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Your Honor, verità e responsabilità nella nuova serie con Bryan Cranston

Michael Desiato è un giudice di New Orleans, uno dei pochi onesti, paladino delle cause perse. Suo figlio Adam un giorno torna a casa e gli confessa di aver ucciso un ragazzo in un incidente d’auto e di essere scappato, abbandonando la vittima agonizzante.
Il suo senso del dovere lo porta a far ragionare il figlio e ad andare direttamente in centrale di polizia, fargli ammettere le sue colpe e affrontare le conseguenze del fatto. Ma cosa succede quando poi scopre che il ragazzo ucciso non è altro che il figlio del più pericoloso boss della città? Neppure un giudice dalla parte della legge potrebbe sottrarsi alla morsa della vendetta criminale. Quindi decide di fare di tutto perché il vero colpevole non venga scoperto.

Questo lo spunto di Your Honor, la nuova miniserie targata Showtime, con protagonista la star di Breaking Bad, Bryan Cranston. Un prodotto solido, convincente, con un incipit folgorante, qualche tempo morto nelle parti centrali della narrazione, personaggi non sempre pregnanti ma uno sviluppo coerente e degno dei migliori legal drama.

Ancora una volta Cranston veste i panni di uomo dalla parte del bene che, a causa di una tragedia portatrice di molti potenziali pericoli, si macchierà di diverse colpe per sfuggire alle conseguenze. Ancora la metamorfosi della moralità, la spinta al limite della coscienza per uno scopo tutto personale, mirato a non far crollare gli equilibri di una vita apparentemente perfetta.
Un uomo comune che si addentra nei gangli della criminalità e della corruzione trasformandosi in qualcosa di non molto diverso dai nemici che combatte o da cui scappa. Lo status quo di partenza opposto è sottolineato ancora di più dal ruolo che ricopre il protagonista nella società, una figura che più di tutte deve perpetrare gli scopi della legge e che sarà rapidamente capace di ignorare quest’ultima e di seguire regole totalmente soggettive.
Quanto vale la vita di una persona cara? Quanti peccati ci si può addossare e quante persone dovranno soffrire per proteggere quello che di più prezioso si possiede?

Sembra che questi personaggi siano i più adatti al talento drammatico di Bryan Cranston. L’ambiguità dell’essere umano, il lato oscuro nascosto e sconosciuto che subentra inaspettatamente nella tragedia. Come in Breaking Bad, la perenne fuga dalla responsabilità è destinata a diventare un partita persa in partenza, alimentata dall’illusione di riuscire a evitarla. Anzi, sembra che, più si rimanda il confronto, più sarà violento l’impatto. Una sorta di ordine cosmico cieco e spietato. È questa la definizione di giustizia? O è piuttosto la definizione di un destino ineluttabile e impietoso…?

La serie, qualitativamente valida come la media dei prodotti mainstream statunitensi, non ha guizzi di genialità o innovazione, ma nel suo ambito funziona, è convincente nelle evoluzioni e congruente quando tira le fila. È un prodotto accattivante dalla prima all’ultima puntata.
Il suo più grande pregio è forse la sceneggiatura, complessa e sfaccettata in tutte le storyline che mette in campo e nel loro sviluppo. Un punto debole però risiede in alcune caratterizzazioni, in particolare dei villain, la famiglia mafiosa Baxter. Il loro leader, Jimmy Baxter, interpretato dal talentuoso Michael Stuhlbarg (A Serious Man, Chiamami col tuo nome), è un personaggio alquanto piatto, privo di vero fascino, così come il resto della famiglia, composta da personalità spesso stereotipate. Se quindi i protagonisti, il padre giudice e il figlio, sono scritti nei minimi dettagli e godono di una certa tridimensionalità, spesso i comprimari mancano di carisma e sicuramente non risultano come personaggi memorabili. Il contesto è la moderna New Orleans e le vicende si svolgono in parte nei quartieri poveri e malfamati, sedi della criminalità afroamericana, che fungono da contraltare a quelli borghesi dove vive il protagonista o al lussuoso hotel dei Baxter.
Infine, il campo di battaglia è quello del classico tribunale, simbolo della giustizia statunitense, qui messa più volte in dubbio con coraggio, ma mai senza perdere il sentore di già visto. Uno sfondo funzionale insomma, abbastanza vivido, ma non indimenticabile.

Your Honor è una serie che si interroga sulla verità, sugli sforzi che si compiono per coprirne le rischiose tracce, sulle scomode bugie che si imbastiscono con l’illusione di poter gestire gli eventi, ma anche sulle battaglie che si compiono per inseguire la chiarezza, per fare luce sulle storture e accettare le proprie responsabilità. Permette di calarci nei panni di un padre amorevole, di un uomo che crede nella legge e nella moralità, che spinto dall’istinto di sopravvivenza e dall’amore per il figlio, è pronto ad andare contro tutto ciò, rischiando però di pagare un prezzo enorme.

Cesare Bisantis

Maximal Interjector
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