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Master MICA - Analisi di "Upstream Color"
Gli studenti del Master in Management dell'Immagine, del Cinema e dell'Audiovisivo dell'Università Cattolica di Milano, hanno svolto delle interessanti analisi per il corso di Storia e scenari dell'immagine e dell'audiovisivo: le pubblichiamo con piacere sul nostro portale! Complimenti!

Filippo Caligari – Upstream Color (2013) di Shane Carruth  
‘Upstream Color’ è un film del 2013, scritto, prodotto e diretto da Shane Carruth (che ne è anche protagoni- sta maschile). Il film può essere circoscritto al genere della fantascienza, anche se sono presenti anche molti elementi riconducibili al dramma psicologico e alla love story. Nel film, le vite di due persone, un uomo e una donna, vengono involontariamente influenzate dal contatto con un parassita. La vicenda è raccontata dal punto di vista della donna, Kris, che viene dapprima soggiogata da un individuo (conosciuto solo come il Ladro) tramite il parassita, e privata di casa, denaro e lavoro, per poi elaborare e superare il trauma attraverso l’incontro con Jeff, un’altra vittima del Ladro.
Il film, spesso caratterizzato da una narrazione frammentaria e impressionistica, utilizza la metafora della larva che penetra il corpo per raccontare le tematiche della perdita dell’identità e del trauma, e, attraverso alcuni elementi, anche suggerire un possibile ritorno alla natura. Questi temi sono compatibili con l’idea di contemporaneità, poiché si suggerisce che nella società contemporanea la nostra identità sia maggiormente legata a possessioni materiali, e che, quando queste vengono meno, anche la nostra memoria e volontà ca- dono. Inoltre, la tematica del trauma, e del suo superamento attraverso la condivisione con altri che hanno vissuto un’esperienza simile, è tipica del cinema contemporaneo, che ha infatti trattato molto spesso di traumi collettivi (naturalmente, l’11 Settembre 2001 è il caso più emblematico, anche se non l’unico esempio) e di come questi abbiano una profonda influenza non solo sulla vita delle singole persone coinvolte, ma anche dell’intera società.
‘Upstream Color’ è un film legato alla contemporaneità anche per il modo in cui la narrazione è costruita: l’opera unisce infatti elementi legati all’attualità (le tematiche già precedentemente introdotte, ma anche alcuni aspetti extra filmici di cui si discuterà sotto) ad altri tipici di un cinema molto più datato (come la preponderanza delle immagini e della musica rispetto ai dialoghi).

ELEMENTI EXTRA FILMICI LEGATI ALLA CONTEMPORANEITÀ
Prima di analizzare più nel dettaglio le tematiche del film, è opportuno considerare alcuni elementi distributivi e più in generale tipici del cinema di Shane Carruth che possono qualificare l’opera come ‘contemporanea’.
Un primo legame con la contemporaneità riguarda la distribuzione del film, che infatti è avvenuta online tramite un sito web dedicato per poi approdare su piattaforme di download come iTunes mentre era ancora presente in alcune sale cinematografiche. Questo approccio di unificazione dell’uscita nei cinema e in digitale ha rappresentato una novità, poiché normalmente gli esercenti sono restii a questo genere di iniziative. Certamente la natura arthouse di ‘Upstream Color’ ha aiutato a rendere più accettabile questa nuova soluzione distributiva, dato che il film non avrebbe comunque raggiunto incassi significativi (Brandom, 2013).
La presenza dei media digitali, così pervasivi nella società contemporanea, ha quindi permesso ad un film indipendente di avere una maggiore visibilità e maggiori ritorni economici rispetto a quanto avrebbe avuto con la sola uscita in sala, facilitandone in questo modo anche la diffusione.
Un elemento che può essere compatibile con l’idea della contemporaneità è anche dato dall’approccio che Carruth ha verso lo spettatore. Carruth, infatti, sceglie di non accompagnare il pubblico verso una comprensione lineare ed univoca delle sue opere, ma preferisce che gli spettatori giungano da soli all’interpretazione del significato e all’eventuale risoluzione del mistero legato ai film. Questo risulta ancora più evidente se si prende in considerazione il film che Carruth realizzò prima di ‘Upstream Color’, ovvero ‘Primer’. Notoria- mente, infatti, l’opera prima di Carruth presenta molti concetti complessi anche dal punto di vista scientifico legati alla tematica dei viaggi nel tempo, che hanno reso il film quasi incomprensibile alla maggioranza degli spettatori, non abituati ad un tale sforzo nella visione di un film. Peculiare in questo senso è anche il back- ground di Carruth: prima di dedicarsi alla realizzazione di ‘Primer’, egli aveva studiato matematica e ingegneria, e lavorato come sviluppatore di un software per la simulazione di volo. Sicuramente questo aspetto ha influenzato il modo in cui Carruth concepisce i suoi film, e ciò li distingue dagli altri prodotti del medesimo genere normalmente realizzati da Hollywood, sia nei periodi precedenti sia nella sua contemporaneità.
La difficoltà di comprensione della scienza dietro a ‘Primer’ ha dato origine a diversi grafici creati dagli spet- tatori su siti web specializzati e forum per poter comprendere meglio il funzionamento della sua linea temporale (Kohn, 2013). L’esigenza di ‘decodificare’ il film ha quindi creato un livello di interazione molto alto tra i cultori del film.
‘Upstream Color’ è certamente meno complesso dal punto di vista tecnico rispetto a ‘Primer’, poiché punta anche su una risposta più viscerale ed emotiva dello spettatore, ma nonostante questo presenta le medesime caratteristiche di complessità di narrazione e di rifiuto di fornire una chiave di lettura ‘istituzionale’ all’interno del film.
L’esperienza di visione dei film di Carruth ha suscitato quindi una modalità di comprensione ‘dal basso’, in quanto sono stati gli stessi spettatori a trovare chiavi di lettura per l’interpretazione del film ed a confrontarsi sulle stesse tramite internet, piuttosto che seguire delle indicazioni dell’autore (‘dall’alto’) per una risoluzione univoca. L’aver permesso un confronto ‘tra pari’ riguardo alle sue opere con l’aiuto di strumenti digitali fa di Shane Carruth un autore prettamente legato alla contemporaneità.

POSSIBILI SIGNIFICATI DEL TITOLO
Il titolo del film può avere diverse chiavi di lettura. A livello più letterale, si può riferire ad una specifica scena del film: dopo che il Campionatore ha gettato i maialini appena nati nel fiume, si vede una sostanza di colore blu che fluisce attraverso la corrente e raggiunge le radici delle orchidee, che da bianche si tramutano in blu (poiché sono state raggiunte dal parassita), ed è quindi questo il ‘colore’ che viaggia attraverso una corrente (‘stream’).
Shane Carruth afferma che il titolo sta a significare che i protagonisti sono influenzati da qualcosa che non riescono a vedere, e che l’intero ciclo del verme-maiale-orchidea dipende da elementi che si trovano ‘a monte’ (‘upstream’) rispetto a loro. Per quanto riguarda l’aspetto del ‘colore’, Carruth non ha dato un vero e proprio significato, dichiarando che semplicemente gli sembrava un accostamento appropriato (Wickman, 2013).
È possibile azzardare un’ulteriore interpretazione, non suggerita dall’autore, per quanto concerne la scelta del titolo. Per quanto riguarda l’aspetto del colore, bisogna dapprima riconoscere che sono due i colori ricorrenti nel film, il blu e il giallo. Oltre alle già citate orchidee, il blu è anche il colore dominante sulla copertina del CD su cui il Campionatore ha raccolto i suoni ispirati dal contatto con le persone precedentemente affette dalla larva. Un riferimento al medesimo colore è anche presente all’inizio del film, quando Kris trasferisce tutti i suoi soldi al Ladro: in un breve frame, si può notare che la banca presso cui la donna ha effettuato il prelievo si chiama ‘Cerulean Credit Union’ (essendo il ceruleo una sfumatura del blu).
Il giallo, invece, è presente durante il momento di epifania di Kris, in cui lei vede delle orchidee gialle mentre nuota, e toccandole si accorge della presenza del Campionatore. Un elemento di colore giallo si può anche vedere nella conclusione del film: dopo aver eliminato il Campionatore, la sua fattoria con i maiali viene riconvertita in modo da lasciare agli animali più libertà e da farli riprodurre senza più vincoli, e in un partico- lare frame si può vedere che una struttura della fattoria è ridipinta di giallo.
A questi due colori, perciò, si possono assegnare due significati contrapposti: il blu rappresenta le forze ‘esterne’ negative che controllano i personaggi e ne stabiliscono il corso dell’esistenza, mentre il giallo è col- legato con la liberazione da queste forze e la realizzazione di essere sotto il controllo di esse. Partendo da questo presupposto, è possibile collegare il fatto che, tra i significati di ‘upstream’, vi è anche ‘controcorrente’. Il titolo del film assume quindi il significato di ‘colore controcorrente’. Si potrebbe dire che, pur con un certo grado di approssimazione, il colore ‘controcorrente’ del blu sia il giallo (in realtà, il vero colore complementare è l’arancione, che comunque è simile al giallo), e ciò significa che Kris e le altre vittime contra- stano il ‘controllo’ rappresentato dalla presenza del blu attraverso il suo colore ‘quasi contrario’.

PERDITA DELL’IDENTITÀ NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA
Il film può essere visto come un racconto emblematico dell’età contemporanea: uno dei temi principali è infatti la perdita dell’identità e la sensazione che la nostra vita non ci ‘appartenga’ davvero.
Chiaramente, nel film, l’essere infettati dal parassita rappresenta la perdita di controllo totale sulla propria vita. All’inizio del film, infatti, il Ladro utilizza il verme per rendere le proprie vittime completamente succubi della propria volontà in modo da derubarli. Kris, la protagonista femminile, oltre a perdere tutto il suo denaro, viene anche privata della sua casa e, quando non riesce a spiegare le ragioni della sua assenza al lavoro, viene anche licenziata.
La perdita dell’identità e del libero arbitrio, tuttavia, avviene anche una volta che ci si è liberati dell’influenza diretta del parassita. Nel film, infatti, vediamo Kris che si reca dal Campionatore, attirata da infrasuoni, affinché lui le estragga il verme e lo trasferisca ad un maiale. Nell’atto successivo del film si può notare che le azioni di Kris, come anche quelle di Jeff e di tutte le altre vittime del Ladro, sono in strettissima connessione con il comportamento dei maiali a cui era stato trasferito il parassita che li aveva infettati. In una sequenza del film, il Campionatore passeggia nel recinto dei maiali e percepisce le vite dei suoi ‘campionati’ avvicinandosi ai maiali che ospitano i parassiti. Si ha quindi la certezza, guardando quella particolare sequenza del film, che la vita di queste persone non sia del tutto dipendente dalle loro scelte, ma che sia invece solo un riflesso del comportamento dei maiali. Quella sequenza, inoltre, potrebbe anche ricordare un altro aspetto tipico della società contemporanea, cioè quello della sorveglianza: il modo in cui il Campionatore osserva i comportamenti e le vite dei ‘campionati’ senza che questi ne abbiano la minima consapevolezza riporta subito alla mente i numerosi esempi di organizzazioni esterne che, in diversi modi, raccolgono dati e informazioni sulle vite degli individui.
All’interno della narrazione, il parallelismo più clamoroso tra le vite dei maiali e degli esseri umani si ha quando Kris è convinta di essere incinta, mentre nella realtà è il maiale che le corrisponde ad esserlo. Quando i maialini appena nati vengono tolti ai genitori dal Campionatore e annegati in un fiume, Kris e Jeff sperimentano un forte stress di cui non riescono a comprendere l’origine. Jeff reagisce in maniera molto violenta quando il ‘suo’ maiale viene allontanato dalla compagna, mentre Kris è in evidente stato confusionale.
Il tema della perdita dell’identità si manifesta nel film anche in un altro modo: in una scena, Kris racconta a Jeff un aneddoto del suo passato, che riguarda una piscina ed un tentativo di annegamento (che potrebbe richiamare l’annegamento dei maialini da parte del Campionatore), ma negli attimi successivi, è Jeff a raccontare lo stesso episodio come se fosse stato lui a viverlo. Il mescolamento e la confusione dei ricordi possono essere chiaramente visti come un simbolo dell’incertezza rispetto alla propria individualità: i personaggi hanno perso parte di chi erano e non sanno più cosa li rende davvero ‘unici’.
Apparentemente, i personaggi sono in grado di riprendere completo possesso della propria volontà soltanto alla fine, quando Kris elimina il Campionatore e, insieme alle altre vittime del parassita, libera i maiali prigionieri del recinto, interrompendo il ciclo che porta alla creazione di nuovi parassiti. Il film, tuttavia, ci suggerisce che nella realtà la risoluzione non è completa, poiché, nonostante il ciclo sia stato interrotto, il principale colpevole del furto materiale degli averi e simbolico dell’identità (il Ladro) non è stato realmente eliminato. Il Campionatore è invece una figura certamente più ambigua, poiché è parte del ciclo insieme al Ladro e alle due donne che raccolgono le orchidee, ma è anche colui che ‘libera’ le vittime dallo stato di sudditanza dovuto al parassita, e le sue intenzioni non sono apertamente dannose. Egli è però immediatamente visibile a Kris e agli altri, perciò gli è stata attribuita l’interezza della colpa. Questo aspetto della conclusione del film può significare che, indipendentemente da quanto noi crediamo che la nostra vita ci appartenga e a quanto pensiamo di esserci liberati da influenze esterne, ci sarà sempre un potere invisibile, e più ‘in alto’ (‘upstream’) di quello che noi vediamo, che a noi rimarrà sempre inaccessibile da individuare (Wickman, 2013).

SUPERAMENTO DI UN TRAUMA
Uno dei temi principali del film è anche il superamento di un’esperienza traumatica tramite la condivisione. Entrambi i protagonisti hanno vissuto lo stesso trauma (l’essere stati infettati dal parassita), e si trovano irrimediabilmente legati da questa comunanza. I due personaggi si trovano a condividere il tragitto giornaliero per il lavoro sull’autobus ed entrano in rapporto in modo quasi istintuale (nella realtà sono attratti l’uno dall’altra perché i maiali che ospitano i parassiti che li avevano infettati si stanno avvicinando). È curioso che nel film entrambi i personaggi credono che chi prende i mezzi pubblici normalmente lo fa perché ha avuto la propria patente revocata, e ciò può essere visto come un’ulteriore perdita di una parte dell’identità e della libertà personale, cioè la capacità di spostarsi autonomamente. La coppia condivide quindi fin da subito un aspetto legato al fatto di aver subito un trauma.
Tra i due, Kris sembra essere quella che sta cercando di più di costruirsi una nuova vita una volta che la sua precedente è stata ‘distrutta’ dalla contaminazione con il parassita, mentre Jeff sembra essere ancora in uno stato precedente dell’elaborazione del trauma.
Un’evidenza emblematica a supporto di questa ipotesi è data dai suoi capelli: nelle sequenze iniziali del film, infatti, quando si assiste al suo periodo di giogo da parte del Ladro, Kris ha i capelli lunghi, mentre successivamente sono tagliati molto corti. La differenza nell’ aspetto della protagonista potrebbe semplicemente essere un modo molto immediato di mostrare il passaggio del tempo, oppure potrebbe anche voler rappresentare che, dopo aver perso denaro, casa e lavoro, Kris sta appunto cercando di passare oltre dimenticando ciò che era stata prima di incontrare il Ladro. Il fatto che i capelli siano stati tagliati radicalmente, invece che cambiati di colore ad esempio, potrebbe simboleggiare d’altro canto che parte di ciò che Kris era prima dell’evento traumatico è stata cancellata.
Oltre al suo aspetto esteriore, viene anche mostrato che Kris ha cambiato del tutto lavoro (prima si occupava di video editing, mentre successivamente si ricicla lavorando per una stamperia). Inoltre, la donna prende dei medicinali (che potrebbero essere antidepressivi) e non lo nasconde a Jeff, aprendosi immediatamente ri- guardo alla sua fragile salute mentale.
Jeff, d’altra parte, sembra trovarsi invece in uno stato di elaborazione del trauma precedente rispetto a Kris. Egli, infatti, sebbene parli quasi subito del suo divorzio, inizialmente mente sul suo lavoro, affermando di avere ancora lo stesso impiego di prima dell’infezione del parassita e rivela a Kris la verità soltanto in un secondo momento. Ciò lo pone in una fase di negazione del trauma mentre cerca ancora di fingere che la sua vita non sia stata sconvolta da questo evento. Anche il fatto che viva in un hotel (un luogo comunemente percepito come transitorio) e che non abbia quindi una vera e propria casa può essere visto come simbolico della sua incapacità di superare il trauma e di costruirsi una nuova vita. Si può infine vedere come Jeff sia ancora molto più legato ai gesti ripetitivi che venivano compiuti durante la prigionia con il Ladro (si vede infatti una scena in cui lui realizza catene con i fogli di carta come faceva Kris nella parte iniziale del film), fase che Kris sembra invece aver superato.
Si può quindi dire che Jeff sia aiutato dall’incontro con Kris nell’elaborazione del trauma, e la condivisione dell’esperienza dolorosa con chi ne ha vissuta una simile è da considerarsi per l’appunto uno dei temi portanti di ‘Upstream Color’. Il superamento diventa ancora più completo quando a Kris e a Jeff si aggiungono anche tutte le altre vittime del Ladro: in quel momento, l’influenza del Campionatore, ultimo residuo del trauma, viene eliminata mentre si collabora a costruire un nuovo modo di vivere.
La tematica del superamento del trauma viene resa esplicita in particolare nel momento in cui Kris si sotto- pone ad un’ecografia per la sua apparente gravidanza, e le viene comunicato di essere sopravvissuta ad un cancro (che nella realtà è il parassita) e, in particolare, le viene detto che la ferita che si sta portando dietro è molto significativo.
In quella stessa scena, si viene anche a sapere che, a causa di quel tumore, Kris non potrà più avere figli. L’immagine con cui si chiude il film sembra suggerire che la donna è riuscita a superare anche questo trauma, mentre abbraccia un maialino neonato. Certo, non si vuole suggerire che Il maiale possa sostituire del tutto un bambino, però si mostra che Kris pare aver accettato questo suo trauma.

TEMA DELLA NATURA
‘Upstream Color’ presenta alcuni elementi che possono essere legati alla sfera naturale. In particolare, vi sono abbondanti riferimenti a ‘Walden’, il resoconto del periodo in cui il pensatore ottocentesco Henry Da- vid Thoreau visse sulle rive del lago Walden in New England lontano dal resto della civiltà, e che è conside- rato uno dei capisaldi dell’ambientalismo. Il testo è utilizzato dal Ladro per tenere occupata Kris, e quindi tutte le sue altre vittime, mentre è sotto l’effetto del parassita. La donna deve infatti ricopiare intere pagine del libro senza che ce ne sia una vera utilità.
Shane Carruth ha affermato che i temi ambientalisti dell’opera di Thoreau hanno ispirato solo in parte la scelta del suo utilizzo nel film, e che la discriminante maggiore è stato invece il ritmo calmo e passivo della scrittura, certamente adatta al lavoro ripetitivo a cui Kris è sottoposta nel ricopiarne le pagine (Kohn, 2013).
Anche se non vi è stata una vera e propria adesione volontaria ai temi di ‘Walden’, si può comunque affermare che il film sia molto legato ad immagini naturali, come le orchidee, i maiali, la fattoria del Campionatore e la stessa larva parassita. Per di più, il finale del film, in cui le vittime del parassita sembrano trovare pace e superamento del trauma vissuto tramite l’aderenza ad uno stile di vita più vicino alla natura, sembra andare nella stessa direzione dell’opera di Thoreau.
L’elemento naturale più ricorrente in ‘Upstream Color’ è tuttavia quello dell’acqua, presente in diverse forme. All’inizio del film, il Ladro impone a Kris di bere soltanto acqua ghiacciata, portandola a credere che questa sia l’unico nutrimento di cui ha bisogno (in realtà, il cibo solido fa in modo che il verme cresca, si espanda attraverso tutto il corpo e venga percepito dalla vittima). Successivamente, vi sono numerose scene in cui Kris nuota in una piscina, raccogliendo delle pietre dal fondale: in particolare, una di queste scene assume una certa rilevanza poiché, mentre compie queste azioni, Kris inizia a recitare frasi di ‘Walden’, rima- ste nella sua memoria dal periodo sotto l’influenza del Ladro, e ciò porta ad una realizzazione di un’esperienza passata condivisa, cioè quella del periodo sotto l’influenza del Ladro. Si ricordi inoltre che il metodo scelto dal Campionatore per eliminare i maialini appena nati è quello dell’annegamento (che poi porterà, come già detto, alla trasformazione delle orchidee e alla ripresa del ciclo del parassita).

IMPORTANZA DEI SUONI
Nel film i suoni rivestono una grande importanza nello svolgimento della storia. La musica è stata composta dallo stesso Shane Carruth contemporaneamente alla sceneggiatura, secondo quanto afferma lo stesso autore. Carruth ha espresso il desiderio che il pubblico possa guardare il film più volte, come si ascolta un album musicale (Kulezic-Wilson, 2014).
All’interno della storia, i suoni sono soprattutto presenti in relazione al Campionatore. Egli infatti è così chiamato nel film perché raccoglie rumori provenienti da varie fonti (come mattoni che cadono e sassi che scivolano sulla lamiera) per poi registrarli su CD. Il Campionatore sembra essere ispirato alla creazione dei suoni dal contatto con i maiali nel recinto (e, di conseguenza, dalla percezione delle esistenze dei ‘campionati’). Si può quindi affermare che il Campionatore sia in grado di trasformare le esperienze e le emozioni altrui in suono, esternandole. In modo opposto, tuttavia, il Campionatore è anche colui che, tramite i suoni che registra, influenza le vite dei protagonisti, che, in un a scena in particolare, sentono rumori di cui non riescono a capire l’origine. Il suono creato dal Campionatore rappresenta quindi un ulteriore elemento che i personaggi percepiscono come ‘esterno’ e che non possono controllare nella propria esistenza (Kulezic-Wilson, 2014).
L’importanza dei suoni ha un riscontro non solo all’interno della narrazione, ma anche nel modo in cui ‘Upstream Color’ è realizzato. Nel film, infatti, sono questi, insieme alle immagini ed al montaggio, a rivestire il ruolo a scapito dei dialoghi (a dimostrazione di ciò, si noti come le scene finali siano infatti del tutto prive di conversazioni). Mentre il dialogo ha una finalità puramente funzionale, sono le immagini e la musica a raccontare davvero l’esperienza dei personaggi e la loro interiorità, con un approccio che ricorda quasi l’impressionismo. Questo aspetto rende ‘Upstream Color’ molto più simile ad un film muto, in cui l’unico apporto uditivo è dato da suoni diversi dalle voci umane. Alcune scene, come ad esempio quella in cui Kris e Jeff osservano degli uccelli annidati su un albero e discutono sull’appartenenza del già citato ricordo del tentativo di annegamento, sono costruite in modo frammentario e non lineare, in cui stralci di conversazioni vengono ripetuti come se non avessero un significato proprio, ma fossero soltanto puri suoni assimilabili al resto della colonna sonora (Kulezic-Wilson, 2014).
Da quanto è stato analizzato riguardo al ruolo dei suoni in ‘Upstream Color’, pertanto, si può affermare che Carruth ritenga che la storia raccontata nel film non abbia bisogno di esposizione attraverso dialoghi per essere compreso e per esplicitare le relazioni tra i personaggi, ma che allo spettatore sia sufficiente osservare le immagini e ascoltare la musica e i suoni per avere un’esperienza completa di visione dell’opera. Questa idea di cinema, come si è già affermato, sembra essere ispirata all’era delle origini del medium, mentre le tematiche che il film affronta sono tipiche della società odierna, come pure è già stato detto in precedenza, rendendo ‘Upstream Color’ un prodotto dell’era contemporanea.
 
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