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30 anni da Il padrino – Parte III: il purgatorio di Michael Corleone

Negli ultimi mesi, in occasione del trentesimo anniversario dalla conclusione di una delle saghe cinematografiche (quella legata alla famiglia Corleone) più importanti e conosciute al mondo, si sono rincorse molte novità: dalla nuova Director’s Cut voluta e firmata proprio da Francis Ford Coppola, passando per la lavorazione di un nuovo film intitolato Francis And the Godfather, fino ad arrivare alla produzione di The Offer, serie televisiva con focus sulla produzione de Il Padrino.

Sono ormai passati 30 anni quindi, dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga: Il padrino – Parte III. Il film venne così intitolato contro il volere di Coppola che avrebbe preferito un altro titolo per omaggiare lo scrittore dalla cui penna tutto è iniziato (Mario Puzo); la scelta della produzione era però volta a seguire le orme del successo dei due capitoli precedenti. A dispetto dalle intenzioni, però, la conclusione della saga ebbe sorti totalmente opposte da quelle sperate. Uscito nelle sale americane proprio il giorno di Natale, il film fu accolto con molta freddezza sia da pubblico che critica. Il terzo capitolo, con sette nomination, nessuna statuetta assegnata e un box office di “soli” 137 milioni, non riuscì infatti a replicare i fasti dorati dei primi due film, i quali avevano collezionato ben nove oscar e oltre un miliardo di incassi. La critica non si lesinò dall’elargire caustiche critiche alla pellicola, attaccando anche la scelta di Coppola di far interpretare la parte di Mary (ruolo precedentemente assegnato a Winona Ryder) proprio alla figlia Sofia Coppola. "Colpirono Sofia con il proiettile che era destinato a me", parola rilasciate dallo stesso regista e che evocano proprio le stesse dinamiche cui è stata messa in scena la morte di Mary.

Il padrino – Parte III riprende l'affascinante discorso tematico dei primi due capitoli, allargando il parallelismo Mafia-Capitalismo alla politica e soprattutto alla fede religiosa, descritti tutti come diverse facce dell'unica entità che conta al mondo, ossia il potere. L'ambizioso piano “filosofico” del film, che si arricchisce di evidentissimi riferimenti alla storia italiana degli anni '80 (dal banchiere Calvi a Papa Luciani fino alla celebre frase di Andreotti «Il potere logora chi non ce l'ha»), tuttavia, a differenza dei capitoli precedenti, non si fa mai elegante e sottile allegoria, ma scade spesso nel didascalismo di grana grossa, spia di una leggera perdita d'ispirazione nelle capacità di scrittura della coppia Coppola-Mario Puzo.

La nuova Director’s Cut voluta da Coppola sarà intitolata Mario Puzo’s The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone. La pellicola inizierà in media res, proiettando lo spettatore nel mezzo delle trattative tra Michael e la Banca Vaticana, e si concluderà risparmiando il nostro Padrino dalla morte, scelta che, anche a detta di Al Pacino, invece di salvare Michael, lo condanna a sopravvivere nel suo personale tormento: “Lasciare Michael in vita è la vera tragedia”.

Anche Diane Keaton ha elargito il suo benestare al rilascio della nuova edizione, esprimendo parole di elogio al nuovo taglio del film: “Ho visto il film sotto una luce completamente diversa. Quando l’ho visto la prima volta, non ero veramente convinta. All’epoca dell’uscita in sala non sembrava funzionasse bene e le recensioni non furono eccezionali. Ma Francis ha lavorato nuovamente, dall’inizio alla fine, e, lasciatemelo dire, adesso funziona alla perfezione”.

Si parla molto anche di The Offer, serie prodotta da Paramount+, in cui Armie Hammer interpreterà Al Ruddy, produttore de Il padrino, nell’arco di dieci episodi che ripercorreranno la gestazione del film. Alla sceneggiatura troviamo Michael Tolkin (nomination agli Emmy per la serie Escape from Dannemora) al quale è affidato il compito di raccontarci quella che, all’epoca, fu una produzione travagliata.

Simone Manciulli

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