si fa motrice e impeto per valicare le brutture inesorabili della vita, Kidd inganna le sue credenze e denuncia uno straordinario profilo contrario, come un difetto rispetto alle sue convinzioni, come una smagliatura nel tessuto delle cose e torna indietro, nel luogo dove aveva lasciato la ragazzina, da una coppia di parenti estranei e disinteressati che la legano come un cane dentro la loro proprietà. Il Capitano torna indietro per una ragione soltanto, un motivo di natura unicamente affettiva e sentimentale. E non è questa – forse - l’unica ragione che fa franare le nostre convinzioni?

Hilary Tiscione

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