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Venezia 76, J'accuse di Roman Polanski raccontato da Jean Dujardin, Louis Garrel ed Emmanuelle Seigner

A Venezia 76 è sono arrivati ieri i protagonisti de L’ufficiale e la spia (il titolo originale è J’accuse), il nuovo film di Roman Polanski dedicato all’affare Dreyfus con nel cast Jean Dujardin, Louis Garrel e la moglie del regista Emmanuelle Seigner

Tanti gli applausi per un progetto cui il regista ha iniziato a pensare quasi dieci anni fa e che sarà nelle sale il prossimo 21 novembre distribuito da 01. Ecco le dichiarazioni dei protagonisti in conferenza stampa. 

LUCA BARBARESCHI (produttore)

Sono molto più emozionato di quanto potete lontanamente immaginare. Questo progetto è nato molti anni fa con tanta fatica ed è di un’attualità estrema. Non essendo presente il regista Roman Polanski potrò parlare solo degli aspetti produttivi e vi chiedo la cortesia di tenere da parte le polemiche dei giorni scorsi, che non sono interessanti. La Mostra non è un tribunale morale, ma deve celebrare l’arte.

JEAN DUJARDIN (Georges Picquart)

Avevo alcuni ricordi scolastici di questo personaggio, ma le mie idee non erano proprio chiare, ma un po' nebulose. Per prepararmi ho ascoltato Polanski, ho detto e studiato a fondo la sceneggiatura fino a diventare scemo per non perdermi nessun dettaglio. L’ho affrontato con molto pudore, tenendo a mente che la star di questo film era la storia. La stesso fa sempre Polanski, un regista sempre al servizio della vicenda che racconta. Auguro a tutti gli attori del mondo di lavorare con Roman, a volte sul set sa essere duro e tu ti ritrovi a essere frustrato ma poi come uno sciamano ti guida con la voce e vengono fuori grandi film.

LOUIS GARREL (Alfred Dreyfus)

Un giorno sul set Polanski mi ha detto c’era qualcuno che voleva che conoscessi e ad aspettarmi c’era ragazza, che era la pronipote di Alfred Dreyfus. Lei mi ha raccontato che i figli di Dreyfus sono stati deportati durante la Seconda Guerra Mondiale, anche la sua discendenza ha vissuto un inferno. È una storia francese terribile, ma vedendo il film per la prima volta una settimana fa ho provato una gioia vera quando alla fine della storia la giustizia prevale. Mi ha ricordato un libro che ho letto a quindici anni in cui Tolstoj si chiedeva: “Che cosa è l’arte?”. A questa domanda lo scrittore rispondeva: L’arte deve dare voglia all'uomo di fare il bene.  

EMMANUELLE SEIGNER

Per me è difficile mettermi nei panni di Roman anche se proprio oggi festeggiamo i nostri trent'anni di matrimonio. Posso dire però che il senso di persecuzione che spesso si ritrova nei suoi film viene dalla sua vita. Come regista è un uomo preciso, meticoloso con le inquadrature, ma che lascia tanta libertà agli attori e questo film è a tutti gli effetti un thriller politico. Si tratta anche del sesto film che che facciamo insieme e solo ora comincio ad abituarmi al suo modo di girare».

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