Il documentarista Claude Lanzmann non riesce a ottenere i permessi per girare il suo prossimo lavoro in Nord Corea, così decide di insistere clandestinamente operando di nascosto. Siamo ben lontani dal 1985 e da quella pietra miliare che è ancora oggi Shoah. Claude Lanzmann cambia l'obiettivo della sua ricerca cercando comunque di insistere sui temi a lui più cari come il valore storico delle immagini e la potenza nascosta della memoria. Napalm però non possiede la forza e l'impatto di cui un documentario degno di questo nome dovrebbe avvalersi. Girato di nascosto e senza grossi mezzi, il film arranca per tutta la sua durata e spesso la sensazione è quella di trovarsi di fronte all'opera prima di un amatore invece che di un autore più che affermato. Interessante la componente sentimentale in cui vira il progetto, ma non basta a cancellare l'idea che si tratti più del capriccio cinefilo di una vecchia gloria invece che di un'opera dal profondo valore artistico. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.