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Diario dal Far East Film Festival 26: Il racconto della Opening Night con protagoniste Cina e Corea del Sud
È tempo di cinema, è tempo di Asia, è tempo di Far East Film Festival! Questa la dichiarazione di intenti che esce a squarcia gola dalla bocca dello staff del Far East Film Festival 26 al via questa sera a Udine mercoledì 24 aprile con 79 titoli selezionati da 12 paesi.

Una prima giornata che è partita subito nel segno di due dei Paesi protagonisti di questa e delle passate edizioni della manifestazione. Il sipario del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” si è aperto infatti ufficialmente con la grande “prefazione” alle 17.00 del cult movie poliziesco sudcoreano restaurato Nowhere to Hide. Nella serata invece attendiamo due grandi titoli: il campione d’incassi cinese YOLO e l’action comedy sudcoreana Citizen of a Kind.

YOLO. Dopo lo straordinario successo di Hi, Mom, che nel 2021 catapultò la stand-up comedian Jia Ling nella sfera dei registi di maggior successo nella storia del cinema mondiale, si è ripetuto quest’anno con il suo secondo film, YOLO: You Only Live Once, che in pochi giorni dall’uscita nelle sale durante il Capodanno cinese ha già guadagnato più di tre miliardi di yuan. Il film è un remake abbastanza fedele del film giapponese 100 Yen Love (presentato in Italia al FEFF del 2015).


La storia ruota attorno a Le Ying, una trentenne mite che sembra il prototipo della donna depressa: sovrappeso, non lavora, abita con i genitori e con una sorella maggiore che la critica continuamente, dorme quasi sempre e quando non dorme si trascina per casa pensando al prossimo pasto. Un’ennesima lite con la sorella spinge Le Ying ad andare via da casa. Comincia a lavorare in un ristorante, dove incontra un allenatore di boxe in crisi del quale si innamora. Per girarlo il film Jia Ling è prima ingrassata di 20 kg per poi perderne 50 nel corso delle riprese, durate un intero anno nel quale l’attrice ha seguito una dieta ferrea ed un regime di allenamenti severi per acquistare il fisico di una boxer professionista. Con questo secondo film, si riconferma come uno dei talenti più finteressanti del cinema popolare cinese attuale e non è un caso che YOLO sia il primo film della Cina continentale di cui la Sony – con la quale la regista sta già collaborando per il remake in lingua inglese di Hi, Mom – abbia acquistato i diritti internazionali pur non avendo partecipato alla sua produzione.

Citizen of a Kind. La vita della madre single Deok-hee è andata in pezzi ancora prima dei titoli di testa, quando un devastante incendio ha distrutto la sua lavanderia. Non essendo riuscita a ottenere un prestito per riaprire la sua attività, si sente sollevata quando un impiegato della banca la chiama per informarla di un’offerta di prestito speciale a tempo limitato... La premsessa sociale di Citizen of a Kind è basata su un fatto realmente accaduto nel 2016. L’eccellente attrice Ra Mi-ran – che è stata spesso confinata in ruoli comici, pur avendo enormi possibilità interpretative – comunica la disperazione di Deok-hee, ma ci rende anche credibile la sua forza; man mano che il film procede, la sua interpretazione ci fa entrare sempre di più nella storia. All’inizio il personaggio si concentra esclusivamente sul recupero del denaro che ha perso, ma in seguito la sua crescente determinazione a far saltare l’intera operazione di phishing vocale la trasforma in una sorta di eroina vendicatrice. La sceneggiatrice e regista Park Young-ju ha fatto un lavoro straordinario portando questa storia sullo schermo. 


Il Gelso d’Oro alla Carriera verrà consegnato il 29 aprile allo storico produttore Chiu Fu-sheng e il 2 maggio a una leggenda come Zhang Yimou, protagonista anche di un’imperdibile masterclass aperta a tutti, e il programma spazierà come sempre attraverso i generi, documentando il meglio delle produzioni recenti e, con due importanti retrospettive al Visionario, le opere più significative del passato. E noi non vediamo l'ora di raccontarvi il grande cinema asiatico seguendo un filo che si dipana tra presente e passato!

Andrea Valmori e Silvia Santinami 
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