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Golden Globes 2021: gli snobbati delle nomination, da Meryl Streep a Da 5 Bloods
Come se le modalità della cerimonia dei Golden Globes di quest'anno non bastassero ad alimentare il chiacchiericcio intorno al premio della Hollywood Foreign Press, ecco che alcune candidature stravaganti provvedono a scatenare il dibattito sulla prima cerimonia di una stagione dei premi che si prevede decisamente atipica

Anche se film importanti, quali "Nomadland" e "Il processo ai Chicago 7", hanno giustamente catalizzato l'attenzione circa l'assegnazione delle candidature, l'argomento più dibattuto ad Hollywood riguarda alcune sorprendenti esclusioni.

In cima alla lista dei dimenticati, c'è sicuramente "Da 5 Bloods" di Spike Lee, che si ritrova a secco proprio dopo le quattro nomination ai Globes di appena due anni fa, per "BlacKkKlansman". Il dramma dei veterani del Vietnam non ha convinto i giurati, così come altri film con protagonisti attori di colore non sono riusciti a strappare l'ambita candidatura a Miglior film drammatico, pure in un anno così prolifico.

C'è da dire, però, che il debutto alla regia di Regina King, "Quella notte a Miami...", ha ottenuto tre candidature per Miglior regia, per il Miglior attore non protagonista (Leslie Odom Jr.) e per la Migliore canzone originale. 
Nemmeno "Ma Rainey's Black Bottom" è rimasto totalmente a secco: delle due nomination che ha ottenuto, una è andata a Viola Davis per la Miglior attrice in un film drammatico e l'altra al compianto Chadwick Boseman per l'equivalente categoria maschile.

Per finire, anche "Judas and the Black Messiah" si è assicurato la corsa in due categorie: Miglior attore non protagonista per Daniel Kaluuya e Miglior canzone.

Nessuno di questi film, però, è stato considerato per rientrare nella cinquina all'interno della categoria principale: al loro posto, i giurati hanno preferito "Nomadland", "Mank", "Il processo ai Chicago 7", "Una donna promettente" e "The Father".

Per quanto riguarda gli altri esclusi eccellenti, ad aprire il sipario sull'incredulità del mondo dello spettacolo è la sconvolgente assenza di Meryl Streep fra i candidati: "non pensavamo che certe regole non scritte si potessero effettivamente infrangere", come scrive per il NYT.

La persona più nominata nella storia di questo show si ritrova a passare comodamente la serata a casa (d'altronde, se non quest'anno, quando?), nonostante il suo ruolo comico in "The Prom" e la sua collaborazione con Steven Soderbergh in "Let Them All Talk". La tre volte premio Oscar (nonché vincitrice di nove Globes) se ne farà sicuramente una ragione.

Se consideriamo invece le sorprese, c'è molta curiosità (ma anche scetticismo) nei confronti di "Music", film musicale diretto dalla cantautrice Sia, che vanta due candidature per il Miglior film commedia o musical e per la Migliore attrice protagonista a Kate Hudson. Alcune polemiche si sono concentrate anche sulla scelta di Jared Leto, papabile Miglior attore non protagonista: una scelta che ha piacevolmente sorpreso lo stesso attore, il quale ha dichiarato che non si sarebbe aspettato una candidatura per il suo ruolo in Fino all'ultimo indizio, interpretazione per la quale si è rifiutato di indossare una parrucca. 

Una notizia che invece non scatenerà (forse) polemiche è quella che vede più donne che uomini nominate nella categoria Miglior regista: Emerald Fennel ("Una donna promettente"), Regina King e Chloé Zhao ("Nomadland") guardano dall'alto Aaron Sorkin ("Il processo ai Chicago 7") e David Fincher ("Mank"). Solo tre anni fa, Natalie Portman introdusse ai Globes la categoria del Miglior regista con una battuta calzante: "Ecco i candidati tutti uomini".

Fonte: New York Times
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