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Oscar 2021: guida pratica ai film candidati

Tra restrizioni, uscite rimandate e cinema chiusi è stato un anno decisamente anomalo per l’industria cinematografica. Nonostante tutte le avversità, la cerimonia degli Oscar avrà luogo anche quest’anno: appuntamento alla notte tra il 25 e il 26 Aprile (02:00 - 05:00, ora italiana).

Tra amanti e detrattori, la notte degli Oscar è senza dubbio uno degli eventi più attesi dell'anno cinematografico, che si tratti di autorialità, pop o semplicemente glamour.  

Anche in un anno anomalo come questo, la qualità dei film non lascia affatto a desiderare, basti pensare a titoli come Nomadland e Mank. Tuttavia, causa le impossibilità distributive nelle sale cinematografiche e l'assoluta egemonia dello streaming (non a tutti accessibile, perlomeno worldwide), alcuni titoli candidati figurano agli occhi dei più come vere e proprie novità. Ecco perché abbiamo pensato a una guida ad hoc, utile per arrivare preparatissimi alla notte tanto attesa.



Best feature film: di che cosa stiamo parlando?

The Father di Florian Zeller

Opera prima dello scrittore e drammaturgo francese Florian Zeller. Il film racconta la storia di Anthony, un uomo affetto da demenza senile che perde sempre di più la propria lucidità, arrivando a confondere realtà e lontani ricordi. I due protagonisti sono interpretati da Anthony Hopkins e Olivia Colman, entrambi già vincitori del premio Oscar (grazie alle loro interpretazioni, rispettivamente, ne Il silenzio degli innocenti e La favorita). Per Hopkins, inoltre, è la seconda candidatura consecutiva dopo quella dell’anno scorso per I due papi. Lo stesso regista ha dichiarato che quella di Hopkins è una scelta di casting fortemente voluta: «Quando ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura tratta dalla mia opera il primo volto che ho avuto davanti è stato quello di Hopkins. Ho avuto sin da subito la convinzione che sarebbe stato perfetto.»
Il film ha ricevuto una buona accoglienza da parte della critica ed è stato nominato anche a quattro Golden Globe, senza però vincerne nessuno. Attualmente non è stato ancora distribuito in Italia.


 

Judas and The Black Messiah di Shaka King

Il film di Shaka King racconta la tragica vicenda dietro la morte del leader delle Black Panther Fred Hampton, ucciso dall’FBI nel 1969. La morte di Hampton avvenne anche grazie alle informazioni fornite da Bill O’Neal, infiltrato dell’FBI che visse in maniera tormentata il suo ruolo da doppiogiochista. Hampton è interpretato da Daniel Kaluuya (protagonista di Scappa – Get Out), che con questo ruolo ha già vinto il Golden Globe come miglior attore protagonista. A testimonianza dell’apprezzamento critico ci sono le molte candidature ai premi più importanti. Anche Judas and The Black Messiah non è stato ancora distribuito nel nostro paese.




Mank di David Fincher

È indubbiamente uno dei film dell’anno. L’opera di David Fincher è stata apprezzata da critica e pubblico ma durante la stagione dei premi è spesso rimasta a mani vuote: gli Oscar potrebbero rappresentare il momento della rivalsa. Mank conduce la classifica dei film con più nomination (dieci) e potrebbe essere uno dei protagonisti vincenti dellla serata.
L’ultima fatica di Fincher racconta la storia di Herman J. Mankiewicz (Gary Oldman, candidato come migliore attore protagonista), grande sceneggiatore che lavorò a Hollywood dalla fine degli anni Venti. Alcolizzato e spesso in rotta con i produttori, Mankiewicz un giorno venne chiamato da Orson Welles per realizzare il copione di quello che sarebbe poi diventato uno dei film più importanti della storia del cinema: Quarto potere.
Mank ha conquistato la nostra redazione guadagnando il primo posto nella classifica dei migliori film del 2020: “La forma si fa presto contenuto, proponendo frasi tipiche di uno script che si sta delineando fin dalle primissime immagini: un film su uno sceneggiatore, ma soprattutto un film di sceneggiatura, in cui ancor più della splendida fotografia in bianco e nero (che richiama con alcuni giochi la pellicola dell’epoca) e di un sonoro che lavora in maniera coerente, sono soprattutto le parole a contare, all’interno di dialoghi fittissimi in cui la verve cinica, caustica e irresistibile del protagonista è soltanto il fiore all’occhiello.”
Disponibile su Netflix.


 


Minari
di Lee Isaac Chung


Diretto da Lee Isaac Chung, Minari si presenta alla notte degli Oscar in quanto vincitore del Golden Globe come miglior film straniero. L’opera è ispirata dall’autobiografia del regista, americano di origine coreana, e racconta la storia di una famiglia (coreana, appunto) immigrata negli Stati Uniti che decide di trasferirsi dalla California all’Arkansas.
Interessante riflessione sulle differenze tra società americana e coreana, Minari è stato uno dei protagonisti della stagione dei premi e potrebbe sorprendere anche la notte degli Oscar. Come detto, ai Golden Globe è stato candidato “solo” come miglior film e straniero e non ha potuto concorrere come miglior film poiché è recitato per buona parte in coreano. Questa rigidità nel regolamento ha scaturito qualche polemica, in cui è in cui è intervenuta anche Lulu Wang (regista di The Farewell): «È il film più americano dell’anno. La storia di una famiglia di immigrati, in America, alla ricerca del sogno americano. È fondamentale che vengano cambiate queste regole antiquate, che definiscono ciò che è americano solo in virtù della lingua inglese».
In Italia non è stato ancora distribuito.




Nomadland di Chloé Zhao

Il film di Chloé Zhao è, probabilmente, il più quotato per la vittoria della statuetta di miglior film. Vincitore del Leone d’oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, ha riscosso un grande successo critico portando a casa molti premi; l’Oscar potrebbe dunque essere la ciliegina sulla torta.
Chloé Zhao, inoltre, potrebbe diventare la seconda donna della storia del cinema a vincere la statuetta come miglior regista: la prima è stata Kathryn Bigelow 11 anni fa con The Hurt Locker. Su questo tema l’edizione di quest’anno ha già segnato la storia: per la prima volta sono nominate due donne alla miglior regia: accanto a Zhao Emerald Fennell per Promising Young Woman.
Nomadland racconta di Fern (Frances McDormand), donna sulla sessantina rimasta vedova, che lascia la sua cittadina dopo una grave crisi economica, iniziando a viaggiare e a vivere all’interno del suo furgone. Come una moderna nomade, si muove al di fuori delle convenzioni sociali attraverso le lande desolate dell’Ovest americano.
In Italia arriverà su Disney+, nella sezione Star, dal 30 aprile.




Promising Young Woman di Emerald Fennel

L’esordio dietro la macchina da presa di Emerald Fennell ha da subito convinto la critica americana, che lo ha accolto lodando regia e interpretazione della protagonista Carey Mulligan (candidata come miglior attrice protagonista). Il film - di genere thriller - racconta la storia la storia di Cassie, che da giovane e promettente studentessa di medicina è diventata un’anonima lavoratrice di un piccolo bar. Con un passato traumatico alle spalle, Cassie e il film intero riflettono sulla presenza della cultura dello stupro nella nostra società, tema discusso e affrontato apertamente dal film.
Tra le produttrici troviamo anche Margot Robbie. Non ci sono ancora notizie sulla distribuzione nel nostro paese.




Sound of Metal di Darius Marder

Il film di Darius Marder è stata una presenza fissa durante la stagione dei premi e anche agli Oscar non sarà da meno: sei candidature totali e tutte in categorie importanti. Il film racconta la storia del batterista Ruben (Riz Ahmed) e della fidanzata Lou (Olivia Cooke): i due vivono insieme e sono sempre in viaggio per le strade d'America, in tour da un club all'altro. Ex tossicodipendente pulito da quattro anni, Ruben si accorge di percepire uno strano ronzio nelle orecchie. Fino a che, in poco tempo, non diventa quasi completamente sordo. Sopraffatto da ansia e depressione, si rifugia in una casa per sordomuti gestita da un veterano del Vietnam anch'egli sordo.
Per preparare questo ruolo, Riz Ahmed ha preso lezioni di batteria per sei mesi e ha imparato interamente la lingua dei segni americana. Come recita la nostra scheda: "Se il titolo può far pensare a un film musicale su un genere ben preciso, alla prova dei fatti ci si ritrova in realtà davanti al cospetto di qualcosa di molto diverso, che usa la sua suggestione sonora dei suoni metallici creando una sinestesia stimolante, dal punto di vista sia metaforico che concettuale, tanto in potenza quanto in atto".
Il film è disponibile su Amazon Prime Video




Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin

L’ultimo film diretto da Aaron Sorkin racconta la storia vera dei Chicago Seven, attivisti contro la guerra del Vietnam accusati di cospirazione per gli scontri tra manifestanti e Guardia Nazionale del 28 agosto 1968 a Chicago. Con sei nomination, il film è il maggior indiziato per la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale (premio già vinto da Sorkin nel 2011 per The Social Network). La storia del film accenna anche alla morte di Fred Hampton (qui interpretato da Kelvin Harrison Jr), la cui storia è approfondita nel già citato Judas and the Black Messiah.
Disponibile su Netflix.


 

EXTRA FUN FACT: Glenn Close è stata candidata agli Oscar come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione in Hillbilly Elegy di Ron Howard. Curiosamente, l'attrice ha ricevuto la nomination per lo stesso ruolo anche ai Razzie Awards, ovvero i premi cinematografici che premiano le performance e i film peggiori dell'anno. Un caso non unico, ma sicuramente raro e bizzarro: capita spesso che gli interpreti vengano candidati a entrambi gli Awards, ma quasi mai per il medesimo ruolo.


 

Andrea Porta

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